Chapter 15. Away

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16 Giugno, giorno prima della partenza di Ariele

Eravamo al parco quel pomeriggio, avevamo deciso di stare un po' da soli per festeggiare la fine della scuola ed il nostro decimo mesiversario. Ero seduto sull'erba ed Ariele era tra le mie gambe con la testa poggiata al mio petto "Oggi possiamo dormire insieme?" mi chiese ad un tratto iniziando a giocare con le mie dita "Certo amore, ma quando parti per l'anno fuori" dissi baciandole la spalla "Ancora ci vuole, tranquillo amore" sorrise malinconica "Ehi, io ti aspetterò qui a braccia aperte ricordatelo" affermai e lei ingrandì il suo sorriso, unì le nostre labbra in un bacio, che lei intensificò inumidendo il mio labbro inferiore. Era una bellissima giornata, il sole ci scaldava ed una leggere arietta ci accarezzava, ma ciò che rendeva tutto perfetto era lei, la mia piccola dolce Ariele.

La sera

Come d'accordo, Ariele cenò a casa mia; tutto sembrava normale, ma c'erano degli sguardi tra Ari e mamma che non mi convincevano del tutto. Dopo cena, Ari salutò mamma con un caloroso abbraccio, come se non la vedesse mai più, poi strinse forte la mia mano e salimmo in camera mia; come da rituale, presi accendino, sigarette ed uscì fuori seguito da lei "Mi mancherai da morire a New York" disse mentre buttavo fuori il fumo "Anche tu mi mancherai da morire amore mio" risposi stringendola a me "Sei sexy quando fumi, sai?" commentò guardandomi "Grazie amore, anche tu sei sexy quando studi" affermai buttando fuori il fumo  e baciandola "La vuoi fare una cosa figa?" chiese euforica "Che dovrei fare?" risposi dandole corda "Tu devi solo continuare a fumare" affermò ed io capì al volo le sue intenzioni, voleva che le passasi il fumo mentre la baciavo. Sapeva che ero contro il farle provare la sigaretta, ma decisi per una volta di accontentarla, così aspirai la sigaretta e mi fiondai sulle sue labbra rosse, esaudendo il suo piccolo desiderio "Che figata! Ti prego rifacciamolo" mi chiese mettendo su il suo broncio dolce "Questa è l'ultima volta, va bene?" cercai di mantenere un tono duro, ma una risata mi fece crollare; aspirai nuovamente, spensi la sigaretta trattenendo il fumo in bocca e la ribaciai. Quel bacio ci portò a ben altro.

Entrammo in camera, baciandoci con sempre più passione, i vestiti volavano nella stanza, l'intimo cadeva a terra mostrando i nostri corpi nudi; mi buttò sul letto saltandomi addosso, lasciò una scia di baci, morsi e leccate sensuali dalle mie labbra alla mia erezione, a cui dedicò maggiori attenzioni, specialmente alla punta particolarmente sensibile quella volta più delle altre. Mi fece toccare il punto più alto, facendomi svuotare nella sua bocca, poi si sollevò da me e con uno sguardo di sfida, ovviamente finto, ingoiò il mio seme leccandosi anche le labbra; la presi di peso e la feci distendere sotto di me, ripagandola con le stesse attenzioni e ripetendo i suoi gesti quando a venire fu lei.

Mi sollevai leggermente per recuperare un preservativo, ma Ariele mi spinse contro il materasso, impedendomi ogni movimento. Si sedette sulla mia erezione ed iniziò a muoversi lentamente, assaporando ogni singolo piccolo sfregamento tra di noi; dopo un po' notai una certa insoddisfazione in lei, così decisi di prendere il comando. La feci adagiare sul letto e inziai a dare spinte decise e lente, che aumentarono di intensità man mano che si avvicinava il punto più alto del piacere; le mie labbra erano sulla sua spalla, la mordevano e la baciavano per bloccare ogni possibile verso rumoroso, così come le sue erano ferme sul mio collo. Ero lì lì per venire, iniziai ad uscire da lei, che prontamente mi spinse di nuovo dentro premendo i piedi contro la mia schiena e così, tra un bacio caotico ed erotico ed un'ultima forte spinta giungemmo all'apice nello stesso istante. Continuammo a baciarci per altri interminabili minuti, alternavo morsi a leccate e semplici sfregamenti di labbra a succhiattine al suo labbro inferiore; rotolammo tra le lenzuola in modo giocoso un altro paio di volte, prima di separare le nostre bocche e guardarci negli occhi, i suoi erano tormentati da qualcosa "Amore va tutto bene?" le chiesi accarezzandole una guancia, lei sfiorò la mia mano con la sua guancia, godendosi il mio tocco ed infine annuì.

Deskmate || Ignazio Boschetto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora