Chapter 1. First Day

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14 settembre
Ore 07.59
Ero in cortile con i miei migliori amici, quando suonò la campana. Entrai a scuola, seguito dal mio gruppetto; eravamo quelli più conosciuti e fighi della scuola, dal primo al quinto anno, tutti sapevano i nostri nomi, cosa che non avrei mai detto al mio arrivo qui a Marsala, eppure era così.
"Ignà vieni è di qua l'aula" mi richiamò Nicolas imboccando il corridoio azzurro "Sì, eccomi" dissi raggiungendolo con due grandi falcate, la mia altezza me lo permetteva.
Trovammo l'aula e ci fiondammo dentro, ritrovai tutti i miei compagni: c'era Elisabetta, la classica figlia di papà; Federica, la emo; Miriana, che ci provava con tutti, anche con il sottoscritto. Presi il solito posto: fila centrale, ultimo banco. Da lì avevo tutta la classe sott'occhio, ed inoltre, essendo dispari in classe, non dovevo dividerlo con nessuno.
Ero molto chiassoso e circondato sempre dai miei compagno, quindi non ero mai solo.
Controllai le notifiche sul telefonino: nulla di interessante, a parte un messaggio di Ivan "Primo giorno, prima ora: Inglese, prof.ssa Veni" "E che cazzo, no!" imprecai, quella donna mi odiava a morte, ogni minimo problema o rumore durante la sua ora era colpa mia, e certamente averla a prima ora il primo giorno di scuola era una condanna a morte.

La strega entrò seguita da una ragazza con dei lunghi capelli neri, ben vestita e decisamente magra, oserei dire troppo. La vecchia si sedette sulla sedia, aprendo la sua boccaccia "Buongiorno ragazzi. Quest'anno è molto importante, fonderete le basi per i vostri esami di maturità dell'anno prossimo, quindi studiate. Ho degli annunci importanti da farvi:
1. Quest'anno avverrà lo stage nel Regno Unito, quindi ci prepareremo al meglio;
2. Spero abbiate messo la testa a posto quest'anno, soprattutto lei Boschetto; (lanciò la prima battutina di merda la vecchia)
3.Vi presento la vostra nuova compagna di classe, Ariele Ginoble, prego cara siediti all'ultimo banco della fila centrale, accanto a quell'energumero di Boschetto, magari riuscirai a farlo studiare un po' di più" le sorrise dolcemente, per poi spostare lo sguardo verso di me con disgusto "Troia" mugugnai a bassa voce.
La mora, o meglio, Ariele avanzava lentamente verso il mio banco. Si sedette sulla sedia accanto alla mia senza fiatare, poggiò le braccia sul banco; tutta la classe la stava squadrando, soprattutto Miranda. Lei teneva lo sguardo basso, ignorando tutti quegli occhi puntati addosso, le allungai la mia mano "Sono Ignazio" mi presentai, lei si voltò concentrandosi sulla mia mano, e, mentre io ero colpito dal verde chiaro intenso dei suoi occhi, sentì qualcosa di freddo e piccolo stringere la mia mano grande e calda: stava stringendo la mia mano sussurando con una voce piccola e dolce "Ariele".

La prima metà della giornata passò in fretta, a risvegliarmi fu il suono della campanella della ricreazione. Mi alzai dalla sedia ed uscì fuori da quell'aula, percorsi il corridoio e andai in cortile, a prendere un po' d'aria fresca in pace. Il mio piano però, almeno in parte fallì, dato che Miranda mi si piazzò accanto abbassando la scollatura della maglietta "Boschetto, mi sei mancato durante queste vacanze" ammiccò sbattendo le ciglia più volte "Davvero? Mi fa piacere" le risposi senza troppi entusiasmi, mentre uscivo un pacchetto di sigarette dalla tasca "Ne vuoi una?" le chiesi e lei accettò di buon grando, accesi entrambe le sigarette ed incominciai a fumare. "Ma certo che quella nuova è strana" commentò buttando fuori il fumo "Lo siamo tutti il primo giorno" risposi semplicemente posando i miei occhi su Miranda "Oggi pomeriggio che fai?" parlò con la sua voce stridula, tipica da figlia di papà "Non lo so, se sono libero di chiamo" optai per una mezza bugia buttando poi a terra il mozzicone e tornai in classe; ma ovviamente lei mi seguì come un cagnolino fedele "Ti siedi con me? Dai, ci divertiremo" mi trattenne nel mezzo del corridoio "Meglio di no, Miranda" mi liberai dalla sua presa ed entrai in classe, lasciandola in corridoio.
Non c'era nessuno, apparte Ariele.
"Sei rimasta qua da sola?" le chiesi, sussultò spaventata, non si aspettava nè il mio ingresso, nè tantomeno la mia domanda, ma poi annuì soltanto. "Il gatto ti ha mangiato la lingua?" le dissi divertito dal suo silenzio inutile, cazzo eravamo solo io e lei! Lei mi guardò, mi fece una linguaccia e tornò a scrivere "Okay, sto zitto" risi. Al suono della campanella, la classe piano piano si ripopolò. Notai lo sguardo dispiaciuto di Miranda, nel vedermi seduto al mio posto accanto ad Ariele, per giustificarmi le alzai le spalle e le feci segno di chiamarmi pomeriggio.
Inutile dire che sul suo viso si dipinse un'espressione di pura felicità.

Deskmate || Ignazio Boschetto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora