c.11

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sono abbastanza contenta in questo momento.
ciò che mi sta mangiando l'anima se ne sta andando, piano, lento, ma se ne sta andando.
e Sophie mi sta aiutando.

mi ha detto di aspettarla vicino alla fermata del bus accanto casa mia.
poi saremo andate a comprare un costume, avevo già venti dollari nello zaino.

luke non c'è, è andato a fare le prove di non so cosa.

ci sono solo Jack e papà, saluto entrambi, e dopo qualche domanda vado via.

trovo Sophia sul marciapiede dinnanzi la fermata del bus e mi raggiunge.

ci salutiamo e subito dopo cominciamo a chiaccherare del più e del meno.

"allora," comincia la bionda "in Australia abbiamo la santissima benedizione di avere dei ragazzi da pettorali scolpiti e occhi azzurri dappertutto e soprattutto beh, in spiaggia.
credo tu abbia capito che tipo di costume sia meglio prendere, anche perché te lo puoi permettere, dolcezza!" ridacchia, io con lei.
crede che io sia bella ed io credo lo stesso di lei, cerco una frase per farglielo capire e la trovo.

"beh, tu non sei da meno, tesoro." ridiamo di nuovo entrambe.

[UN PO'DOPO.]

ora stiamo aspettando Jaydon, Matt e oh, um Caleb? no, cazzo, Carter.

il costume che ho preso era sulla parte di sopra fatto a triangolo, di un giallo ocra molto estivo. mentre il pezzo di sotto lascia scoperta buona parte del mio fondoschiena. da sopra indosso dei pantaloncini corti neri e una maglietta con sfumature blu e azzurre.

dopo un po' arrivano i ragazzi e insieme ci incamminiamo verso la spiaggia libera, presente li vicino. ci arriviamo dopo poco tempo e cominciamo a stendere gli asciugamani sulla sabbia.

uno di loro, Carter, ha una chitarra acustica e la posa accanto all'ammasso di zaini.

cominciamo a spogliarci e, dopo essermi tolta la maglietta e sistemata i capelli mi accorgo che, quello con gli occhi verdi, Matt, mi sta fissando le tette.

io gli schiocco un paio di volte le dita davanti gli occhi per fargli distogliere lo sguardo, e, quando lo fa, le sue guance si colorano di un debole scarlatto e si scusa grattandosi il retro del collo. nel frattempo tutti cominciamo un forte risata.

amico, se me le devi guardare, almeno fallo di sottecchi! non fissarmi manco fossi un pezzo di pizza!

dopo andiamo a farci il bagno. ne facciamo diversi, intanto le ore volano come se fossero minuti,e ci ritroviamo al sole ancora alto nel cielo, ma per poco.

alla fine decidiamo che io e Matt rimaniamo sugli asciugamani mentre gli altri vanno a prendere i gelati.

per poco tempo stiamo in silenzio, poi Matt mi chiede "sai, tu sei strana, sei diversa dalle altre ragazze," comincia, nota il mio sguardo incuriosito e continua, "nessuna ragazza avrebbe chiesto un gelato esclusivamente e rigorosamente al cioccolato. un altra ragazza avrebbe preso il gelato più dietetico di questo mondo. come mai sei..così?"

per un secondo rimango interdetta sulle sue parole, ma infondo, ogni ragazzo l' avrebbe notato.

rispondo rilassata, passando le dita sulla sabbia giallina, e rido leggermente "per il semplice motivo che io non voglio essere così, non accetto questo corpo. non che sia anoressica, solo..è una lunga storia, ed anche abbastanza personale." rispondo, tutt'ad un fiato.

lui mi sorride caldamente "giuro che non la direi a nessuno." non so perché, ma il suo tono mi sembra così sincero, che comincio a parlare.

faccio un bel respiro "un paio di anni fa, ero con questo ragazzo: Joshua. Quando eravamo da soli, mi toccava sempre, a volte mi seguiva nei bagni per.. um, hai capito. dopo scuola spesso mi potava a casa sua per lo stesso motivo. all' inizio credevo lo facesse per stuzzicarmi. ero cieca, cieca d'amore, mi piaceva proprio tanto. dopo un po' capii che gli piacevo solo per il mio aspetto fisico." faccio una pausa, lo guardo negli occhi, lui mi sta osservando interessato, quindi continuo. "da quando l'ho capito mi sono strafogata di cibo. così se mi sarei fidanzata, lo sarei stata perché l'ipotetico ragazzo mi avrebbe amata per come sono dentro. solo quando sono stata ricoverata per aver ingerito troppo cibo in poche ore, capii che quello che stavo facendo non serviva a nulla. comunque ogni tanto cerco lo stesso di darmi alla pazza gioia, quando si riguarda di cibo."

lui mi sorride, capisco che non ha niente da dirmi, i gli sorrido di rimando. "beh, sul fatto di bellezza non poso dirti molto, sono gay." dice ridendo tranquillo, io con lui.

forse ho fatto bene ad aprirmi con qualcuno, almeno so di chi fidarmi.

necklace. [mgc]Onde as histórias ganham vida. Descobre agora