Capitolo 23

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Capitolo 23

Damian's Pov

"La chitarra!"

Corro in macchina per riprendere lo strumento che ho scordato e mi blocco sulla portiera. Ho come la sensazione che qualcuno mi stia guardando, come quando hai gli occhi di qualcuno puntati sulla tua schiena. Alzo leggermente il capo ma non vedo nessuno.

"Che strano..."

Sara' perche sono troppo nervoso e mi immagino le cose. Le mie mani sudano mentre impugno la chitarra, e dopo aver chiuso la macchina, rientro nella clinica.
L'aria austera,pulita e bianca e' sempre la stessa. L'ultima volta che sono stato qui non e' andata molto bene e i ricordi di lei che mi urla contro sono ancora vividi.

"Non andartene!"
"Tu rimani qui a vedermi stare male Damian!"

"Damian" mi saluta la solita infermiera "E' un po' che non ci si vede"
"Beh si...l'ultima volta c'e' stato un casino e ho pensato fosse il caso di-"
"Lo so" mi sorride dolcemente "Sono venuta a sapere dell'accaduto, sta decisamente meglio ora"
"Davvero?"
Se puo' farti piacere, sappi che sono un paio di giorni che sembra molto serena a chiede di te"
"Oh..." non so nemmeno cosa dire.
"Allora io vado" sto per andarmene quando la sua voce mi ferma di nuovo.
"Damian!"
"Si?"

Esce fuori dal suo solito bancone, tenendo in mano una cartellina e facendomi un sorriso, questa volta forzato. Ormai e' un po' di tempo che sono qui e tutte le volte che la guardo negli occhi ci vedo un'enorme stanchezza. Sembra essere una giovinezza spossata.

"Il Dott. Ross ha chiesto di poterti vedere un attimo"
"Come mai?"
"Sono informazioni che un'infermiera non e' tenuta perforza a sapere" mi dice dispiaciuta "Ti accompagno"

Come se non avessi gia' abbastanza ansia addosso.

"Dammi solo un secondo"

Torna al bancone, per poi digitare velocemente un numero nel telefono sulla scrivania, e qualche secondo dopo compare un'altra infermiera. Questa invece non l'avevo mai vista.

"Prendi il mio posto per qualche minuto. Torno subito"

Ci avviamo in silenzio verso l'ascensore e mi assale subito una claustrofobia che non ho mai avuto. Il peso della chitarra sulla mia spalla sembra maggiore e i vestiti mi sembrano all'improvviso troppo stretti.

"Eccoci qui" mi indica una porta a destra "Ci vediamo dopo"

Mi fa un sorriso questa volta molto piu' sincero e mi calmo leggermente.
Busso alla porta in mogano, proprio accanto alla targhetta 'Dott. Ross', e subito dopo entro in un grande ufficio.

"Damian" mi saluta cordiale il dottore.
"Dottor Ross" faccio un cenno.
"Coraggio siediti. Posso offrirti qualcosa?" Si, meno ansia.
"No niente, grazie"

Mi guardo un po' attorno e a differenza dell'intero edificio questo ufficio e' molto piu' intimo. Pieno di foto di famiglia e decisamente molto piu' colorato,tranne per le vetrine di vetro.

"Allora saro' molto conciso, non servono giri di parole. Emily dovrebbe tornare a casa"

Cadrei dalla sedia dallo stupore se ogni mio muscolo non si fosse paralizzato. Ma e' scemo?

"C-come?"
"Non per sempre ovviamente! Non e' ancora pronta per un passo del genere, ma forse un giorno o due per vedere come si trova sarebbe l'ideale"
"L'ideale? Sarebbe l'ideale?" alzo un po' la voce.
"So che puo' sembrarti strano ma abbiamo gia' avvisato tutta la famiglia proprio stamattina e sono d'accordo. Con te ne volevo parlare di persona ma tu sai benissimo chi sono i suoi tutori, quindi se mi danno l'okay, se cosi vogliamo chiamarlo, allora Emily esce"
"Ma lei almeno sa il perche' e' successo quel casino l'ultima volta? Quando ha cominciato a urlare nella sua stanza?"
"Certo che lo so. E' proprio per questo che credo sia la decisione giusta"

Il rischio del segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora