Capitolo 7

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Il sole splendeva nel cielo di Parigi e alcuni dei suoi raggi entravano nella stanza di Cat, che si coprì la faccia ancora addormentata. Era una mattina come le altre tranne per un nuovo esserino.
«Cat, svegliati.– cercò di svegliarla Trixx scuotendola leggermente. Visto che non aprì occhio, la kwami le tirò una ciocca di capelli –Svegliaaaaa!».
«SONO SVEGLIA!» la ragazza si mise seduta di scatto, facendo volare via la volpina. Quando Cat se ne accorse le si avvicinò e la prese tra le mani. «Scusami Trixx».
«Non importa.» disse la kwami, sorridendo.
«Che ore sono?» chiese la ragazza, cercando con lo sguardo l'orologio in camera.
«Mmm.....credo le 7:50.» rispose Trixx.
«COSA?!» urlò Cat, rischiando di far cadere di nuovo la kwami, che per fortuna riuscì a riprendere al volo.
La mise sulla scrivania. «DEVO PREPARARMI! È TARDI!» urlò ancora la ragazza correndo nel bagno. Uscì con lo spazzolino fra i denti e il pettine fra i capelli. Prese la solita felpa arancione e i jeans grigi. Li mise con difficoltà visto che correva da una parte all'altra della stanza.
«Cat, calmati. Se continui ad agitarti farai ancora più tardi.» disse Trixx mentre si grattava l'orecchio destro.
La ragazza si fermò.
«Hai ragione.» disse con lo spazzolino in bocca. Andò in bagno e lasciò lo spazzolino. Si sistemò i capelli legandoli in una ciocca, lasciando che delle ciocche le incorniciano il viso.
Si mise le sue scarpe da ginnastica e uscì dalla stanza con lo zaino in spalla, dove ovviamente era nascosta Trixx.
«Mamma...– disse e continuò quando vide che la donna si era accorsa di lei –Charlotte è già uscita?».
«Sì.» rispose.
«Oh no, devo correre».
«Aspetta Cat– la ragazza si fermò –ricordati che oggi è il compleanno di tua sorella e devi farle un regalo».
Il compleanno, se l'era completamente scordato.
«Lo comprerò dopo la scuola.– disse Cat –Ora però devo andare, ciao mamma».
Non le diede nemmeno il tempo di rispondere che corse via come una furia.

Arrivò davanti alla scuola con l'affanno. Si piegò sulle gambe e aspettò che il suo respiro ritorni normale. Non c'era nessuno fuori il portone, quindi la ragazza dedotte che erano già entrati tutti.
Allora corse dentro verso la classe.
«Cat, rallenta, rallenta!» diceva Trixx, facendo uscire la testa dallo zaino.
La ragazza, non fermandosi, girò la testa più indietro possibile per guardare la kwami anche solo con la coda dell'occhio.
«Trixx, nasconditi. Non usc–» non riuscì a finire la frase che si scontrò contro qualcosa, anzi qualcuno.
In un attimo si ritrovo con le mani e le ginocchia a terra, a guardare un ragazzo, quel ragazzo.
Si trovava sopra di lui, con lo zaino caduto lì vicino insieme a quello di Alex. Nessuno si mosse, si guardarono soltanto, silenziosamente.
Cat guardava i suoi capelli, non li aveva mai visti completamente a causa del capuccio della felpa. Erano neri e spettinati, ma comunque perfetti. Guardò anche i suoi occhi: c'era qualcosa di misterioso in loro e questo li rendeva più affascinanti e magnatici.
"Bellissimi.....come lui." pensò la ragazza, che subito scosse leggermente la testa per scacciare via questi pensieri.
Anche Alex si godeva lo spettacolo. Ammirava i suoi occhi marroni chiaro mentre le due chiocche, che le incorniciavano il viso, gli toccavano le guance facendogli un leggero solletichio.
Ogni tanto guardava anche le sue labbra, sembravano così soffici e morbidi e moriva dalla voglia di mordergliele.
Rimasero così per qualche minuto finché la ragazza non iniziò a parlare.
«S-scusami, n-non volevo.» disse, facendo per alzarsi. Ma il ragazzo le prese le braccia e ribaltò la situazione, facendo rimanere lei sotto. «A-Alex...?».
Il ragazzo non disse niente. Avvicinò lentamente la testa al collo della ragazza. Cat sentiva il suo fiato caldo e il suo respiro irregolare sul collo. Non riusciva ad obiettare, qualcosa nel suo corpo non le faceva muovere muscolo. Riuscì solo a chiudere gli occhi, mentre le labbra di Alex le sfiorava il collo.
D'un tratto il ragazzo si alzò, lasciando la ragazza a terra.
«Alzati e vai in classe, micio, prima che mi vengano strane idee.» disse con un tocco di malizia, prendendo lo zaino andandosene subito dopo, come se non fosse successo niente.
Cat, che si era appoggiata sui gomiti per guardarlo, si alzò, ancora arrossata a causa dell'imbarazzo, e prese il suo zaino.
Intanto Trixx ridacchiava divertita, nascosta nello zaino.
La ragazza lo notò.
«Cosa c'è di tanto divertente?» chiese irritata.
«Qualcuno si è innamorato.» disse la volpina, continuando a ridacchiare.
«Io non mi sono innamorata. E tu smettila di fantasticare. Non succederà niente tra me e Alex.» disse sicura Cat.
«Dicono tutti così e poi...– la kwami fece un rumore di baci seguito da alcune imitazioni –Oh, Alex, quanto sei figo, ti amo!».
«Ma smettila!» disse seccata la ragazza.
Controllò l'orologio: le 8:10.
«Sono in ritardo. Sono in ritardo. Sono.In.RITARDOOOO!!» disse, correndo verso la classe.
«Non correre Cat.» disse Trixx, stanca.

Intanto i pensieri di un ragazzo erano tutti per quella ragazza.
«Oh, Cat...giuro che sarai mia».

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