sedici

2.5K 247 31
                                    


Luke fece qualche giro per il centro della città cercando qualcosa di adeguato per la sua fidanzata, ma ritornò senza trovare niente che gli piacesse abbastanza per lei. Si sedette per terra, poggiando la schiena contro il muro dell'edificio e guardò l'orologio, ancora mancava mezz'ora prima che lei uscisse. Uscì un foglio bianco e una penna, rise da dentro per quello che stava per fare e cominciò a scriverle una poesia. Finendo qualche verso, li lesse e notò che niente di quello che aveva plasmato sulla carta aveva senso, senza dubbio gli piaceva l'idea di quello che voleva riflettere, quindi lo conservò, forse poteva riscriverlo per darglielo dopo.

La vide uscire, forse più allegra di com'era abituata e si mise in piedi aprendo le braccia, dove lei non tardò a correre e rifugiarsi.

—Luke —disse e la sua voce fu un grido acuto.

—Cosa succede, amore? —a differenza della ragazza, parlò in un sussurro.

—Questa è stata la mia ultima sessione!

Luke l'attrasse ancora di più verso di lui (se questo era possibile) e cominciò a baciare la sua fronte.

—Brooke, è fantastico —esclamò —, hai già superato la tua fobia?

—Ancora no. Non del tutto, però il mio psicologo crede che posso andare avanti da sola —prese le mani di Luke e le strinse mentre incrociava le loro dita —in realtà, dice che il tuo aiuto è molto importante —confessò e non poté evitare di arrossire.

—Ti aiuterò con tutto, Brooklyn, non dubitare di questo—per completare la sua promessa la baciò con dolcezza e rimase a guardarla attraverso il vetro oscuro che copriva i suoi occhi fino a quando un'idea non si formulò nella sua testa —Da quanto non vai in spiaggia?

—Oh, no, Luke.

—Il tuo psicologo ha detto che devi andare avanti da sola, non hai più scuse —lei abbassò la vista, facendo sì che lui sospirasse —. Ascolta, bella, so che hai paura che la tua fobia ritorni ad essere così intensa come un tempo, ma se non continui a lottare, non la supererai mai del tutto. E né tu né io vogliamo questo.

—Lo so, è che...

—Vuoi vedere i miei occhi? —la interruppe. Brooklyn annuì con la testa —bene, perché anche io voglio che tu li veda e poter guardare i tuoi.

—Non lo so... —incominciò, ma Luke la stava già trascinando verso la costa.

Evidentemente, non fu la migliore idea andare in spiaggia un venerdì alle quattro di pomeriggio. Era piena di gente e faceva ancora caldo, senza menzionare che Brooklyn non sarebbe andata nel mare tenendo conto che era più azzurro che mai con il brillare del sole.

Luke le diede i suoi occhiali, si tolse la maglia e si stese sulla sabbia. Lei tirò il suo braccio affinché si sistemasse e quando lo fece, si mise sulle sue gambe, dando le spalle all'acqua e cominciò a toccare il torso nudo nel suo ragazzo.

—Credevo di averti portato qui per superare un po' la tua fobia —disse e ignorando le sue parole, la prese dai fianchi e l'avvicinò a lui.

—Ma voglio vederti. È più interessante.

—Ah, sì? — scherzò —vieni qui —prese le sue guance e unì le loro labbra. Brooklyn succhiò dolcemente il suo labbro inferiore provocando un lieve gemito da parte di Luke e facendogli aprire la bocca affinché le loro lingue si unissero. Non era un bacio che alla gente che era lì piaceva vedere, ma per loro, nel momento in cui le loro labbra si toccavano, tutto il resto del mondo finiva di esistere.

Quando tutti cominciarono ad andarsene, Luke le chiese se sua madre si sarebbe arrabbiata se fossero tornati a casa più tardi e dopo la risposta negativa della ragazza, si alzarono e cominciarono a camminare fino al mare.

—Togliti gli occhiali, Brooke —le chiese, amorevole, e lei obbedì restituendogleli affinché se li mettesse lui. Lasciò che si adattasse per qualche secondo e dopo le chiese —: Come ti senti?

—Ho un po' di vertigini, ma non è niente paragonato a come credevo che mi sarei potuta sentire.

—Questo è perché sei più coraggiosa di quello che credi.

Lei lo guardò con ammirazione per poi passare le sue mani attorno al suo collo prima di tornare a baciarlo, sperimentando nuovamente il sapore delle sue labbra, scoprendo che in alcune occasioni, solamente i baci, possono dire quello che veramente sente il cuore.



-4 :c piangiamo.

cyanophobia ➳ hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora