Chapter 23. Problems

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Tre mesi dopo

Ero seduto nel corridoio dell'ospedale, in preda al panico, all'ansia ed alla paura "Ignazio, sta tranquillo" mamma cercava di consolarmi da un lato e Nina dall'altro "E se andasse qualcosa storto? Non me lo perdonerei mai" dissi preoccupato all'inverosimile "Figliolo, non fare così! Lei ha bisogno di te e del tuo supporto, non dei tuoi dubbi" mi richiamò papà ed io annuì, sebbene la paura mi restasse addosso.

Dopo interminabili minuti, Eleonora uscì dalla porta del reparto "Ignazio, tesoro, devi andare tu" disse per poi abbracciarmi, Ercole si torturava le mani, mentre Ernesto cercava di fermarlo e Gianluca mi fece un occhiolino ed un sorriso, come a dirmi 'Andrà tutto bene, fidati'. Entrai nel reparto e senti subito la voce di Ariele chiamarmi, mi prepararono per entrare con lei e la raggiunsi "Patatina mia, sono qui" le baciai la fronte e lei sembrò calmarsi un po' "Ho paura Orso" disse terrorizzata "Anch'io ne ho piccola, ma so per certo che ce la faremo anche questa volta, insieme. Andrà tutto bene, non ti mollo neanche per mezzo secondo" sorrisi stringendole la mano "Ti amo" affermò "Ti amo anch'io" baciai le sue labbra.

Entrammo nella sala parto e tutte le mie paure divennero realtà. Le urla di Ariele mi ferivano, la sua sofferenza mi faceva male, avrei voluto patire io tutto quel dolore al posto suo "Piccola, respira non entrare in panico. Respira piano, ecco brava" le sussurrai all'orecchio e lei seguì i miei consigli alla lettera. Il resto è tutto un ricordo confuso e senza logica. So solo che all'improvviso sentì un pianto e "Il primo è un maschietto", vidi mio figlio di sfuggita mentre lo portavano ai controlli di routine. Sentì i medici parlottare tra di loro "Amore, che dicono?" mi chiese Ariele "Non lo so piccola, ma non ti preoccupare" cercai di darle forza, in quel momento ne aveva proprio bisogno.

Passarono altri minuti interminabili e finalmente nacque anche la bambina, ma non pianse. "Igna, che succede?" mi chiese spaventata "Non lo so, tesoro non lo so" dissi altrettanto spaventato. I medici iniziarono a muoversi frenetici, l'unica cosa che percepì fu un "Dobbiamo operarla d'urgenza".

Mezz'ora dopo eravamo nella stanza di Ariele, tutti in ansia per la piccolina. Qualcuno bussò alla porta ed entrò pochi secondi dopo "Buonasera, ho portato il piccolino ed il certificato di nascita di entrambi, mancano solo i nomi" disse l'infermiera visibilmente a disagio "Certo, ahm solo che non avevamo scelto i nomi" rispose Ariele, io mi avvicinai alla culletta per vederlo e come un fulmine mi venne subito in mente un nome "Davide" dissi senza neanche accorgermene "Davide ed Andrea Boschetto" ripetè Ariele sorridendo "La bambina la chiamate Andrea?" chiese mamma confusa ed io annuì, ora capivo perchè Ariele voleva metterle quel nome.

Erano ormai le otto e mezza, nessuno ci dava notizie di Andrea ed Ariele era sempre più disperata "Orso e se non ce la facesse?" chiese con la voce rotta "Ce la farà, la nostra piccolina ha la forza e la grinta per farcela" le baciai la guancia e la coccolai un po', accanto a noi Davide dormiva tranquillo. Ad un tratto, entrò un dottore in camera "Buonasera, siete i genitori di Andrea, vero?" ci chiese e noi annuimmo "La piccolina sta bene, ha superato l'intervento senza alcun problema. Ora il suo cuoricino funziona come deve, però bisogna tenerla sotto osservazione" ci informò "La potremmo vedere?" domandai sollevato "Domani mattina, dopo i test ve la porteremo qui in camera" sorrise e si congedò. Eravamo più sollevati, finalmente la nostra bambina stava bene e presto l'avremmo potuta vedere.

La mattina seguente

Come promesso dal medico, la mattina successiva la culla di Andrea fu spinta nella camera di Ariele e la vedemmo per la prima volta: era dolcissima e piccolissima, con i capelli neri e due grandi occhioni verdi. Poco dopo ci raggiunse anche il medico "Ho i risultati dei test, Andrea sta benone. Tutti i valori sono nella norma" disse consegnandoci una delle due cartelle che teneva tra le mani "Ora però dobbiamo affrontare un altro discorso, che riguarda lei signora" cambiò tono diventando serio "D-dica pure" Ariele tremò "Le hanno mai detto della sua disfunzione cardiaca?" domandò "No, i miei genitori non me ne hanno mai parlato" rispose "Aspetti un attimo dottore, che sono arrivati" dissi mentre Ercole ed Eleonora entravano nella stanza "Salve dottore" lo salutarono "Salve signori...?" li salutò "Ginoble, dottore. La piccolina come sta?" intervenne Ercole "Sta bene, i valori sono rientrati ma ciò che più mi preoccupa è la disfunzione cardiaca di sua figlia" rispose "Disfunzione cardiaca?" disse sconvolta Eleonora "Sì, signora. Non è nulla di preoccupante ma è doveroso tenerla sotto controllo. Soprattutto nei periodi di forte stress, come quello del parto" spiegò "Cos'ha di preciso, dottore?" Ercole manteneva il sangue freddo "Quando è sotto una grande pressione od un forte stress, il cuore di sua figlia non riesce a pompare il sangue in modo sufficiente e ciò la porta alla perdita dei sensi. Come vede non è nulla di così grave, ma a lungo andare la situazione potrebbe peggiorare, quindi consiglio a sua figlia di non stressarsi troppo. In caso ciò non sia possibile, prenda la medicina che le prescrivo" chiarì e ci salutò.

Deskmate || Ignazio Boschetto Donde viven las historias. Descúbrelo ahora