Capitolo 1

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Vi chiedo gentilmente di non fermarvi al primo capitolo ma di provare a leggere anche alcuni dei seguenti, so che non è il massimo questo, ma a parer mio nel corso dei capitoli la storia migliora e si fa interessante. Prestò proverò a sistemare anche questa prima parte della storia.


|Charly's POV|

Giovedì 27 novembre 2008

Suona la sveglia, ed io mi sveglio di soprassalto, dato il suo squillo assordante. Sono le 6.30. Perché esiste la scuola? Perché non posso dormire altre 2 ore? Perché? Non ho la minima voglia di alzarmi dal letto, è così caldo e morbido e stare qui un altro po' non mi dispiacerebbe. Apro leggermente gli occhi, piuttosto appesantiti ed assonnati, e vedo i raggi del sole filtrare dalla finestra. Brioche, la mia dolce gattina tigrata, è seduta proprio sulla mia faccia e mi sta riempiendo di peli, poiché in questo periodo ne perde costantemente. Non smette di mettermi le unghie sul naso, me lo sta graffiando tutto e mi sta anche facendo un po' di male.
Mia mamma dorme. Ramona pure.
Non ho intenzione di preparare la colazione oggi, non che di solito ne abbia, ma non ho proprio fame, anzi, a dire il vero mi vien la nausea al solo pensare alla giornata di scuola che mi aspetta, soprattutto dato che il giovedì è il giorno più pesante di tutta la settimana.
Squilla il telefono e la suoneria mi fa prendere uno spavento tanto è alta.
È un messaggio di Alice, una delle mie migliori amiche. Ci conosciamo sin dall'asilo, siamo sempre state in classe insieme, dalle elementari fino ad adesso, al liceo. Non ricorda quale sia l'aula della prima ora. Al contrario di me non ha ancora imparato l'orario scolastico ma la capisco, non eravamo abituate a cambiare aula ad ogni ora fino all'anno scorso, quindi questo ci ha un po' scombussolate.
"Siamo in aula di scienze, primo piano, secondo corridoio a sinistra", le rispondo.
Se rimanessi ancora un po' nel letto rischierei di addormentarmi, quindi meglio iniziare a prepararmi.
Mi alzo, faccio una doccia veloce e mi vesto con i vestiti che ho preparato ieri sera, regalatimi al mio compleanno dalle mie migliori amiche. Sono i miei "abiti portafortuna" che indosso ogni volta in cui sento di dover essere interrogata. Guardo l'orologio e noto che si è fatto tardi, corro a prendere lo zaino ed esco da casa.
A dire il vero non amo andare a scuola a piedi, ma non posso farci niente. Purtroppo non esistono mezzi di trasporto che facciano un tragitto che porti da casa mia fino a scuola, quindi devo accontentarmi e fare 20 minuti di camminata. Non è troppo stancante come cosa ma quando, come oggi, la cartella è piena e pesante è difficile arrivare a destinazione avendo ancora forze o fiato.
Infilo le cuffiette nelle orecchie nella speranza che qualcuno mi raggiunga durante il tragitto, come spesso accade. Solitamente faccio la strada insieme ad Alice, ma ogni tanto viene in bici ed oggi è uno di quei giorni. Ormai ho imparato la strada a memoria, potrei farla ad occhi chiusi, il che è più o meno ciò che faccio davvero quando la musica mi prende e non presto più attenzione alla strada.
Sono già a metà quando qualcuno mette le sue mani sopra ai miei occhi, impedendomi di vedere. Non sono una brava indovina, pur tastando le mani non riesco a riconoscere di chi siano.
Mi giro, è Giorgia. Lei probabilmente è la persona che odio di più al mondo ma allo stesso tempo quella a cui voglio più bene.
«Ciao Char!» mi urla mentre torniamo a camminare, con il suo solito entusiasmo, abbracciandomi leggermente.
«Ciao Gio» rispondo con tono quasi svogliato, ma è solo la stanchezza, devo dire che forse dovrei andare a letto prima la sera.
«Hai notato chi c'è poco più avanti di noi?».
«No, chi?» chiedo, continuando a guardare il suolo come per tutto il resto del tragitto e notando di avere le scarpe slacciate.
«Fede... » mi dice ridacchiando.

Fede. Meglio conosciuto Federico Rossi, ovvero il ragazzo di cui da anni sono innamorata, nonché fratello di Giorgia. Sono molto diversi, sia fisicamente che caratterialmente: lui è molto dolce, piuttosto diverso dagli altri ragazzi della nostra età, mentre lei è un po' strana, vive nel suo mondo, ma le voglio molto bene. Hanno pochi mesi di differenza, infatti sono addirittura nella stessa classe.
Li ho conosciuti alle elementari, eravamo tutti e tre in classe insieme, con anche Alice e Marika, le mie migliori amiche insomma.
Dalla seconda alcuni nostri compagni hanno iniziato a dirmi che Federico era innamorato di me, ma ha sempre smentito tutto. Hanno continuato anche alle medie, nonostante fossimo in sezioni diverse. Ma evidentemente, in quella storia, l'unica innamorata veramente ero io. Non è il suo aspetto che mi piace, ma la sua dolcezza, e la gentilezza con cui mi ha sempre parlato. Nessuno mi ha mai trattata come lui, nessuno è mai stato così carino con me.
Ogni volta che lo guardo o chiacchiero con lui mi innamoro sempre di più, non posso farci nulla.
Speravo che, andando alle superiori e cambiando scuola non lo avrei più visto, o almeno non molto frequentemente come gli anni precedenti, ma "qualcuno" ha gentilmente deciso di non dirmi nulla e di tenermi segreto il fatto che sarebbe venuto nel mio stesso liceo, facendo sì che lo scoprissi io da sola pochi mesi fa. Un tempo eravamo molto amici, ma col passare degli anni ci siamo abbastanza separati, anche se comunque capita di parlarci ogni tanto, ad esempio quando vado a casa loro, ma data la mia timidezza non ho mai il coraggio di iniziare una conversazione e quindi spero sempre che abbia voglia di venire a parlare con me.

