Capitolo 4

233 34 1
                                    

"L-la guerra?" balbettai. Perchè la guerra? Non eravamo troppo giovani per essere addestrati?

"Si Vivian, la guerra. Purtroppo non so chi sia in realtà il nostro sfidante" aggiunse Carmen.

Poggiai la schiena sul sedile e presi un respiro profondo. Ecco perchè la mamma era così giù e piangeva, sapeva che mi sarei dovuta addestrare. Ripensai a quella giornata e un immagine di Billy ed Emma si fece largo nella mia mente. Anche loro lo sapevano, me lo avevano tenuto nascosto.

Perchè lo avevano fatto? Che motivo c'era di tenermelo nascosto?

Non avrei più visto nessuno di loro, Emma lo aveva detto mentre mi stritolava. Una lacrimaa mi percorse la guancia e in quel momento l'aereo iniziò a perdere quota. Stavamo iniziando ad atterrare.

Chiusi gli occhi e pensai alla mia famiglia, a quanto mi mancassero nonostante fossi partita da circa due ore.

"Siamo atterrati" aprì gli occhi e guardai Carmen.

"Dai, scendiamo" ci alzammo e scendemmo con tutti gli altri ragazzi.

Non sapevo dove mi trovassi: eravamo forse ancora in America. Il clima era leggermente più fresco e la camicetta non mi copriva abbastanza. Tutte le ragazze erano infreddolite, si tenevano lr camicette stretta al petto e alcune battevano i denti. Pensai che che esagerassero non c'era così tanto freddo.
Ma l'improvviso cambio di clima aveva scombussolato un po' tutti.

Il paesaggio intorno a me era costituito da un grande numero di aerei neri come la pece, c'erano dei soldati vestiti con tute nere indaffarati che scaricavano i pacchi dalle stive degli aerei. Il cielo era grigio, minacciava di piovere. Amavo la pioggia, la sensazione che provavo quando ne venivo bagnata era indescribibile.
Persa nei ricordi non mi accorsi del soldato che siera avvicinato a noi.

"Forza muovetevi" disse. Obbedienti lo seguimo nella stuttura che si trovava dietro l'aeroporto. Attraversammo una moltitudine di corridoi fino ad arrivare ad un corridoio ricco di stanze.

"Le ragazze mi seguano" disse una voce alle spalle della guardia. "Knovk porta i ragazzi ai loro dormitori"Era un'alta guardia, presumevo di grado superiore dal tono che aveva usato con la guardia che ci aveva prelevati all'aeroporto.

Il poveretto annui' e fece un cenno ai ragazzi di seguirlo sparendo poi dietro a un angolo piu' avanti.

Il comandante ci fece cenno di seguirlo e percorse un'altro corridoio ricco di stanze. Aprì la porta di una stanza e ce la mostrò.

"Queste saranno le vostre stanze, ci saranno due ragazze per ognuna. Troverete la divisa da indossare sui letti. Domani mattina alle 8:00 fatevi trovare pronte fuori dalle camere" fece per andarsene ma una ragazza parlò.

"E la cena? Abbiamo fame" disse impertinente.

"Come ti chiami?" domandò accigliato e con una vena di rabbia per come la ragazza si era rivolta a lui. Chiaramente non era un uomo abituato a toni del genere data la severita' della sua parlantina.

"Rose Green" rispose con una vena di paura nella voce. Mi accorsi che stava anche tremando.

Non doveva tremare cosi'. Era palese che la guardia si fosse arrabbiata dato il tono usato da Rose.La guardia si avvicinò a lei con sguardo minaccioso.

"Bene Rose Green, mi stavo dimenticando della cena e ti avrei dato ragione se avessi usato un altro tono per chiedermelo. Quindi niente cena stasera, per tutte quante! Ragazze ringraziate la vostra compagna Rose!"

Partirono varie occhiatacce da parte delle altre ragazze, poi la guardia si congedò e lasciò a noi la scelta per l'organizzazione delle camere.
Non conoscevo di persona le altre ragazze quindi chiesi a Carmen se poteva condividere la stanza con me. Mi sorrise e accetto'.

Scegliemmo una stanza e chiudemmo la porta, poi stanche per il viaggio ci addormentammo sui letti ancora completamente vestite.

Mi svegliai presto a causa di un rumore fastidioso che continuava persistente a rimbombarmi nelle orecchie. Feci un grugnito per poi cercare di riappisolarmi ma fu impossibile dato che quel rumore non aveva intenzione di placarsi.

Svogliatamente mi alzai dal letto notando che indossavo ancora i vestiti del giorno prima e che non mi era stato dato nessun pigiama. Cercai di sistemare un poco le coperte del letto che, a causa della dormita, erano leggermente stropicciate. Quando sollevai il cuscino per rendere il lavoro più facile trovai un pigiama di colore nero.

"Ah, ecco dove era" sussurrai prendendolo tra le mani. Sentì una risata alle mie spalle e non ebbi dubbi sul fatto che fosse stata Carmen a ridere in fondo, in quella stanza c'eravamo solo noi due.

"Anche tu ti sei svegliata con i vestiti addosso? Si vede che eravamo troppo stanche per rimanere sveglie per cercare un pigiama" scherzò.

Sul comodino avevo appoggiato la divisa, la presi tra le mani e la osservai. Era una tuta unica (volevo spiegare che non si tratta di maglietta e pantaloni ma di un completo unito, non separato. Spero che si sia capito ciò che volevo intendere :3) di colore nero, il tessuto era morbido e leggero.

"Ti piace?" mi domandò Carmen. Mi piaceva? Si, presumevo di si. Dipendeva poi da come mi sarebbe stata.

"Prima di giudicare la devo provare" dissi facendo suscitare in lei una risata.

"Già, hai ragione Vivian" rispose per poi iniziare a spogliarsi. Io rimasi un attimo allibita. Non voleva cambiarsi in bagno? Non si vergognava di cambiarsi difronte a me? Io ero leggermente imbarazzata. Insomma nessuno mi aveva visto mezza nuda.

"Che fai, non ti cambi?" domandò facendomi risvegliare dalle mie inutili paranoie.

"Si, adesso mi cambio" risposi slacciando la camicetta per rimanere in reggiseno e per poi fare lo stesso con la gonna rimanendo in mutande.

Presi la tuta e la indossai: il vestito sulla pelle era ancora più morbido, accarezzava la pelle dandoti una sensazione di piacere immane. Quando chiusi la cerniera su un lato e mi guardai allo specchio quasi non mi riconobbi. Non avevo mai indossato una tuta e nemmeno un pantalone quindi vedere la stoffa avvolgere le mie gambe era una novità. Il tessuto era un po' aderente e valorizzava le mie curve. Era leggermente attillato sul seno e sul sedere e mi imbarazzava un po' indossarlo.

"Ti sta molto bene" commentò Carmen osservandomi. Vidi nel riflesso dello specchio la sua figura. La tuta stava nettamente meglio a lei che a me. Aveva molte più curve di me e la stoffa aderente le valorizzava.

"Anche a te" sorrisi. Poi qualcuno aprì la porta.

Spazio autrice:

Hey, sono tornata. Volevo mettere un capitolo prima di tornare a scuola che inizierà purtroppo tra meno di 2 settimane. Sto scrivendo un altro libro (avviso in "bacheca")l'argomento è fantasy con un pizzico di amore esattamente come questo. Cerco di scrivere circa 5 capitoli per pubblicarlo veramente. Il fatto è che non riuscirei a stare dietro a 3 storie. Quindi aspetto che " The arrow" sia arrivata almeno al capitolo 20 quindi a buon punto. Vi auguro quindi buona chiusura delle vacanze


The arrow (Momentaneamente Sospesa)Where stories live. Discover now