Capitolo 2

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Il sole brillava e riscaldava l'aria nella città di Parigi. Non c'era nessuna nuvola e il cielo era di un azzurro chiaro.
"Sarei potuta andare al mare invece di stare a scuola." pensò Cat mentre percorreva il lungo marciapiede che l'avrebbe portata a scuola.
Ogni tanto guardava la collana che le aveva regalato la madre. Il ciondolo si rifletteva al sole ed era più luminoso e chiaro. Era incantata da quel gioiello.

Arrivò a scuola e, per sua fortuna, non erano ancora iniziate le lezioni. Difatto tutti i ragazzi erano fuori dall'istituto, a parlare, scherzare o rincontrare amici che non vedevano dallo scorso anno. Fece un sospiro di sollievo e si sedette su un gradino della scala che portava alla porta d'ingresso. Prese il suo album e iniziò a disegnare mentre aspettava il suono della campanella. Intanto una figura la osserva di nascosto.
«Sei davvero brava a disegnare.» disse all'improvviso la figura. Dallo spavento Cat fece cadere l'album. La sconosciuta ridacchiò un po' mentre usciva dalle aiuole.
«Scusami, non volevo spaventarti.» disse e le ridò l'album. Catherine la guardò bene: era una bella ragazza di carnagione scura, aveva i capelli marroni e gli occhiali.
«Non importa, sono io che non mi sono accorta di te.» disse. Infatti la ragazza quando disegnava non si accorgeva mai di quel che le succedeva intorno.
«Comunque io sono...» la sconosciuta venne interrotta da una voce che veniva da lontano. «ALYA! ALYA!».
Le due ragazze girarono lo sguardo verso il richiamo e videro una ragazza correre. Aveva i capelli neri legati in due code, una carnagione chiara e portava con sé un sacco di fogli. Quando riuscì a raggiungerle aveva il fiatone.
«A quanto pare ti chiami Alya.» disse Cat. Alya sorrise mentre la corvina stava ancora cercando di riavere un respiro regolare.
«Sveglia la ragazza!» disse la mora per poi ridacchiare.
Finalmente la ragazza riuscì a parlare. «Sono in ritardo?» chiese.
«No, sei in anticipo.» disse Alya.
Ci volle un po' prima che si accorgesse della nuova arrivata.
«Oh, scusami, che sbadata! Io mi chiamo Marinette.» disse la corvina per poi sistemare le carte per riuscire a tenderle la mano.
Cat sorrise e le strinse la mano.
«Piacere, io sono Catherine, ma potete chiamarmi Cat.»
«Il piacere è tutto mio Cat.» disse Marinette.
«Sai Marinette, ho scoperto che disegna bene come te.» disse Alya.
Cat arrossì un po'.
«Davvero? Posso vedere?» chiese Marinette.
«Solo se tu mi fai vedere i tuoi disegni.» disse Cat.
La corvina si sedette vicino a lei e Alya fece lo stesso. Ognuno vide i disegni dell'altra, tutte quante meravigliate da quello che vedevano. D'un tratto suonò la campanella e una grande folla di gente entrò nell'edificio.
«Sarà meglio andare.» notò Cat.
«Hai ragione, andiamo.» disse Alya.
Dopodiché presero le proprie cose ed entrarono.

