Capitolo 1 - sogno

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Nessuno mi rivolse la parola mentre mi avvicinavo alle alte finestre che svettavano tutte attorno la grande sala circolare, solo alcuni strani ed enigmatici sguardi incontravano il mio. Abbassai lo sguardo e notai che indossavo un enorme e pesante abito che m'impediva i movimenti. Volevo vedere assolutamente il mio riflesso sul vetro. Riuscii a uscire dalla pista da ballo con facilità, anche perché i ballerini, al mio passaggio, si spostavano di lato o cambiavano la direzione del loro duetto come se avessero già previsto dove sarei andata. La scena aveva un non so che di Mosé, come se al mio passaggio si aprissero le acque. Molto strano. Piccola com'ero, anche in discoteca, era impossibile per me sgusciare tra la gente con tanta facilità. Mi ritrovai davanti la vetrata e guardai il mio riflesso allo specchio: non sembravo nemmeno io.

Qualcuno si era preso la briga di acconciare i miei capelli rossicci in un delicato chignon basso sulla nuca. Un diadema mi cingeva la fronte, un velo di rossetto rosso, di fard e di matita mi illumina il volto. Al collo indossavo una bellissima e delicata collana d'oro con un ciondolo di diamante. Non apprezzai la profonda scollatura del corpetto, ma il vestito era comunque bellissimo. Era di un blu notte intenso, con intarsi argentati sul corpetto a cui erano attaccate due maniche lasciate morbide sulle spalle di un impalpabile tessuto scuro. Sembravo una dama di altri tempi. Sollevai leggermente le gonne e mi guardai i piedi, infilati in bellissime scarpe argentate.

<<Questo è decisamente il sogno più assurdo che io abbia mai fatto>> dissi ad alta voce.

Un uomo e una donna che stavano uscendo dalla finestra mi guardarono e sorrisero ironici.

Dopo essermi data un'altra occhiata nel riflesso, aprii una portafinestra e uscii fuori, nella fresca brezza di inizio primavera.

La porta dava su un balcone in stile barocco con la vista su un grande e bellissimo giardino che niente aveva da invidiare a quello delle fiabe.

<<Ma che posto è questo?>> ero davvero sorpresa. I miei sogni da bambina romantica sembravano aver deciso di materializzarsi in quel momento, tutti in una volta. Sperai di non dimenticarlo una volta sveglia.

Rientrai e subito un uomo mi si avvicinò, inchinandosi e porgendomi una mano galantemente.

<<Mi dareste l'onore di questo ballo?>>

Lo guardai preoccupata. Non sapevo ballare il lento, ma non lo dissi, dopotutto era un sogno, quindi forse avrei ballato benissimo.

<<Enchantée>> accettai sorridendogli. Il tocco francese dava il suo fascino.

Notai che i suoi occhi non erano nei miei, quando incantati da qualcosa più in basso.

Mi accigliai pensando che stesse osservando la profonda scollatura del mio decolleté, ma il suo sguardo non era lì, era sul mio collo. Mi sfiorai la collana e lui si riprese, tornando a guardarmi sorridente.

I suoi occhi erano diventati più chiari o era solo un effetto della luce?

Cominciammo a volteggiare e per fortuna il mio compagno di danza era abituato alle frane come me, perché, purtroppo, anche nel sogno ero terribile nel ballo di coppia.

<<Si rilassi>> disse lui, sorridendomi.

Feci un sospiro e continuai a seguirlo.

<<Posso?>> chiese un uomo chiedendo il cambio.

Quello sorrise e mi poso delicatamente la mano in quella dell'altro, un ragazzo più giovane con incredibili occhi verdi. Passai così almeno un'ora, passando da un paio di mano all'altro, tutti erano stranamente bravi a tenere il mio passo pericolante e a non farmi cadere.

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