"Mi hai sentita?" urla ancora "Ci vediamo domani?"

Ed e' diventata anche isterica.

E' raro che alzi troppo la voce ma da quando sa che sono qui a Boston lo fa continuamente.

"Si ci vediamo domani e lo sai"

"Prometti che ti fai vedere?" mi chiede dolce.

"Prometto baby doll"

Parliamo ancora un po' e mi racconta di come e' felice che io sia qui,di come mi piacera' l'universita',le persone ecc. La ascolto senza darle troppo peso perche' quello che piace a lei e' molto diverso da cio' che piace a me. Siamo gli opposti e credo sia proprio per questo che andiamo tanto d'accordo.Le dico che devo andare per mettere in ordine le ultime cose rimaste nelle scatole. Sistemo il tutto e quando ho finito Zio Mark si appoggia allo stipite osservandomi con un cipiglio.

"Io davvero non ti capisco"

"Cosa?" chiedo mentre sistemo dei vestiti nell'armadio.

"Lo hai fatto anche questa volta"

So benissimo a cosa si riferisce ma faccio finta di niente mentre continuo a piegare i vestiti.

"Non so di che parli"

"Si che lo sai" incrocia le braccia " Tutte le volte che noi cambiamo casa prendi sempre la stanza piu' piccola di tutte"

"E quindi?"

"Quindi non capisco. C'e' una stanza enorme dall'altra parte e tu stai qui in..." gesticola con la mano "In questo buco"

"Risparmio spazio,non sei contento?"

"Si ma sta volta hai davvero esagerato. Questo potrebbe essere uno sgabuzzino"

Gli rivolgo la schiena mentre mi trattengo dal ridere.

"Dimmi perche' prendi sempre la stanza piu' piccola di tutte"

"Ancora non lo hai capito vero?" mi fermo sorridendo "Il grande Mark Stevenson in tutti i miei diciannove anni non ha mai capito il perche' io prendo sempre la stanza piu' piccola" mi guarda truce.

"Perche' lo fai?"

"Cosi. Non c'e' un motivo preciso"

"C'e' sempre un motivo con te Aika"

Se ne va senza sapere il perche' della mia scelta,non che gli e l'avrei detta.

Mio zio e' un tipo che vuole sempre avere tutto sotto controllo,non gli deve mai sfuggire niente, e su questo fronte andando avanti con gli anni l'ho fatto impazzire.

Quando ero piu' piccola ubbidivo alle sue costanti regole ma pian pian ho cominciato a sfuggirgli dalle mani. Sempre di piu'...

'Come stai? Successo qualcosa oggi? Male oggi a scuola un bambino mi ha preso in giro e...'

'Come stai? Successo qualcosa oggi? Mm cosi cosi,non mi sento molto bene perche'...'

'Come stai? Successo qualcosa oggi? Sto male ma non ho voglia di parlare'

'Come stai? Successo qualcosa oggi? No tranquillo sto bene'

Lentamente la corda che ci legava si scioglieva e piu' lui cercava di tirarla piu' si spezzava. Piu' voleva avere il controllo su di me piu' io combattevo per non darglielo. Fino ad arrivare al punto che di me sa il minimo indispensabile.

Questa cosa della stanza lo ha sempre tormentato perche' sa benissimo che c'e' un motivo per il quale lo faccio ma non e' mai riuscito a capire qual é.

Il rischio del segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora