capitolo 8

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Maryilin continua...

-"Cara, eh senti per quanto riguarda Peter..."

-"Peter va bene così." Rispondo seria

-"Oh... si va bene così"
Riattacco il telefono.

Jack si compiace con un sorrisino nascosto, troppo esposto dalle fossette che gli occupano le guance, io vado al piano di sotto.

-"non sei più convinta sia un principe azzurro, non è così?" dice a bassa voce.
io mi fermo sulle scale, mi volto verso di lui che è dietro di me:

-"non lo sono mai stata"
non mi andava di stare in mezzo a questi loro battibecchi, butto esausta sul divano e torno a fissare la pioggia.
Un vecchio orologio indica essersi fatte le 3 passate di pomeriggio, non ci credo, il tempo è passato in un nonnulla, il silenzio invade la stanza per 5 minuti.
Non lo stesso silenzio di prima, è un silenzio desolante. La mia aria scocciata non è mai difficile da interpretare, ed il modo di porsi di Jack è sempre lo stesso, sempre sprezzante, ma non é importante. 

-"dovremmo mangiare, l'unica cosa che ti posso raccomandare è del pane fresco, non di certo cose preparate da mia zia sottovuoto uno o due anni fa" mi dice

Si mette a gingillare con i piatti e le forchette, bocce di melenzane, pomodori...
-"io non ho fame..."
Rispondo con tono vago e disinteressato, Lascia violentemente ciò che aveva in mano e sale le scale in modo brusco. Sento bene il livello di tensione che si alza con quel ragazzo, è come una bomba a mano, in grado di scoppiare da un momento all'altro. Pensandoci meglio non mi sarei dovuta frapporre tra lui e Peter, ecco Jack, che scendendo le scale porta in mano una coperta di plaid.

-"mettila, non voglio che ti prenda di freddo, il raffreddore viene a tutti guarda"

-"grazie"Dico sospettosa.

Ancora prima che possa coprirmi un brivido di freddo mi avvolge e Jack sfiora la mia pelle intento a mettermi la coperta addosso. Io sospiro e lui mi sposta i capelli ancora umidi.
Lunatico ecco com'è che pare. 

[...]

Sono passate già un po' di ore da quando sono intrappolata qui con Jack, e più il tempo passa meno imbarazzo pesa nella sua compagnia. 
Sono le 7 di sera oramai, poi non so perchè Jack esce l'argomento di Peter, non so perchè Jack ne parla, ma non mi sembra una buona idea.
-"oggi era tutto il giorno fuori... Peter"

-"già"
Rispondo io quasi insospettita.

-"si bhe... doveva andare in paese, sai com'è, comprare roba"

-"sì quella... roba lì..." rispondo come se avessi colto il concetto

-"doveva incontrare la sua fidanzata." getto un morso al mio labbro inferiore e il diaframma fa un balzo, bene.

-"sto scherzando ahaha"

Come scherzando? Lui scherza adesso?
Prendo un cuscino e glielo getto addosso ridacchiando, mi ritornano indietro più cuscini di quanti ne abbia lanciati e le piume si aggrovigliano tra i miei capelli.

-"non mi interessa sai? che Peter abbia la ragazza" 

-"lo dici ora" risponde 

-"e non ti basta?"

Essendomi svegliata presto stamattina, comincio a sbadigliare
-"hai sonno?" Domanda.

-"giusto un po" rispondo sbigottita.
Lui si alza di scatto e spegne la luce salendo al piano di sopra.
Io non parlo. Resto sul divano a osservare la pioggia. Ancora.
Tante goccioline figlie di una nuvola, si annidano, sui fiori, tra le tegole del tetto, si nascondono sulle ragnatele.
La luce al piano di sopra si spegne.
Jack è di nuovo qui.

-"sali su... ho preparato il divano, le lenzuola, è tutto pronto per farti dormire, fino alla fine del temporale...''

Io lo guardo sorpesa con un invisibile sorriso sulle labbra.
-"tu non vieni?"

-"cosa c'è? Ti spaventi del buio?"

-"nono... ma pensav..."

-"mh, ti raggiungo tra un istante"
Io salgo lentamente le scale.
Vedo il divano con le lenzuola, sento il rumore della legna che arde, ed il calore del camino proprio di fonte al divano.
Mi avvicino incuriosita e trovo sulla spalliera del divano un'enorme maglietta bianca.
Levo le pieghe, mi infilo in bagno.
Il bagno è tutto rovinato, con il soffitto in legno e la pittura che ricopre le pareti anche sparsa un po' a terra. Ci metto poco a spogliarmi, lavarmi e cambiarmi per la notte.
Appena uscita dal bagno, ancora infreddolita, vedo Jack, pronto ad entrarci al posto mio.
Mi guarda, ma stavolta non negli occhi, osserva i miei capelli, la maglietta che mi ha lasciato. Senza preavviso alcuno avvicina il suo braccio mettendo una mano sul mio fianco e il suo respiro diventa più pesante, come la sua presa. 
Si accosta sempre di più, non togliendo di dosso la mano. Tesa ed in imbarazzo resto immobile fino a neanche socchiudere le labbra, con la bocca all'altezza del suo mento sento il suo fiato su di me,  Dopo un po' lui si allontana spostandomi con un braccio e senza rivolgermi più parola, facendomi perdere il contatto visivo e facendomi recuperare un sospiro di sollievo.
Sarà il caldo del camino, o io infreddolito, il sonno che mi obnubila o Jack qui intorno, ma non mi sento infelice di trovarmi qui, forse sono solo stanca.

Io mi siedo a terra, sul tappeto di fronte al camino e davanti al divano.
Prendo un cuscino e mi sdraio.
Sento il rumore dell'acqua che scorre.
C'è troppo freddo per non potersi coprire nonostante la stagione calda.
È uscito dal bagno, io non mi volto, ma percepisco bene quella sua tensione, che forse è solo mia paura che si avvicini ancora.

Alla fine prende un respiro e come se niente fosse dice:
-"stai bene? Intendo va bene per dormire?"

Ho un filo di voce, preferisco annuire.

-"bene." Dice calmo.

-"credo solo che tu abbia inteso male dove devi dormire, bhe vedi, io sto sdraiato sul tappeto tu sul divano" continua

-"non sarà necessario, sono sicura che sul divano c'è posto per entrambi"

Sbuffa e sorride.

-"non esiste che dormiamo in due su un divano"

Io replico 

-"sono piccola, proviamo"
Vedo sparire quel sorriso dalle sue labbra.

Si trasforma in un volto preoccupato
-"Peter, non ho voglia di sentire le sue solite storie"

Io sbatto le ciglia incredula.

-"non c'è niente da dire, e Peter non ha niente da dire" Dico con un tono quasi alterato.

Lui scende sotto disinvolto.
Io mi accovaccio sul divano mi comprimo con i plaid.
Deve essersene andato molte volte... da casa, e deve essere stato molte volte qui, sembra un posto estremamente vissuto pur essendo usato come semplice mulino, ci sono felpe a terra, fogli sparsi, tante matite, tanta grafite che sporca un po' tutto, e sono abbastanza convinta tutta questa roba sia di Jack, e che questo posto sia una sorta di suo rifugio, forse per quando vuole stare da solo, sta qui. 

I Tuoi Graffi Sulla Mia Pelle.Where stories live. Discover now