18 capitolo.

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Mi volto lentamente e mi ritrovo tra le sue braccia, a pochi centimetri dal suo viso. Le luci soffuse rendono i suoi occhi ancora più luminosi, non posso fare a meno di incantarmi guardandoli.

- Sono venuta a cercare un ragazzo da rimorchiare.- lo provoco. –Tu invece?-

- Pensavo di scoparmi qualche bella ragazza, ma non ne ho ancora trovata nessuna che vada bene.- penso stia cercando di provocarmi anche lui. Così decido che è il momento di rinfacciargli quelle parole che tanto mi hanno ferita.

- Per caso ti sono capitate solamente ragazze vergini? Mi dispiace.- dico accennando un sorriso ironico.

- Sei una stronza.- dice sorridendo. - E comunque no, ormai è difficile trovarne vergini. Fortunatamente, per quanto mi riguarda.- dice serio mantenendo le mani sulla mia schiena. Seconda delusione.

D'istinto cerco di allontanarmi, ma lui mi trattiene. – Dove vai?- sussurra quasi impaurito.

- Via. Che t'importa?- riesco a divincolarmi e mi volto allontanandomi. Lo sento però dietro di me, mi sta seguendo.

- Mi spieghi che cazzo ti succede?- sta alzando la voce per sovrastare il baccano provocato dalla musica e dalle voci dei ragazzi che ci circondano.

- Non sono affari tuoi.- sputo severa senza nemmeno voltarmi.

Non so di preciso dove sto andando, non conosco questa casa e non riesco a trovare nessuno dei miei amici, probabilmente ho la vista annebbiata dalla rabbia e dall'alcool.

Vedo un bagno in fondo al corridoio, la porta è quasi del tutto aperta e c'è buio, ne deduco che non ci sia nessuno dentro. Accelero il passo, ma continuo a sentire Genn alle mie spalle. Entro velocemente e cerco di chiudere la porta, ma la sua mano la blocca. – Fammi entrare.- dice con un tono indecifrabile. Io rimango immobile e muta. – Anna?- aggiunge sussurrando.

- Cosa vuoi?- riesco a chiedere.

- Voglio parlarti.- risponde immediatamente continuando a tenere la mano nella stessa posizione, in modo da non permettermi di chiudere la porta.

- Parla allora.-

- Voglio guardarti negli occhi mentre ti parlo.- dice con tono quasi.. dolce.

Decido di non lasciarmi convincere. – Accontentati, o da dietro la porta o niente.-

Lo sento sospirare e appoggiare probabilmente il capo alla porta. Anche io faccio lo stesso. Poi comincia a parlare, a voce bassa.

- Senti, io l'ho capito che questa storia ti da fastidio okay? Non sono mica stupido. E' solo che vorrei farti capire che può solamente andare a tuo favore questa  mia scelta. Non sto dicendo che per me sia semplice, assolutamente. Perché non hai idea di quanto sia difficile resisterti. Proprio perché sei così ingenua, non sei neanche consapevole della tua bellezza. E sei bella perché sei semplice, spontanea, dolce e timida. Ma allo stesso tempo sai essere trasgressiva, sfacciata e fuori di testa. Provocatrice, addirittura. E questo tuo modo di fare mi fa andare fuori di testa. E, cristo, tu neanche te ne accorgi!- lo sento sospirare pesantemente.

Io rimango ferma, mi pare di non aver respirato per tutta la durata del suo discorso. Le sue parole mi hanno sconvolta, non so dire se in maniera positiva o negativa. Ma sono rimasta a bocca asciutta.

- Ci sei?- sussurra lui dall'altra parte della porta.

Io alzo il capo e mi sposto in modo da poter aprire, lo sento spostarsi a sua volta e non appena mi ritrovo i suoi occhi davanti capisco che è stato totalmente sincero con me. E' rimasto con la mano in aria e ha una strana espressione, sembra spaventato. Con gli occhi sbarrati e più blu del solito. A questo punto probabilmente dovrei trovare il coraggio di parlare.

- Ma tu, esattamente, cosa pretendi a questo punto da me?- chiedo con voce tremante.

- Te lo direi se lo sapessi.- inghiotte un groppo, il suo pomo d'Adamo fa su e già lentamente.

- Quindi cosa dovremmo fare? Cosa vuoi fare?- non so più che piega sta prendendo questa conversazione.

- Io, in questo preciso istante, voglio solo baciarti.-

E' la prima volta che dice una cosa del genere senza il suo solito tono malizioso o il suo sguardo provocatore. In questo momento mi sembra quasi bisognoso, ma non posso accettare che mi baci. Non ha le idee chiare e le sta confondendo pure a me, non è il caso. Non posso fargli credere di poter sempre sistemare tutto con un bacio o con qualche parola dolce. Non voglio neanche essere condizionata dall'alcol che in questo momento ho in circolo, non questa volta.

- Non puoi farlo Genn, lo sai, vero?- Lui annuisce debolmente.

- Possiamo almeno divertirci questa sera? Di là c'è una festa e ho voglia di vedere come balli. Così potrò prenderti in giro.- dice sorridendo e porgendomi la mano.

Non ha risposto alla domanda più importante che gli ho posto questa sera, ma non mi va di parlarne adesso. Mi guarda in modo così dolce che non posso fare a meno di accettare, ma lo colpisco alla spalla ridendo. – Vedrai che grande ballerina che sono, stronzo.- affermo stringendo la sua mano.

Ritornati nella sala principale, ci facciamo spazio tra la folla per raggiungere la pista. Cominciamo immediatamente a ballare e con mia sorpresa scopro che non è tanto male, lo immaginavo più impedito. Sorrido mentre lui mi fa roteare e mi stringe a se continuando a ballare. Andiamo avanti così per un bel po', fino a quando sento la necessità di uscire fuori a prendere una boccata d'aria. C'è troppo caldo qua dentro.

- Genn, usciamo in giardino? Fa un caldo bestiale qua dentro.-

- E' perché abbiamo ballato come i matti, ci credo che hai caldo.- ride mentre mi prende la mano per condurmi fuori. La sua mano è stranamente fredda, più della mia, il che è quasi impossibile. Ma mi piace quella sensazione di freschezza.

Arrivati in giardino noto che non c'è nessuno, meglio così. Lui si appoggia su un muretto e io lo affianco.

- Hai una sigaretta Butch?- lui estrae dalla sua tasca posteriore un pacchetto di Marlboro ancora chiuso. Lo apre con poca delicatezza e me lo porge.

Io sfilo la prima sigaretta e la riposo al contrario, poi ne pesco un'altra e me la porto alle labbra.

- Perché hai fatto questa cosa?- chiede corrucciando la fronte.

- Si dice che si debba fare così, mettere al contrario la prima sigaretta e lasciarla per ultima. Non appena sarà il suo turno potrai esprimere un desiderio.-

Lui scuote la testa leggermente divertito. – Tu sei proprio strana.-

- Grazie.- mi limito a rispondere, per me è proprio un complimento.

Anche lui prende una sigaretta e la accende, subito dopo riposa l'accendino in tasca.

- Come pensi che dovrei accendere io senza accendino?- chiedo poco gentilmente.

Lui mi guarda un attimo, poi sorride. – Accendi a strappo dalla mia.-


|| Buonasera! Anche se ormai non è neanche più sera. Spero veramente che questo capitolo vi sia piaciuto, aspetto come sempre i vostri commenti. Ci tengo pt. 243636
Allora, avete per caso riconosciuto l'ultima frase? Ahahah.

-Che vuol dire Butch? -Niente.Where stories live. Discover now