Capitolo 7

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|Charly's POV|

Ieri è stato davvero bellissimo in piscina. Mi sono divertita come non mai, e sono anche riuscita a vincere per la prima volta la mia timidezza ed a parlare con Federico.
Anche se è grazie a lei se tutto questo è successo, sono ancora alquanto arrabbiata con Giorgia per non avermi detto prima della presenza di suo fratello.
Sta notte mi sono svegliata alle due con un gran mal di testa ed ho quindi preso una Tachipirina, però adesso che è suonata la sveglia ce l'ho ancora. Sveglio mia mamma e le chiedo quindi di prendermi il termometro, che si trova in un cassetto in alto che la mia altezza non mi permette di raggiungere. Sento la testa scoppiare.
39,5. Fantastico. Lo sapevo che mi sarei dovuta coprire di più ieri. Oggi la scuola salta. Prendo un'altra pastiglia più efficace della quale non so il nome e torno a dormire. Quando mi sveglio, Ramona è già tornata a casa. Ho dormito per più di sei ore.
La febbre è notevolmente scesa grazie a quella medicina, fortunatamente.
Oggi cucina mia sorella, io non ho la forza per farlo. È molto più brava di me a cucinare, almeno ciò che fa lei è commestibile, io è tanto se riesco a preparare la pasta senza cuocerla troppo o troppo poco.
Essendomi un po' ripresa, faccio un po' di compiti.
No. Latino proprio no. Ho ben due versioni da fare in preparazione alla verifica, che è tra l'altro domani. Per il resto niente compiti, in Epica spiega mentre le lettrici di Inglese e Spagnolo non ci danno mai nulla.
Dopo due orette di studio, sono finalmente pronta per la versione. So perfettamente sia la prima che la seconda declinazione e tutti i verbi. Sento che andrà molto bene.
La febbre è scesa del tutto. Mi sento molto meglio. Mia mamma mi ha comprato comunque alcune caramelle per tirarmi su di morale.
Strano che abbia sonno, non ne ho mai.
Ceno, mi faccio fare la giustificazione e vado subito a dormire.

Anche oggi sono le 6:30, e la sveglia suona.
Ansia. Sono in ansia. E questo mi succede ogni volta che ho una verifica, soprattutto se alla prima ora.
Faccio tutto di corsa, mangio solo un biscotto, mi vesto senza neanche guardare quali vestiti io indossi, e corro fuori di casa per arrivare il prima possibile a scuola e ripassare.
Fuori è completamente buio e si gela.
Quando arrivò a scuola, il cancello non è nemmeno aperto. Devo aspettare fuori per 5 minuti prima di poter entrare. Mi siedo sul marciapiede ad aspettare.
- Ehi Charly! - qualcuno mi chiama. Mi volto e vedo Federico salutarmi e correre verso di me.
- Cosa ci fai qui a quest'ora? - mi chiede.
- Ho versione di latino e vorrei ripassare. Tu come mai qui? - rispondo.
- Anche io vorrei ripassare, ho verifica di Matematica alla seconda ora. Solo che ho calcolato male i tempi e sono arrivato in anticipo -.
- Sì, anche io - dico sorridendo.
Subito dopo aprono il cancello ed entriamo. Ci salutiamo e ci dirigiamo verso le nostre classi. Ho ben venti minuti per ripassare prima che arrivi la prof.
Dopo poco arrivano anche Alice ed Aurora, che iniziano a ripassare a loro volta.
Sono le 8:10, siamo tutti in classe ormai e la professoressa ci raggiunge.
Separiamo i banchi ed iniziamo la verifica. Utilizzo tutta l'ora a disposizione e consegno proprio pochi secondi prima del suono della campanella.
Penso sia andata bene, eccetto la prima frase, che credo di aver sbagliato completamente.
Alla seconda ora c'è lettorato di spagnolo. Abbiamo una professoressa che è praticamente sorda. Se urliamo non sente e ci chiede di ripetere; tutti la prendono in giro in classe.
Alla terza ora ci arriva un avviso molto bello. Domani c'è sciopero. Non lo abbiamo mai fatto fino ad ora, ma si spera sempre che ciò accada.
A ricreazione, quando incontro di nuovo Giorgia e Marika, mi trattano come se non mi vedessero da mesi chiedendomi come stia e perché sia stata a casa. Mi sento come in un interrogatorio.
Finita la scuola, trovo mia mamma in macchina che mi aspetta, essendo venuta a fare una sorpresa a me e Ramona. Io vado in macchina con lei mentre mia sorella torna col suo motorino come al solito.
Ci dice che appena finiti i compiti ci porterà in giro con lei, senza una meta, solo per stare un pochino tutte insieme chiacchierando e senza stare tutto il tempo in casa. Ci tocca aspettare che Ramona finisca i suoi prima di partire, dato che ne aveva molti, così nel frattempo abbiamo giocato a carte. Inutile dire che io abbia vinto tutte le partite, sono un asso. No, non è vero, è stata solo fortuna.
Verso le 17 partiamo verso luoghi sconosciuti. Chiacchieriamo, ammiriamo i paesaggi e cantiamo canzoni con le nostre voci 'molto intonate'. Siamo una famiglia di matte. Alcune persone da fuori ci guardano male, molto male, ma noi ci divertiamo.
Penso di non aver mai passato una giornata così bella in famiglia.

Never stop dreaming ||Federico Rossi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora