11 capitolo.

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Lo guardo per un attimo e mi rendo conto che non sta scherzando, ha gli occhi puntati sui miei e nonostante abbia appena detto una cosa che mi ha confusa, non riesco a smettere di desiderare un suo bacio. Lui nota il modo in cui guardo le sue labbra e si inumidisce il labbro inferiore sorridendo.

- Non penso ti dia fastidio, no?- scherza.

Io non posso fare a meno di ridere. –Sì invece, stronzo.-

Lui si unisce alla mia risata e scuote leggermente la testa. Poi parla..-Vieni nel mio garage? Ti faccio ascoltare qualcosa.- mi propone entusiasta.

- Verrei, ma sono in costume e non mi va di tornare adesso dagli altri. Ci sarà sicuramente Edoardo.- dico dispiaciuta.

Lui si sfila la maglietta e me la porge gentilmente. –Prendila, io posso stare anche senza. Anzi, penso ti faccia particolarmente piacere vedermi a petto nudo.- dice con tono malizioso.

- Speraci.- dico seccata, infilandomi la sua maglia che mi va abbastanza lunga.

Alzo lo sguardo verso di lui e noto che mi sta fissando intensamente. –Potrei abituarmi a vederti con i miei vestiti indosso.-

Lo guardo interrogativa ma, non ricevendo risposta, decido di sorvolare.

Arriviamo al garage circa dopo dieci minuti, abbiamo scherzato tutto il tempo e vederlo sorridere in quel modo mi stupisce. Non è da lui.

Mi conduce dentro lentamente, quasi come volesse godersi di più il momento. Sono felice mi ci abbia portata, penso significhi molto per lui questo posto. E' proprio qua che è nato tutto con Alex, proprio qua che sono nati gli Urban Strangers. Si siede su un vecchio divano e porta la chitarra sulle sue gambe, mi fa cenno di accomodarmi al suo fianco e io obbedisco. Comincia a suonare una delle canzoni che ho già sentito durante le loro esibizioni al Monique. Empty Bed, si chiama. Inizialmente lo guardo, poi chiudo gli occhi per godermi solamente la sua voce adagiarsi delicatamente sul suono della chitarra. Non appena smette di cantare, apro spontaneamente gli occhi e lo scopro a fissarmi.

- Perché mi guardi così?- chiedo.

- Perché sembravi una demente con gli occhi chiusi e quell'espressione.- dice ridendo. Io lo colpisco su una spalla incazzata e lui mi attira a sé, adesso i nostri volti sono vicinissimi. – Non farlo mai più.- mi sussurra fingendosi serio.

- Altrimenti?- chiedo in tono provocatorio.

- Altrimenti questo divano dovrà ospitare qualcosa di nuovo.- dice lui alzando un angolo della bocca. Io capisco subito a cosa si riferisce, per cui mi allontano.

- Tu sei fuori di testa, amico.- dico rimarcando l'ultima parola, alzandomi e appoggiandomi sulla parete difronte.

Lui mi guarda confuso. – Ma dai, te la sei presa?-

- Tu che pensi?- chiedo retorica mentre mi volto per guardare la loro collezione di vinili, dandogli le spalle. Non mi rendo conto di quanto tempo e silenzio intercorrano tra le mie ultime parole e i brividi che mi provoca la sua presenza dietro di me. Si è avvicinato silenziosamente e ha poggiato le sue mani calde sui miei fianchi.

- Anna?- mi sussurra all'orecchio.

- Eh?- dico con un filo di voce. Sentirgli pronunciare il mio nome mi fa sempre uno strano effetto.

Lo sento sorridere alle mie spalle. – Girati.- dice con voce roca.

- No.- dico immediatamente.

- Cosa?- chiede lui cominciando a far roteare le sue dita sui miei fianchi, coperti dalla sua sottile maglietta.

- Ho detto no, Butch.- ripeto cercando di sembrare sicura di me.

- Come mi hai chiamato?- chiede sorridendo e continuando quella tortura con le mani.

- Butch, è il tuo soprannome no?-

- Non mi va che tu mi chiami così.-

- E come dovrei chiamarti?-

- Genn.-

- Ma tutti ti chiamano Genn.-

-Quindi? Tu fai parte di tutti.-

Dopo quelle parole mi giro per guardarlo negli occhi, ma lui mantiene le sue mani sui miei fianchi. – Ah, io faccio parte di tutti?-

- Sì, non capisco.- dice sorridendo. Porta la mano destra sul mio viso e lo accarezza dolcemente, poi aggiunge..- Ti senti per caso speciale, piccolina?-

Io chiudo gli occhi e respiro profondamente adagiando il mio viso sulla sua mano.

- No, certo che no.- dico poco convincente tenendo gli occhi chiusi e respirando rumorosamente.

Lui ride leggermente. – Devi guadagnarti questo ruolo speciale per me.- mi sussurra quasi sulle labbra.

- Che vuol dire?- chiedo aprendo lentamente gli occhi.

Lui si avvicina pericolosamente alle mie labbra, mi sta quasi baciando che si sposta lasciandomi bisognosa di quel contatto. Ma subito comincia a lasciarmi baci sul collo, tra un bacio e l'altro mi spiega. – Devi imparare a sopportarmi.- un bacio.

- Non prendertela per cazzate, come la battuta di poco fa.- un altro bacio.

- Permettermi di farti provare altre cose.- un altro ancora, accompagnato da una serie di brividi che mi percorrono dalla testa ai piedi.

- Indossare più spesso i miei vestiti.- dice lasciando sul mio collo un bacio più lungo e portando le sue mani sotto la sua stessa maglia, in modo da accarezzarmi i fianchi e la schiena.

-Nient'altro?- sussurro ironica.

- Un'altra cosa ci sarebbe- biascica con le labbra sul mio collo.

- Vediamo.- dico divertita.

- Restituiscimi la maglia, ho un po' di freddo.- dice malizioso, tornando a guardarmi negli occhi.

|| So che è un capitolo schifoso e corto, ma amatemi comunque perchè ho la febbre, domani devo alzarmi alle 5 e mezzo del mattino per partire e per non lasciarvi senza aggiornamenti per troppo tempo sono qua a scrivere. Sto via per sei giorni e non so se riuscirò ad aggiornare, ma ci proverò. In ogni caso entro una settimana avrete il 12esimo capitolo, non vi abbandono(:
Fatemi sapere se vi è piaciuto e scusatemi ancora.<3

-Che vuol dire Butch? -Niente.Where stories live. Discover now