Arrivarono nella loro aula. Con grande sorpresa Cat scoprì di essere nella stessa classe con le ragazze che aveva appena conosciuto.
Appena sulla soglia Marinette si nascose dietro la mora, che rise un po'.
«Che è successo?» chiese Cat.
«C'è Adrien.» rispose Marinette, indicando i banchi in prima fila, dov'erano seduti due ragazzi che chiacchieravano.
«Chi? Quello con il cappello?» chiese Cat.
«No, quello è Nino.» rispose Alya.
«Il mio Adrien, è così carino.» disse Marinette mentre aveva la testa tra le nuvole. Era chiaro che non le stesse ascoltando.
«Allora ti piace.» disse Cat, facendo tornare "l'innamorata" in terra.
«N-no....in realtà sì...no.» disse Marinette, balbettando.
«Vacci a parlare.» propose la ragazza.
«Nononono, farei una brutta figura. Forse è meglio di no.» disse Marinette.
«E invece è meglio di sì.» intervenne la mora.
Le due portarono Marinette vicino ai banchi in prima fila con forza.
I due ragazzi se n'è accorsero. La corvina si mise subito in posizione eretta.
«Ehm...ciao...» disse.
«Ciao!» dissero in coro i due ragazzi.
Cat vide Marinette e si accorse che era troppo nervosa.
«Ehi, tu sei nuova?» chiese Nino, indicando Cat.
«Sì, io sono Catherine, ma potete chiamarmi Cat.»
«Piacere, io sono Nino e lui è Adrien».
La ragazza stava per prenderli le mani quando la sua collana venne presa da una persona sconosciuta, che la stava praticamente strangolando, tirando verso di sé il ciondolo per vederlo.
«E tu questa la chiami "collana"?» disse la sconosciuta.
Tutti alzarono lo sguardo verso di lei.
Era una bionda con dei vestiti che sembravano molto costosi e alla moda.
«Lasciala.» disse Alya.
«E perché dovrei?» disse la bionda.
«È la mia collana.» disse Cat, mettendo in evidenza la parola "mia".
«Già, infatti solo una collana del genere può appartenere a una persona come te.» disse la bionda, ridendo. Riuscì a toglierle la collana.
Cat si stava davvero arrabbiando: quello era un gioiello di famiglia ed era molto importante per lei.
«Ridagliela, Chloé.» intervenne Adrien, alzandosi in piedi.
«Ma, Adrienuccio, la sto solo guardando.» disse Chloé, fingendosi innocente.
Ora anche Marinette si stava arrabbiando.

Cat le stava per dare un pugno quando qualcuno le fermò la mano. Si girò per vederlo ma vide solo una figura con il cappuccio girato di lato, per questo non riusciva a vederlo in faccia.
Ci fu un momento di silenzio. Tutti erano sorpresi, molto probabilmente perché nessuno lo aveva mai visto.
All'improvviso a rompere il silenzio fu lo sconosciuto.
«Ridalle la collana.» ordinò alla bionda, freddamente.
«Chi sei?» riuscì a dire Chloé.
«Ora questo non è un problema, ridagliela o ne avrai.» disse lo sconosciuto, minacciandola.
La bionda, impaurita, diede la collana allo sconosciuto e andò al suo posto.
Lo sconosciuto si girò verso Cat, facendole vedere il suo viso. Aveva la carnagione chiara, i capelli neri e gli occhi scuri. Era così vicino che Cat poteva distinguere l'iride con la pupilla. Però c'era qualcosa di strano nei suoi occhi.
Nessuno parlò, si limitarono a guardarlo senza dire una parola.
«Un "grazie" sarebbe gradito.» interruppe il silenzio lo sconosciuto, seccato. Cat si riprese.
«Non ti ho chiesto di aiutarmi, me la sarei cavata anche da sola.» disse, riprendendosi la collana.
«Sì, come no. Ti avrebbero portata in presidenza e saresti stata in punizione già dal primo giorno.» disse il ragazzo.
Si lanciarono due occhiatacce come segno di sfida.
Intervenne Adrien, al fine di evitare un litigio.
«Scusatemi per il comportamento di Chloé. Avvolte può essere...»
Venne interrotto da Alya che continuò «Viziata, arrogante, maleducata?»
«Già.» disse Adrien.
«Tranquillo Adrien, non ti devi scusare per lei. Non è colpa tua.» lo consolò Marinette.
«Grazie Marinette.» Adrien le sorrise e per poco la corvina non esplodeva di gioia.

Suonò la campanella che segnava l'inizio delle lezioni.
I ragazzi andarono ai loro posti: Adrien e Nino in prima fila, Marinette e Alya dietro di loro e Cat e lo sconosciuto negli ultimi banchi, dietro le due ragazze.
"Fantastico, lo dovrò sopportare per tutto l'anno." pensò Cat e sbuffò subito dopo.
Entrò la professoressa che fece l'appello. A quanto pare lo sconosciuto si chiama Alex.
Dopo l'appello iniziò la lezione.

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