Chapter 19. 'Yes'

705 38 26
                                    

La sera a cena

Eravamo da soli: Ernesto ed Ercole erano a casa di Piero e Rita, Gian aveva portato a cena fuori Ilaria e poi l'avrebbe fatto vedere la loro nuova casa. Decisi di seguire il consiglio di Gianluca e di parlare con Ariele; avevo preparato una cena romantica solo per noi, chiedendo qualche consiglio a mamma, comprai un mazzo di rose rosse e le scrissi un bigliettino. Bussai alla porta della nostra camera ed entrai dopo aver avuto il suo permesso "Aw, ma che amore! Le rose rosse" disse felice lasciandomi un bacio, le sistemò dentro il vaso (che avevo già preparato) e notò il biglietto 'Alla m-ia principessa, t-ia-mo' sorrise leggendolo. L'abbracciai da dietro e le baciai il collo, il suo corpo era rilassato e si godeva ogni mia piccola coccola "Ho preparato la cena" sussurrai al suo orecchio, lei si voltò e mi baciò, con dolcezza e passione "Andiamo allora" sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra, così strinsi la sua mano nella mia e scendemmo al piano di sotto.

La cena stava andando per il verso giusto, le piaceva tutto quanto ed adorava farsi imboccare; era proprio una bambina a volte, ma era la mia bambina ed io l'avrei 'cresciuta' "Assaggia questo" le passai un raviolo cinese al vapore "Uhm... Troppo buono" disse gustandosi il boccone, mangiai la restante parte e lei mi guardò triste "La volevo io" "Scusa piccola" dissi dispiaciuto "Ora me la pagherai" puntò l'indice "Cosa posso fare per farmi perdonare?" chiesi prendendole le mani "Lo scoprirai" disse alzandosi e scappando via. Scossi la testa, dandole un notevole vantaggio, ma già sapevo dove si sarebbe potuta cacciare; così dopo aver aspettato altri cinque minuti, mi alzai e camminai diretto verso il bagno e la trovai lì, intenta a riempire la vasca da bagno. Mi avvicinai silenziosamente a lei e le bisbigliai all'orecchio "Sapevo di trovarti qui, bambina" la vidi tremare lievemente, prima che lei si voltasse verso di me "Mi conosci bene, allora" sussurrò leccandosi il labbro inferiore "Conosco ogni singola cosa di te" ribadì avvicinando un po' le nostre labbra, senza farle toccare "Anch'io conosco ogni singola cosa di te" ammiccò mordendosi il labbro "Sei eccitante quando ti mordi il labbro" dissi voglioso, mentre lei si avvicinava ancora di più "Sono tutta bagnata" ammiccò ancora "Di già?" sussurrai con voce roca lasciando pochi millimetri a dividere le nostre labbra "Sei un bastardo" mormorò prima di baciarmi con foga.

I nostri vestiti volarono, le nostre labbra vogliose si torturavano, i nostri corpi immersi nell'acqua ed uniti davano sfogo ai nostri sentimenti ed ai nostri istinti, le nostre mani sfioravano i nostri corpi lasciando piccole carezze; eravamo focosi, vogliosi, senza freni e passionali come non mai. Ci asciugammo sommariamente, poi la rincorsi fino alla nostra camera e la buttai sul letto, facendola nuovamente mia; tutto era più intenso, più forte e più passionale, eravamo catapultati in un mondo tutto nostro, dove potevamo amarci senza limiti e senza preoccupazioni, dove eravamo due semplici amanti intenti a dimostrarsi i propri sentimenti. Arrivati all'amplesso, venni dentro di lei e con lei; non c'era sensazione più bella di quella, venire insieme alla tua donna significava conoscersi a tal punto da avere gli stessi ritmi e gli stessi tempi. Mi stesi al suo fianco ricoperto da un filo di sudore, felice come non mai, lei si appoggiò al mio petto lasciando un piccolo bacio sulla clavicola, passai un braccio sulle sue spalle e l'avvicinai a me ancora un po'.

Riprendemmo fiato, respirando i nostri odori mischiati insieme, senza fiatare. In certe occasioni, le parole erano superflue e questa era una di quelle.

"Orso, credo dovremmo parlare di una cosa" interruppe il silenzio "Lo penso anch'io, piccola. Inizia tu dai" mi sistemai meglio, per poterla guardare e lei iniziò a parlare "Ecco... Un mese fa, quando ci eravamo appena messi insieme, ti ricordi che non l'abbiamo fatto protetto?" io annuì incrociando le dita "Ecco... Ho avuto un aborto spontaneo. Non te l'ho detto prima perchè non ne ero sicura ed anche perchè mi vergognavo un po', scusa" si giustificò, l'abbracciai forte e le baciai la testa più volte, del resto non era colpa sua, era semplicemente andata così "Ehi, non ce l'ho con te piccola! Va tutto bene, è andata male, ma questo non vuol dire che ci arrenderemo. Perchè, se lo vuoi anche tu, possiamo riprovarci e riprovarci e riprovarci ancora" dissi incastrando i nostri sguardi "Ti amo" sussurrò "Ti amo anch'io" la baciai, assaporando a pieno quel contatto dolce ed intenso.

Deskmate || Ignazio Boschetto Where stories live. Discover now