Capitolo 15: Senza voltarsi indietro

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La mia testa è stranamente vuota quando torno a casa. Durante tutto il giorno è sempre stata affollata da mille pensieri. Ma ora? Ogni cosa che mi aveva dato fastidio è semplicemente scomparsa.

Ho raggiunto il mio limite. Probabilmente, se continuo così, diventerò pazzo. Continuo a rigirarmi sul letto prima di strisciare verso la Play e provare a giocare un po' per distrarmi. Peccato che io non sia assolutamente dell'umore per farlo.

"Maledetto Phun." Decido di prendermela con lui anche se non è presente. Riesco quasi a trarne sollievo. Maledirlo e incolparlo di ogni cosa è quasi terapeutico.

"Maledetto Phun! Coglione! Maniaco! Pervertito! Manipolatore! Puttano! Sei un...un...!" Quale altra offesa potrei usare?! Continuo a pensare ad altri insulti completamente frustrato. Mollo un calcio a un cuscino abbandonato sul pavimento, facendolo volare dall'altra parte della stanza.

"Maledizione..." Non so davvero cos'altro urlare. Cammino avanti e indietro per la stanza, lamentandomi e sentendomi intrappolato in un angolo, senza via d'uscita. Ma poi, finalmente mi viene un'idea.

Bang! Bang! Bang! Bang!

"Noh! Dove stai andando?! Non correre per le scale!"

"Vado a casa del mio amico, torno subito!" Urlo in risposta a mia madre, prima di lanciarmi sul mio motorino e partire.

***

Ed eccomi qui, ancora una volta di fronte a questa enorme villa. Parcheggio il motorino di fronte alla Residenza Phumipat e lancio uno sguardo al secondo piano del palazzo. Le luci in camera di Phun sono accese, quindi è già arrivato a casa.

Ma cosa sono venuto a fare qui? Cosa ho intenzione di dirgli? Come faremo a risolvere questa situazione? Non ne ho la minima idea. So solo che abbiamo bisogno di parlare.

La strada di fronte alla Residenza Phumipat è diventata ormai la mia palestra personale, visto che continuo a camminare avanti e indietro fino allo sfinimento. Non sono ancora del tutto convinto di voler entrare. Ma poi un'enorme auto percorre la strada diretta verso il cancello, e sento qualcuno chiamare il mio nome dai sedili posteriori attraverso il finestrino abbassato. "P'Noh?"

Nong Pang?!

"Sei qui per vedere p'Phun?" Più imbarazzante di così... Improvvisamente mi sento come uno di quei ragazzi gay troppo appiccicati al loro ragazzo.

Ma lei sembra godersi la scena. -__-''

"Perché non vieni dentro?" Visto? Le rivolgo un sorriso stanco. La sorellina di Phun aziona il telecomando per aprire l'enorme cancello della proprietà. Mi permette anche di trascinare dentro il mio motorino, per parcheggiarlo vicino al garage pieno di splendide macchine europee.

"Torni spesso a casa così tardi?" Inizio una piccola conversazione per educazione, mentre Pang scende dalla macchina. Indossa ancora la divisa della scuola. Beh, anch'io. Ma indosso un paio di flip flop al posto dei mocassini.

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