Cap 4: Daddy!

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-Jordan è il padre di Aidan?- chiede Harry, prendendomi dolcemente una mano fra le sue. Sospiro pesantemente, ma è serio?! Dio mio, più scemo di così non può essere.

-Dio, Harry, ti sembra una cosa da chiedermi dopo quello che è successo?!- sbotto, alzandomi di scatto dal divano, togliendo bruscamente la mano dalle sue.

-No, cazzo. Ora mi dici la verità!- sbraita lui, alzandosi a sua volta.

-Dovresti, ormai, averlo capito! Il pad- vengo interrotto dallo scattare della porta d'ingresso. Dall'ingresso appaiono Edward mano nella mano con Jules. Vedo sul viso di Harry, formarsi una smorfia di fastidio. Bene, allora non sono l'unico a cui sta sulle palle.

-Ciao.- salutano in coro, io ed Harry li guardiamo per poi ignorarli bellamente. Che si fottano. Ah, lo fanno già, ew.

-Allora Louis?- insiste Harry. Io sospiro e mi giro, senza dire una parola mi dirigo verso la porta.

-No Harry. Non sono cazzi tuoi.- dico con già la porta aperta. Guardo la sua espressione furiosa, ma noto anche un piccola parte ferita nei suoi occhi. Potresti arrivarci da solo, Harry. Io non ti aiuterò.

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Un cazzo di raggio di sole, che sbuca fuori da dietro la tenda mi infastidisce gli occhi, mi rigiro dall'altra parte del letto sbuffando. Una volta girato, trovo il petto nudo e caldo del mio fidanzato che mi guarda con un sorrisino divertito.

-Buongiorno, amore.- mormoro con ancora la voce impastata dal sonno, alzo un po' il viso e lascio un bacio sul pettorale tornito e liscio di Damon. Lui mi mette una mano a circondarmi la vita e l'altra ad accarezzarmi il fianco coperto da una sua maglietta.

-Buongiorno anche a te, piccolo.- borbotta anche lui assonnato.

-Strano che il terremoto non si sia ancora svegliato.- ridacchio sul suo petto. Come si dice? Parli del diavolo e spuntano le corna.
Aidan apre velocemente la porta e corre verso il nostro letto, buttandosi sopra.

-Papi! papi! Oggi è il compeanno!- urla eccitato, sbagliando anche la parola. Damon lo afferra per i fianchi e lo fa stendere fra di noi. Per fortuna siamo entrambi vestiti, chi più chi meno.

-Si dice compleanno, ricciolino. E si! Il mio ometto fa cinque anni!- lo abbraccio per poi fargli il solletico; lui comincia a scalciare e a ridacchiare senza sosta, cercando di liberarsi. Quando è finalmente libero, si stende a cavalcioni sullo stomaco del moro e lo fissa con espressione seria.

-Allora zio, che regalo mi avete fatto?- chiede tutto serio, che io e Damon facciamo fatica a non scoppiare a ridere.

-Io e papi ti abbiamo comprato un bellissimo regalo!- escalma entusiasta Damon, quasi fosse il suo compleanno non quello di Aidan.

-Cosa? Cosa?- comincia Aidan ad insistere per sapere qual è il suo regalo.

-Amore lo sai, i regali si aprono dopo aver spento le candeline ed espresso il desidero. Ora su! Andiamo a fare colazione, anche tu Damon.- dico amorevolmente, per poi guardare divertito Damon che sbuffando si rigira fra le coperte. Afferro Aidan in braccio, poggiandolo su un fianco coperto dalla leggera stoffa della maglietta azzurra che ho preso dall'armadio di Damon, ieri sera. Con il mio bambino in braccio, scendo le scale, dirigendomi in cucina.

-Allora, ricciolino di papino, cosa vuoi mangiare oggi?- chiedo dopo averlo poggiato sul bancone spettinandogli con amore i riccioli biondi.

