Chapter 24. Wedding

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Settembre

Era il tanto atteso giorno: Nina e Giacomo stavo per sposarsi. In casa erano tutti in fibrillazione: mamma entrava ed usciva dalle stanze super eccitata, papà cercava di mantenersi calmo, Ariele inseguiva mamma portandole quello che si era scordata, Andrea e Davide giocavano tra di loro mentre io restavo immobile a riflettere.

Non riuscivo a capacitarmi del fatto che Nina, la mia sorellona, la mia migliore amica, la mia seconda mamma, la mia vita stava per sposarsi. Sapevo bene che un giorno si sarebbe sposata, ma nel mio cuore speravo (anche un po' egoisticamente, lo ammetto) che quel fatidico giorno arrivasse il più tardi possibile; le volevo un bene dell'anima e vederla andare via mi faceva male, eppure il primo ad andarsene (per certi versi) ero stato io. "È pronta, la mia bambina" commentò mamma uscendo dalla stanza di Nina "È proprio bella" si aggiunse papà trattenendo qualche lacrima; io non riuscivo a parlare, non trovavo le parole giuste da dire. Semplicemente mi feci travolgere dalle emozioni.

Mi alzai e sistemai il vestito del completo che indossavo, camminai a passi lenti verso quella porta che non si sarebbe più aperte frequentemente ed entrai. Nina era davanti allo specchio, irriconoscibile ma tremendamente bella; mi avvicinai a lei e l'abbracciai forte, come ero solito fate "Piccolino mio" mi baciò la guancia "Sei bellissima cucciola" dissi guardando il nostro riflesso "Grazie tesoro" sorrise prendendo il telefono "Ti va di fare un'ultima foto da scapoli?" propose "Dammi qua, che li faccio meglio io i selfie" dissi e lei mi porse il suo cellulare così da poter scattare la nostra fotografia "Ti voglio bene, sorellona" dissi abbracciandola ancora una volta "Te ne voglio anch'io fratellino".

Dopo la cerimonia

Eravamo in macchina pronti per recarsi al ristorante dove si sarebbe tenuto il ricevimento. Ero alla guida, accanto a me Ariele e dietro ben saldi nei loro seggiolini Andrea e Davide; "Ho il trucco sbavato, amore?" mi chiese "No, amore sei perfetta" sorrisi poggiando la mano destra sulla sua coscia "Amore, i bambini" mi ricordò ridacchiando "Perchè ogni mio gesto carino lo prendi per una proposta perversa?" chiesi "Perchè con te non si sa mai, passi dall'essere dolce all'essere tremendamente pervertito in mezzo nano secondo" disse con fare ovvio lei, facendomi ridere. Spostai la mano e continuai a guidare, lasciandole ogni tanto qualche piccola occhiatina.

Arrivati al locale, parcheggiai l'auto. Aiutai Ariele con i bambini ed entrammo dentro, man mano anche tutti gli altri invitati arrivarono ed occuparono la sala; prendemmo posto al nostro tavolo in attesa dell'arrivo degli sposi.

Qualche ora dopo

"Andiamo a casa? Siete stanchissimi tutti e tre" chiesi vedendoli assonnati "Ma è il matrimonio di tua sorella, non possiamo andarcene" disse con gli occhi semichiusi "Aspetta qua, testa dura" le baciai le labbra ed andai dalla mia sorellona "Giacomino, scusa ti rubo un momento mia sorella" sorrisi "Mia moglie" ribattè scherzoso lui "Ma sempri me soru iè, cu si ni futti ca si spusau cu tia" (Ma è sempre mia sorella, chi se ne frega se si è sposata con te) risi dandogli una pacca sulla spalla "Andate dai, però poi riportamela" sorrise lasciandole la mano "Si, si non me la mangio" risposi per poi allontanarmi insieme a Nina.

"Messaggio recepito, andate pure" disse senza muoversi di tanto "Sicura?" sorrisi, perchè tra di noi era facile capirsi e leggersi nel pensiero "Sicurissa fratellino, abbiamo fatto tutto prima apposta" schiacciò l'occhio e mi lasciò un bacio sulla guancia "Danne uno anche ai miei nipotini e soprattutto ad Ariele" mi salutò tornando alla sua festa ed ai suoi invitati; invece io andai dalla mia famiglia "Amore andiamo dai" dissi al suo orecchio "Hai parlato con lei, vero?" chiese scuotendo la testa "Sì, ha detto che ti manda un bacio" risposi prendendo Davide in braccio "Sei testardo" commentò stringendo la mia piccola principessina "E voi non vi reggete in piedi, muoviti va" ridacchiai dandole un bacio a stampo "Stronzo" affermò mordicchiandomi il labbro.

Deskmate || Ignazio Boschetto Where stories live. Discover now