3. Una bambina diventata donna troppo velocemente

8.2K 284 35
                                    

Erina era praticamente paralizzata dallo shock.

Non poteva credere ai suoi occhi.

Ora ne era convinta.

Ian Cox era un reale demente.

"Si può sapere cosa cazzo ti è saltato in mente?!" Perse totalmente il controllo quando vide il suo aspetto da after-sex.

I capelli neri erano tutti arruffati, il petto tutto graffiato e ricoperto da macchie sfumate rosse, probabilmente rossetto, e un misero asciugamano bianco gli copriva la vita.

"C'era una mosca. In camera tua- la bionda lo guardò confusa -Mi è entrato nei pantaloni e me li sono tolti".

Questo era davvero un cazzo di scimpazé fuori di testa. Chi cazzo si graffiava da solo in quella maniera? Erina non ci vide più, raccolse la prima cosa che le capitò sotto mano, cioè un vaso, e lo lanciò verso il ragazzo, ma rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto, si buttò anche lei verso il moro per recuperare l'oggetto.

Costava troppo per essere rotto a causa di un coglione.

Ian cadde sul pavimento, Erina sopra di lui e il vaso, fortunatamente, nelle sue mani.

La faccia della bionda era molto vicina a quella del ragazzo, che si fece subito serio.

La studiò, la guardò e la osservò.

Ian trovava Erina davvero bella. Una ragazza che affascinava, ma non trovava più gli occhi di un tempo, rimpiazzati da due pupille inespressive. Era deluso. Voleva conoscere il motivo di quegli occhi così freddi e glaciali, che ora lo osservavano con curiosità, senza però lasciare la loro freddezza.

Erina non sapeva cosa fare. Non capiva e odiava non capire.

L'espressione di Ian la disarmava, un'espressione che la confondeva.

Per la prima volta, distolse lo sguardo.

Si alzò da terra e rimise al suo posto il vaso, per poi ritornare in camera. In silenzio.

I compiti erano ormai impossibili da fare, studiare ancora meno. Non poteva farli bene se nella sua mente continuava ad apparire il volto del moro.

In quell'istante, l'odore di Ian la inondò e due possenti braccia la bloccarono da dietro, mentre un mento si appoggiò nella sua spalla.

Cercò di liberarsi, invano.

"Lasciami" disse con tono duro. Le cose stavano prendendo una brutta piega.

"Solo un attimo, lasciami così solo un attimo. Per favore" Erina si fermò. Non ne capiva il motivo, ma quella supplica la bloccò. Il tono della sua voce la convinse a non opporre resistenza.

Ian chiuse gli occhi e si abbandonò ai ricordi. Ricordi dell'infanzia, di lui bambino, di lui con una bimba, di lui che baciava quella bimba.

"Mi dispiace- disse dopo aver aperto gli occhi blu e essersi buttato alle spalle il ricordo che custodiva con tanta gelosia -Non volevo farti arrabbiare, volevo solo mandarlo via- Erina sussultò, non si aspettava delle scuse -Sei importante per me, Riri, e ti voglio tutta per me. Sei solo mia" Il moro aveva rimarcato il concetto più volte, ma mai era sembrato così sincero come in quest'ultima.

"Se tu hai problemi di deficit non vuol dire che puoi decidere le mie conoscenze e tanto meno hai il diritto di decidere se mandare via o meno Luke. Te lo dico per l'ultima volta, io non sono di nessuno, quindi smettila di essere così bam..." il corpo di Erina venne girato e le sue labbra entrarono in contatto con quelle di Ian.

Ian aveva delle belle labbra. Morbide. Il suo odore la immobilizzava. Se continuavano così, prima o poi ne sarebbe diventata dipendente, ma la situazione si stava facendo strana. Lui la stava baciando fin troppo nelle ultime 24h.

Ed era davvero troppo surreale come cosa.

Insomma lei e un ragazzo. Una cosa proprio da mondo parallelo.

Fin da piccola era dovuta diventare indipendente per badare a se stessa e al padre, studiava perché voleva un futuro e perché l'arte la rendeva libera da quel mondo inadatto al suo modo di essere e non aveva nessun amico perché li riteneva solo un intralcio al proprio studio.

Per Erina gli amici distraevano, l'amore ancora di più.

Per questo scansò bruscamente il corpo di Ian e gli diede uno schiaffo. Lui era solo un fastidioso bambino viziato che si divertiva a tormentarla.

"Ora che hai fatto quello che volevi, vattene. Mi hai già fatto perdere troppo tempo" Ian strinse le labbra in una linea. Prese i suoi vestiti dalla camera, pronto ad andarsene, ma quando stava per uscire dalla porta di casa Erina lo fermò.

Sorrise compiaciuto, ma rimase girato di spalle.

"Domani riportami l'asciugamano che hai preso in prestito senza chiedere- il sorriso scomparve -Lo voglio lavato e profumato" Ian strinse i pugni e prese un bel respiro prima di uscire definitivamente da quel condominio.

Era ufficiale, rivoleva indietro la vecchia Erina Stevenson.

***

Rin si tolse il grembiulino rosa confetto e lo appoggiò sopra la sedia. Due minuti dopo di attesa, finalmente sentì il rumore familiare delle chiavi che giravano nella serratura.

"Sono a casa!" Disse una calda voce maschile. 

"Bentornato" rispose la bionda andando ad aiutare il padre a togliersi la giacca di pelle. Il padre di Erina era un uomo alto, con i capelli brizzolati. La barba che non si faceva da due giorni non nascondeva affatto il suo fascino. Nonostante la sua età era comunque rimasto un bell'uomo.

"Grazie tesoro, com'è stata la giornata?" Uno schifo, avrebbe voluto rispondere, ma si trattenne. Si limitò ad un "Bene, grazie". Il tono della voce era pacato, non conteneva la solita freddezza che solitamente Erina aveva, ma il suo volto era comunque inespressivo.

Il padre si limitò a sorridere. Avrebbe voluto che la figlia gli raccontasse più cose, che gli permettesse di far parte della sua vita, che fosse un po' più come le altre ragazze della sua età, ma sapeva che tutto questo non era colpa di Erina, che tutto questo era solo una conseguenza di ciò che era successo dodici anni fa. Lei era solo una bambina diventata donna troppo velocemente.

Mangiarono come sempre in un religioso silenzio. Il vecchio Mike aveva provato più volte a fare un apprezzamento al cibo preparato dalla figlia, magari cercando di iniziare una conversazione, ma quest'ultima si limitava sempre a troncare fin da subito la speranza del padre con un semplice e gelido 'grazie'. 

Erina vorrebbe essere più espressiva verso il padre, vorrebbe potergli dimostrare tutto il bene che gli voleva, ma qualcosa glielo impediva.

L'abitudine di essere inespressiva e distaccata era diventato ormai parte del suo carattere.

Non ci poteva far nulla.

Let Me Love YouWhere stories live. Discover now