-Pancakes!!- escalama felicemente. Ho organizzato per lui, questo pomeriggio, una festa di compleanno con tutti i suoi amichetti del parco e dell'asilo a tema "Cars", il film con le macchinine parlanti di cui Aidan ma matto. Alcune settimane fa, Damon ed io abbiamo comprato un X-Box come regalo, anche se sono sicuro che verrà usufruita più da Damon che da Aidan. Qualche volta mi chiedo chi sia il bambino fra i due. Bah, probabilmente, entrambi! Mentre poggio la pedalla a scaldare, vedo Damon scendere le scale con un dolce sorriso sulle labbra.

-Che buon odorino!- esclama, non appena faccio colare l'impasto nella padella. Si avvicina e mi posa una bacio sui capelli, per poi andarsi a sedere vicino a Aidan sul bancone, dove sta guardando i cartoni. Finisco di far cuocere l'ultimo pancake, mi giro verso di loro e li vedo entrambi ridacchiare per una scena di Tom&Jerry. Ridacchio anch'io e poggia i piatti sul tavolo.

-Mangiate bambini!- li richiamo, loro vendendo tutto pronto in tavola, quasi volano per mangiare tutto come cavernicoli. Bah, bambini.

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Harry's Pov

-Ed, mi ha rotto le palle! Non lo voglio più in casa!!- sbraito, mentre sbatto la porta di casa. Prenoto l'ascensore e aspetto che arrivi, una volta giunto scendo al piano terra. Perso nei miei pensieri su quella merda di Cameron e mio fratello, vado a sbattere contro un'anziana signora che mi guarda male.

-Scusi.- mormoro mentre il mio sguardo viene attirato dalla busta, che tiene in mano la signora.

-Quella è mia.- dico, porgendole la mano affinché me la consegnasse.

-Signor Styles?- chiede incerta, annuisco. Lei tentenna un poco, poi me la porge e senza aggiungere altro se ne va. Una volta che la busta ce l'ho in mano, la giro e noto chi è il vero destinatario della lettera.

-Aidan Harry Styles.- leggo ad ad alta voce, rimanendo confuso. Perché il figlio di Louis, ha il mio stesso cognome e come secondo nome ha il mio? Forse... Di scatto esco fuori dal palazzo correndo verso un posto preciso.

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Louis' Pov

La festa è in pieno svolgimento; le fossette sulle guance di Aidan mi danno la certezza che è felice, ma quella luce un po' spenta negli occhi mi fa pensare il contrario. É come se li mancasse qualcosa o qualcuno. Mancano pochi minuti allo spegnere le candeline; la torta a forma di macchina di "Cars" con cinque candele accese sopra è già sul tavolo.

-Aidy, è ora della torta!- lo richiamo, ed in meno di dieci secondi è al mio fianco.

-Esprimi un desiderio, amore.- gli sussurro all'orecchio prima che le spenga con un soffio. Damon, in fondo alla stanza registra tutto con la telecamera. Aidan chiude gli occhi, esprimendo il suo desiderio, per poi spegnere tutte e cinque le candeline insieme. Un applauso generale si scaturisce nella stanza insieme al rumore del campanello di casa. Guardo confuso Damon, chiedendogli silenziosamente se mancasse qualche invitato, lui scosse la testa. Aidan, come se qualcosa gli avesse dato la scossa, scatta a sedere e corre ad aprire la porta. Velocemente lo seguo.

-Papà!- urla Aidan stringendo le gambe di Harry fra le braccine corte. Harry, poggia il pacco regalo che occupava le sue mani, e si abbassa a prendere Aidan in braccio stringendolo a sua volta.
Rimango inerme, perché Aidan ha chiamato Harry papà?

-Sì, amore. Sono il tuo papà!- dice, facendomi congelare sul posto. Lui sa, lui ha capito.

E ora, sono cazzi duri.

Scusate se ci sono errori.

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