7. Personaggi, animali e cose: a tre dimensioni, o figurine di cartapesta?

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Viaggiatori, se ben ricordate due capitoli fa ci siamo salutati di fronte a una certa stradina, una che al giro prima avevamo evitato e che ora invece intendiamo prendere. Prima no, adesso sì, e il motivo è semplice: lavori in corso. Intendo dire che c'erano degli operai a sbarrare la strada, c'era un cantiere e c'era anche il classico omino arancione con la bandierina, un po' annoiato e un po'imbronciato . Ora non c'è più, è tutto libero. Freccia, rallentare, svoltare. Via. Con la coda dell'occhio notiamo una macchia più scura a terra, una buca. L'hanno tappata, adesso possiamo proseguire.
Ed è un fatto interessante, se ci pensate: mentre noi fraseggiavamo dall'alto della nostra rupe, qualcun altro sistemava la strada. Non ci facevamo caso, ma c'era. Qualche cosa, da qualche parte in questo mondo, stava cambiando, e non era la sola. Parlo di oggetti, di animali, e ovviamente anche di persone. Tutto cambia, qui, tutto si muove. Di notte, di giorno, anche adesso, anche mentre state leggendo queste quattro righe. Qualcuno si aggira da qualche parte ma voi non lo vedete, magari è animato da buone intenzioni e magari no, chi può dirlo. Ma c'è, facciamocene una ragione. In fondo, qui non siamo mica al Truman Show. Nel Truman Show, tutto esiste soltanto in funzione del protagonista. Gli incidenti scoppiano solo quando Truman è nei dintorni, e i negozianti se ne rimangono buoni e zitti dietro le quinte, truccati e sorridenti, spuntano fuori solo se lui attraversa la soglia.
No, nella vita vera non va così, per niente. E perché allora dovrebbe essere diverso nelle nostre storie?


LA SFERA DELL'AZIONE

E così, eccoci a parlare di uno dei miei argomenti preferiti, uno dei più divertenti: quante dimensioni deve avere la nostra fantasia? Drizzate le orecchie, adesso, perché voglio dirvi come la vedo io. Scherzo, non soltanto io. Però attenti davvero, perché così la pensano molti grandi artisti. Scrittori e sceneggiatori ben più saggi e stagionati di me. Più o meno, il senso è il questo:

Pensate al mondo del vostro racconto non come a una superficie piana, bensì come a una grande sfera, fosca e turbolenta, al cui interno succedono delle cose. Tante cose, tantissime. Praticamente infinite. Ogni giorno, ogni ora, ogni singolo minuto e in ogni dove della vostra sfera, accade una... storia. E questo è il succo.
Dopodiché, voi siete chiamati a fare una cosa, e una soltanto: prendere una di quelle storie e raccontarla. Sarebbe impossibile sentirle tutte. Sarebbe noioso, e inutile. Sarebbe addirittura controproducente. Così voi ne raccontate soltanto una, ma non una caso: la più brillante. Seguite la luce di questa scintilla mentre si sposta dentro alla sfera, pedinate la sua scia, la tenete d'occhio dall'inizio alla fine, si muoverà indisturbata o intersecherà le altre luci, non lo sapete ancora, l'importante è che voi gli stiate bene attaccati. Forse, più che una scintilla, pensate a una fiaccola che scoppietta. Una torcia, ecco. E indovinate un po' chi la tiene in mano, questa torcia. Voi? No di certo, è il narratore, e non per forza il narratore siete voi. Potrebbe essere un personaggio interno, infatti, come potrebbe essere debole, oppure intenso, il fascio di questa luce. Dipende dal potere che ha nel mostrare la superficie delle cose, e il loro intimo. Per esempio, è un narratore onnisciente oppure no? Sa tutto cioè di tutti i personaggi, o non è in grado di sondare i loro pensieri? E potrebbe stare sempre puntata su un personaggio solo, questa torcia, magari il protagonista, o potrebbe anche illuminarlo per un po' e poi fare un salto da un'altra parte, per vedere cosa combinano gli altri. Ed è anche magica, perché può andare avanti e indietro nel tempo come vuole. Può persino decidere di abbagliare più cose contemporaneamente, di limiti non ce ne sono mica.
E adesso arrivo al punto: mentre questa torcia si muove, fate attenzione, la vostra sfera mica se ne sta lì bella tranquilla. Anche lei rotola e si sposta. Si modifica, cambia, si evolve. Crea e distrugge. Anche la sfera non ha limiti e questo è il bello di narrare: creare mondi che respirano, che vivono, e che ogni tanto sfuggono persino al nostro controllo.
E così, mentre la biglia rotola, sono tante le cose che subiscono i suoi effetti...

Lezioni di Scrittura Creativa - [2/8]Where stories live. Discover now