Capitolo 5

678 28 3
                                    

Lei trasse un profondo respiro e deglutì: "un'ultima cosa. Come si uccide un alieno?"

"perché lo chiedi?" le domandò Davide, con curiosità.

Lei allargò le braccia: " Vorrei saper difendermi in caso i tuoi amici non ci riuscissero"

Lui finse ammirazione e lei lo rimproverò con lo sguardo: " non fare quella faccia , so che mi stai prendendo in giro. Cosa c'è ? Non mi credi capace?" ribatté offesa.

"Cerca di non cacciarti nei guai Rebecca. Non è un gioco. Gli Aleni sono creature velocissime , potenti e possono essere uccise soltanto se colpite con uno stiletto o un proiettile al cuore. "

" e..." si sentì in dovere di precisare " soltanto determinati stiletti e proiettili possono raggiungere lo scopo "

Le mostrò , infatti, il pugnale che prima aveva nuovamente nascosto sotto la felpa: " questo non è uno stiletto qualunque " spiegò , mentre lei per la prima volta da quando aveva visto quella piccola arma ne rimaneva affascinata per la sua particolare bellezza . La lama era incantevole e scintillava nonostante la fioca luce del giorno. La piccola elsa , invece, era d'oro con intagli in argento, che davano l'impressione dell' edera intorno ad una piccola colonna antica .

Ma ciò che la colpì molto era che aveva un piccolo pomolo sferico dello stesso materiale della lama con particolari incisioni e simboli. C'era anche una D stilizzata, l'iniziale del suo nome.

"La lama e il pomolo sono di diamante " la informò, quando vide gli occhi color nocciola di lei scintillare per la meraviglia.

"Diamante?" chiese esterrefatta, per poi iniziare a sfiorare lo stiletto con le dita.

Davide annuì e aggiunse: " ogni cacciatore ha uno stiletto come questo e dei proiettili di diamante. Gli vengono consegnati all'inizio del suo addestramento . "

" Beh, allora basta avere un po' di diamante e colpirli a morte "concluse lei con semplicità , riconsegnandogli lo stiletto.

Il biondo rise e scosse la testa : " Per colpire un Aleni con questo "- disse indicando con lo sguardo la piccola lama affilata - "devi prima avvicinarti a lui , e ti assicuro che non è semplice . Loro possiedono poteri pericolosi . Alcuni di loro percepiscono le paure delle loro prede e riescono ad ingannare le loro menti con giochetti assurdi ."

" ne hai mai ucciso altri prima di oggi ?" domandò lei quando lui fermò la macchina a pochi passi da casa sua.

" Sì, qualche anno fa " ammise lui con tono di voce cupo.

"Adesso è meglio che non ti dica più nulla " tagliò corto " ti ho già dato molto su cui pensare , rispondendo a molte delle tue domande."

Lei annuì : " Hai ragione. Basta così, altrimenti il mio cervello potrebbe scoppiare, ma voglio che tu sappia una cosa..."

Ormai erano arrivati. Per riportarla a casa Davide non aveva avuto il bisogno di chiederle la strada, la ricordava perfettamente per via di Clara. Era sempre rimasta impressa nella sua memoria sin dal primo giorno che aveva riaccompagnato Clara a casa per la prima volta, seppur con i mezzi e non ancora con una macchina propria. Vedendo il piccolo balcone dell'appartamento al terzo piano provò una strana emozione che cercò di allontanare per non provare dolore. Fermò l'auto a debita distanza dal bianco palazzo , sul margine destro della strada . In alcun modo voleva che i genitori di Rebecca non potessero vederlo, specialmente se in compagnia della loro secondogenita.

In seguito, lasciò che il suo sguardo penetrasse in quello di Rebecca.

"Cosa devo sapere?" le domandò lui con evidente curiosità negli occhi.

Mi fido di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora