Capitolo 12

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Il giardino in cui mi trovavo era immenso, circondato da alte rose color sangue e illuminato dalla luce lunare che si estendeva protettiva su di esso. Non sapevo dove mi trovassi ma pensai che tutto ciò fosse meraviglioso. I miei piedi scalzi carezzavano l'erba che mi procurava un leggero e piacevole pizzicore alla pianta del piede. Inspirai a fondo l'odore di erba umida e coperta di rugiada sentendomi subito in pace con me stessa.

Provai a guardarmi intorno e, dietro di me, vidi che si estendeva una scalinata di marmo bianco che portava ad una grande porta decorata con uno stile antico e manifestoso. Decisi di scoprire cosa ci fosse aldilà di quella porta, così mi avviai verso la scala. Il fruscio del mio vestito sui miei piedi mi fece, se possibile, ancor più pizzicore dell'erba sotto la pianta del piede.

Era un vestito elegante, lungo fino ai piedi e di un color avorio sgargiante. Le spalle erano tenute scoperte dalla scollatura a barca.

Non avevo mai visto un vestito tanto bello. Mi chiesi più volte perché stessi indossando una cosa così preziosa ma decisi di non darle, alla fine, molto peso. Arrivata al termine della scalinata, davanti a me, la porta maestosa aveva un che di inquietante: non si poteva scorgere nulla che si trovasse al suo interno tanto essa era buia e infinita.

Mi feci coraggio ed entrai al suo interno pur non nascondendo una certa vena di timore. Appena superai la porta l'oscurità si diradò verso l'esterno lasciando spazio ad una sala da ballo enorme e luminosa dove uomini e donne ,vestiti in modo elegante, ballavano e conversavano amabilmente su una musica dolce.

Avanzai a piccoli passi verso il grande salone, incerta su cosa fare una volta arrivata in mezzo ad esso. Credevo che tutti i presenti mi stessero fissando dato che mi sentivo una rosa rossa in mezzo a tante rose bianche ma, appena alzai lo sguardo per confermare la mia tesi, notai che gli invitati parevano non accorgersi di me.

Mentre mi guardavo intorno una mano si posò sulla mia spalla: sussultai all'improvviso contatto e, quando mi voltai, vidi davanti a me un uomo anziano, sulla sessantina che mi sorrideva.

"Vieni Vivian, ti stavamo aspettando con impazienza" mi porse la mano coperta da un guanto bianco e mi condusse verso una scala, anch'essa di marmo bianco, che portava a un soppalco dove presenziavano due maestosi troni. Quell'uomo era forse un re?

Fui sorpresa di vederli e mi chiesi per quale ragione il probabile re mi stesse conducendo verso quel trono e perché mi avesse detto che mi stavano aspettando...

Arrivati al soppalco, mi lasciò la mano e si girò verso di me. Aprì la bocca per parlare ma la mia vista venne accecata dall'oscurità e le mie orecchie non sentirono più niente. Caddi nell'oblio profondo.

"Vivian! Vivian!" la voce di Carmen arrivò leggermente ovattata alle mie orecchie. Piano piano aprì gli occhi che sembravano improvvisamente collosi.

"Finalmente ti sei svegliata! Sono dieci minuti che cerco di svegliarti!" Carmen mi stava scuotendo, la testa mi girava leggermente. "Siamo leggermente in ritardo! Mi dici che ti è preso? Normalmente sei super attiva la mattina e ti svegli anche presto!" continuai a guardarla come in trans e lei fece ancor più una faccia interrogativa "ah, già" sembrò ricordarsi "Tu e Lucas ieri avete sgobbato! Ma ora non c'è niente da perdere, vestiti!" detto ciò mi prese per un braccio e mi trascinò all'interno del bagno.

Mi avvicinai al lavandino con fare da zombie, aprì il rubinetto e ci infilai sotto le mani per poi passarmele sopra il viso in modo da svegliarmi un minimo. L'acqua gelata a contatto col mio viso mi fece subito sentire meglio anche se la sonnolenza continuava a persistere.

Mi vestì in tutta fretta per poi uscire dal bagno e, con Carmen, raggiungere la mensa per colazione. Il nostro gruppo se ne stava tranquillo, nessuno ad eccezione di Lucas ed Ivan si girò a guardarci mentre ci sedevamo al tavolo. Forse era meglio così, non trovavo propriamente simpatici gli altri componenti del gruppo, ma non li conoscevo quindi alla fine non potevo giudicare molto.

La palestra era esattamente come io e Lucas l'avevamo lasciata.

Ci sedemmo come al solito a gambe incrociate aspettando l'arrivo di Drake per poi iniziare ad allenarci. Lucas tirò un enorme sbadiglio.

"Sei stanco?" gli domandai. Ma era basilare la risposta che avrei ricevuto tanto che mentalmente mi detti della stupida per aver fatto una domanda così ovvia.

"Già, anche tu suppongo. Ieri abbiamo fatto un buon lavoro ma vviamente ci ha stancato troppo" mi sorrise mentre si stiracchiava le braccia. Gli sorrisi per poi continuare a fissare il vuoto davanti a me con fare pensieroso.

"Forza! Iniziate a correre!" Drake entrò dalla porta d'ingresso battendo le mani in segno di incitamento.
Tutti, di malavoglia, cominciammo a correre abbastanza lentamente ma un grido di Drake ci fece ridestare e correre più veloce: ci aspettava una lunga settimana.

Spazio Autrice:
Buon Natale! Non capite che fatica è stata scrivere questo capitolo per tempo! (questa volta è leggermente più corto del solito) Oggi è stata una giornata fantastica, spero anche per voi :3

Purtroppo non credo di riuscire a scrivere in queste due settimane, quindi ci vediamo a gennaio!❤
Bacioni!









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