«Charly. Charly... CHARLY!»
«CHE SUCCEDE?» urlo spaventata, non appena realizzo che Giorgia mi sta chiamando, temendo che possa essere accaduto qualcosa di grave mentre ero.
«Non mi stavi ascoltando, che hai oggi?».
«Niente, Gio, sono solo stanca».
«Sei sicura? C'entra mica Federico?» mai che sappia cambiare argomento.
«SONO SICURA!» le rispondo aggressivamente spingendola via.
Accelero il passo per allontanarmi da lei. So di essere stata esagerata, ma almeno per qualche ora penso di non parlarle. Non sono davvero arrabbiata, ma non riesco a trattenermi quando lui viene tirato in ballo, dato che si diverte molto a prendermi in giro, ed in questi momenti la detesto.
Da dietro sento un rumore, il suono di un clacson. Mi giro e vedo Ramona, mia sorella, col suo motorino. Anche noi due siamo molto diverse, anzi, siamo praticamente una l'esatto opposto dell'altra. Esteticamente non sembriamo affatto sorelle, eppure lo siamo.
«Charly, vuoi salire? Ti porto a scuola!» mi urla.
«E il tuo casco dov'è?» le chiedo.
«Non ho voglia di metterlo. Insomma, sali!».
Salgo sul motorino, nonostante sia vietato, ma per qualche centinaia di metri me ne frego. L'unica cosa che mi dà fastidio sono i suoi capelli blu in faccia, ma mi adatto, la cosa positiva è che sono profumati.
Anche quando sono con lei mi viene in mente Federico. Eh, sì, mia sorella è la sua migliore amica, nonostante abbia un anno in più di lui. Loro sono molto legati, non sono gelosa di lei, perché è mia sorella, ci confidiamo e sa cosa provi per lui, e so che lei non ha alcun'interesse nei suoi confronti. Mi fa solo male il fatto che io, per lui, sono semplicemente la migliore amica di sua sorella, credo.
Arrivata a scuola corro in classe e mi accorgo di esser sola, la campanella deve ancora suonare e per questo mi metto sulla porta ad aspettare gli altri. Nel frattempo passano altre persona, tra cui Marika. È in classe anche lei con Fede. La saluto, ma non può fermarsi perché deve ripassare, e per questo motivo corre in aula. Finalmente arriva qualcuno.
Nicole, la mia compagna di banco in aula di scienze. È una ragazza molto simpatica e stiamo diventando molto amiche, cosa strana dato che io solitamente sono troppo chiusa per stringere nuove amicizie.
Ora sono arrivati anche gli altri compagni e anche la prof, così possiamo iniziare la lezione. Interrogazione. Benissimo.
Naturalmente chi dev'essere interrogata? Io, ovviamente, non speravo in qualcosa di meglio per questa giornata. Lo avevo detto io, sentivo che sarebbe successo. Almeno con me c'è anche Alice, che mi fa da sostegno morale. Fortunatamente avevo studiato, ed alla fine siamo andate bene entrambe, ma non ci ha detto il voto. Conoscendola forse prima della fine del trimestre potremmo saperlo... forse.
La seconda e la terza ora sono passate velocemente tra risate e noiose spiegazioni e finalmente posso abbracciare le mie amiche, anche se con Giorgia tengo ancora un po' il broncio, ma non sono una brava attrice. Mentre parliamo però un ragazzo passa vicino a noi e scompiglia velocemente i capelli alla mia amica. Alzo lo sguardo per vedere chi sia, e mi accorgo che è suo fratello, Fede.
Ci saluta tutte ed in quel momento i miei occhi incrociano i suoi e sul suo viso si forma uno splendido sorriso, ma distolgo immediatamente lo sguardo, nella speranza che non si sia accordo del fatto che lo stessi fissando. Sento però le guance diventare caldissime per l'imbarazzo, dannatissima timidezza!
Spero che adesso non inizino a parlare di quanto sia rossa. Per evitare la conversazione preferisco andare in bagno, almeno lì non potranno dirmi niente, a meno che non mi seguano.
Suona la campanella, la ricreazione è finita, si torna in classe.
Questa giornata sembrava non finire più, ma finalmente è arrivata l'ora di tornare a casa.
Corro fuori dall'edificio, non mi fermo ad aspettare le mie amiche, tanto meno mia sorella, ho bisogno di un po' di solitudine e di un po' di buona musica.



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