Capitolo tredici

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"Erano l'uno l'opposto dell'altro. Due personalità che non si sarebbero incrociate mai, destinate a scontrarsi per l'eternità."

(Un posto nel mio mondo)


Finalmente quel pomeriggio avrei potuto staccare un po' la spina e vedermi con la mia migliore amica Liz. Anche se ero preparata al fatto che mi avrebbe fatto miliardi di domande su Colen e Thomas.

Uscii di casa verso le cinque del pomeriggio e mi diressi da Sweet, il nostro posto d'incontro nelle giornate solitarie e afose.

Era già seduta al tavolo, guardando i menu dei gelati in modo così attento da farmi ridacchiare.

«Ciao, straniera», la salutai, facendola sussultare.

«Skyler», ricambiò il saluto, facendo un sorriso smagliante e abbracciandomi calorosamente.

Erano circa tre settimane che non uscivamo da sole io e lei, ma ci sentivamo spesso per messaggio.

«Ho ordinato due birre», mi informò, come se fosse di routine.

«Birra e gelato: accoppiata perfetta», la presi in giro, strizzandole un occhiolino.

«Uhm, ti trovo di buon umore», ed ecco che cominciava con le domande, «successo  qualcosa in queste settimane? Per messaggio sei stata sempre così misteriosa».

«Sai che odio messaggiare», mi giustificai.

Ed era la verità. Non amavo mandare messaggini di qua e di là, se dovevo raccontare qualcosa, preferivo farlo a voce.

«Forza, cocca! Comincia ad informare la tua migliore amica».

«Sarà un pomeriggio lunghissimo».

Dopo aver raccontato a Liz del fatto che mi aveva scritto Anonimo, che Thomas mi aveva baciata e che avevo passato la notte con Colen, la vidi un po' frastornata.

Il suo volto era un misto di stupore e felicità.

«Thomas Lewis ti ha baciata? O. Mio. Dio», urlò, e io le feci segno con la mano di abbassare la voce, accorgendomi dopo dell'unica coppia di anziani presente in gelateria quel giorno.

«E com'è stato?»

«Credo di non riuscire a pensare ad altro in questi giorni», ammisi, scuotendo la testa e mettendomi le mani in faccia per coprire il sorriso da idiota stampato in faccia.

«E sa di Colen?», chiese, guardandosi intorno con circospezione.

«Sì, anche perché la scorsa sera, dopo il Golden, sono andata a casa con lui, ricordi? Comunque, credo mi stia dando il tempo per pensare. Ovviamente, alla fine dei conti, dovrò fare una scelta», e al solo pensiero mi saliva l'ansia.

«Perché, ne hai una?», mi guardò come una che la sapeva lunga.

«Cosa intendi?»

«Hai una sola scelta, Sky, ovvero: Thomas; Colen non è la scelta, è l'alternativa».

Sapevo dove voleva andare a parare.

Mi stava dicendo che Colen non mi avrebbe mai permesso di sceglierlo, perché semplicemente non voleva stare con me.

Era l'alternativa nel caso avrei scelto una storiella divertente e non una seria come quella che avrebbe potuto darmi Thomas.

«Lo so. Ma non posso nemmeno accontentarmi di qualcuno, sapendo di provare emozioni anche per qualcun altro».

Liz sospirò profondamente, bevve un po' di birra, poi si decise a parlare.

«Sky, sei sicura di provare emozioni per Colen?»

«Certo che sono sicura. Colen mi piace perché...», mi bloccai, non trovando una spiegazione appropriata.

Perché Colen mi piaceva?

«Perché?», mi incitò Liz, mordendosi il labbro divertita.

«Perché con lui non ci capisco un tubo!»

«La solita storia del: "bello e stronzo". Sky, hai diciannove anni, per l'amor del cielo, l'uomo della tua vita è ancora quello che ti deve far soffrire? Insomma, quando abbiamo cinque anni ci innamoriamo del testa di cazzo che ci fa gli scherzetti a scuola. Ora credo tu debba guardare oltre. "Quei testa di cazzo", alla fine, fanno sempre una brutta fine».

«Tipo?»

«Vengono sostituiti».

Quella stessa sera mi scrisse Anonimo. Quando raccontai a Liz di lui, la prima idea era che potesse essere Thomas, ma lui non mi aveva mai dato modo di dubitare di questo.

O, almeno, fino ad ora.


«Impazzire per qualcuno che impazzisce per qualcun altro: la storia più vecchia del mondo».

(Anonimo)


«Stasera, dunque, siamo in clima di rivelazioni».

(Un posto nel mio mondo)


«Un giorno mi dicesti che se avessi sempre usato il cuore, non avrei mai rovinato nulla. L'altro giorno l'ho fatto: ho usato il cuore. Non essere razionale, in quel momento, mi ha fatto provare qualcosa di straordinario.

Ma ogni volta che penso di aver concluso qualcosa con LEI, alla fine, poi, sono sempre al punto di partenza».

(Anonimo)


Non poteva essere davvero Thomas Lewis. Non poteva, cazzo.

Eppure, sembrava aver descritto perfettamente la nostra relazione.

Lui cercava sempre di venirne a capo, e io lo facevo ripartire dall'inizio, senza dargli la possibilità di mettere quel punto finale.


«Vuoi dirmi cos'è successo?»

(Un posto nel mio mondo)


Azzardai, volevo indagare su questa storia.

Avevo permesso ad Anonimo di conoscere parte di me, senza davvero soffermarmi troppo su chi potesse essere.

E, ora, dovevo scoprirlo.


«Storia lunga. È l'una di notte, baby, non dovresti essere a letto?».

(Anonimo)


Baby. Merda. Era così che mi chiamava Thomas.


«Non ho sonno. Potrei rimanere sveglia per tutta la notte che non mi annoierei a parlare con te».

(Un posto nel mio mondo)


Non sapevo perché avevo scritto quella cosa. Forse perché era quello che sentivo davvero. E sentivo anche che il mio Anonimo era Thomas. Era per questo che quando parlavo con lui mi sembrava di conoscerlo da sempre.


«Vale lo stesso per me».

(Anonimo)


«Ho una gran voglia di andare al mare».

(Un posto nel mio mondo)


E con ciò, mi venne in mente un'idea.


Giulia Paradiso

Un amore all'improvviso, in un giorno come tanti.Where stories live. Discover now