Chapter 6. 'I want to try'

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All'ora di pranzo mi preparai un'insalata e mi buttai sul divano in salotto, accendendo sul mio profilo su Nextflix pronto a vedermi la mia saga preferita 'Harry Potter', all'improvviso sentì il campanello suonare. Scoglionato mi alzai ed andai ad aprire: era Ariele "Ciao" dissi sorpreso di vederla "Ciao, posso entrare?" chiese con un sorrisetto tenue sulle labbra "Vieni" la feci passare e poi chiusi la porta. La condussi fino al salotto e la feci accomodare sul divano "Vuoi qualcosa da bere?" chiesi grattandomi la nuca in imbarazzo; lei era qui, anche se non avrebbe dovuto essere qui. "Ahm, un bicchiere d'acqua grazie" sorrise ed io mi congedai andando in cucina a prenderle un bicchiere, tornai dopo qualche minuto dopo "Fan di Harry Potter?" mi chiese dopo aver preso il bicchiere dalle mie mani facendole sfiorare con le sue "Sì, te?" risposi sedendomi accanto a lei, ma comunque mantenendo una certa distanza di sicurezza "Uhm, no. Quello fissato è Gian" ridacchiò posando il bicchiere accanto al computer sul tavolinetto "Come mai oggi non sei andato a scuola?" chiese poi voltandosi verso di me "Non mi andava, tu invece?" risposi cercando di non guardarla negli occhi "Nemmeno a me" affermò iniziando ad avvicinarsi a me "Come mai sei venuta?" chiesi forse un po' brusco "Ero da sola a casa e mi stavo annoiando, così ho pensato che sarei potuta passare da te" arricciò una ciocca di capelli guardando verso il basso "Gian ed Erni non ci sono?" chiesi "No, Gian è con un suo vecchio amico ed Erni è all'allenamento di calcetto" rispose alzando lo sguardo "Vecchio amico?" chiesi poggiando la testa sul divano "Sì, è di qua vicino. Di Naro, mi pare... Si chiama Piero" sorrise "Provaci" la buttai lì e lei mi guardò confusa "Con questo Piero, dico, provaci. Hai sorriso quando hai detto il suo nome" le chiarì il discorso, passando una mano nei miei capelli "Non saprei nemmeno da dove cominciare" scosse la testa "Potrei aiutarti a conquistarlo" le offrì il mio aiuto, nonostante la gelosia mi divorasse il fegato "Se tu percepisci la nostra attrazione, io percepisco la tua gelosia. Sei sicuro di quello che dici?" inarcò un sopracciglio per poi scoppiare a ridere "Ari, smettila di provocarmi" l'avvisai con tono dolce "E tu baciami" disse mettendosi seduta accanto a me "A-ari, n-no" cercai di non cedere alle sue labbra così rosee ed invitanti "Faccio così schifo?" chiese in un soffio "Non fai schifo, anzi, sei davvero bella Ari. Te l'ho hià detto ieri sera, il problema sono io, non tu" le accarezzai la guancia "E perchè Miranda, perchè Valentina e perchè Esther possono averti ed io no?" poggiò la sua fronte contro la mia in modo disperato "Perchè loro sono un passatempo, uno sfogo e basta, mentre tu sei molto di più" sussurrai contro le sue labbra.

Quella vicinanza era troppo pericolosa, ma nè io nè lei avevamo la forza di allontanarci "E perchè se sono molto di più non mi vuoi?" incastrò i suoi occhi nei miei, ed io in quel momento decisi di essere sincero, fino in fondo "Non è che non ti voglio. Il fatto è che io quando lo faccio sono rude e tendo ad essere violento. Se ho questo 'attacco di aggressività', chiamiamolo così, con Esther o Miranda non fa nulla, a loro piace essere prese e sbattute violentemente contro un muro. Ma se questo accadesse con te, mi prenderei a calci da solo, perchè non sei abituata a tutto questo, perchè meriti di fare l'amore e non del semplice e solo sesso appagante, perchè meriti di essere trattata come una principessa anche tra le lenzuola. Per questo ti sto supplicando di provarci con questo Piero, perchè io non sono quello giusto" parlai con il cuore in mano "E invece riuscissi a controllarti?" accarezzò la mia guancia con dolcezza "Non lo so, potrei come non potrei" fissai le sue labbra socchiuse e carnose "Provaci, proviamoci. Io voglio te, solo te" mi chiese accarezzandomi la nuca "Ari" sussurrai a pochi millimetri dalle sue labbra "Baciami, Boschetto" disse supplicandomi continuando a lasciarmi piccole coccole.

Poggiai le mie labbra sulle sue, muovendole lentamente, assaporandola piano. Socchiuse leggermente la bocca ed io ne approfittai per far unire le nostre lingue; la sua faceva piccoli movimenti, si faceva guidare ed avvolgere dalla mia, più esperta. Le sue mani piccole e fredde stringevano alcuni ciuffi dei miei capelli, mentre le mie calde e grandi le accarezzavano i fianchi, spostandola sul mio bacino. Era bellissimo stare lì, con lei a baciarci lentamente, gustandoci a pieno il sapore dell'altro; amavo questo suo essere inesperta ed amavo soprattutto il fatto che si facesse guidare da me in tutto e per tutto, facendomi sentire anche più virile, di quando sbatto quelle coglione là.

Deskmate || Ignazio Boschetto Where stories live. Discover now