𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 16

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Sfogliai distrattamente le riviste poste sui bassi tavolini di vetro. Accavallai le gambe. La sala d'attesa dello studio della psicologa era esattamente uguale a tre giorni prima.

Quando la porta si aprì mi alzai di scatto. Presi il cappotto che avevo lasciato sulla comoda poltroncina e mi incamminai.

«Arrivederci, dottoressa» sentii. Rimasi immobile dietro un pilastro di marmo. Quella voce. Il rumore dell'arrivo dell'ascensore mi costrinse ad osservare chi fosse. Il ragazzo biondo entrò al suo interno.

«Melody, vieni pure» disse la dottoressa. Quello che capii fosse Niall si voltò. I suoi occhi cielo incontrarono i miei. Le porte dell'ascensore si chiusero con rumore metallico.

Quando entrai nello studio il mio battito era accelerato. La dottoressa cercò di capire.

«Quel ragazzo» cominciai, «che ci faceva qui?» continuai.

«Fa terapia con me, Melody» dichiarò la dottoressa.

«Bene» respirai profondamente, «quello è il ragazzo di cui le parlavo l'altra volta» affermai.

«Oh» sospirò.

La dottoressa prese il suo solito taccuino nell'attesa che io le dicessi qualcosa. Tre settimane prima le mie labbra e quelle di Niall si erano schiuse in un bacio che mi aveva fatto perdere il sonno e pochi giorni prima avevo fatto un disastro.

«Dunque.. Dove eravamo rimaste?» domandai cercando di riprendere il filo del discorso.

«Non è stato solo un bacio» citò lei, come se avesse imparato a memoria come me quelle parole. Ciò mi riportò alla mente il ricordo di tre giorni prima.

«Ciao, Melly» pronunciò con una voce così sexy da farmi quasi svenire.

Quel ragazzo era la mia rovina.

«Niall» dissi a denti stretti. Mi strinsi nell'asciugamano. I suoi occhi passarono in rassegna tutto il mio corpo, come se mi stesse lentamente assaporando con il suo sguardo. Afferrai dei vestiti posti sulla mia sedia ed andai in bagno.

Dopo essermi cambiata lasciai che i capelli mi scendessero sulle spalle,nonostante fossero ancora umidi uscii dalla porta. Il biondo mi aspettava seduto sul suo letto. Notai un piccolo pacchetto posto accuratamente sulla mia scrivania.

«È per te» disse alludendo alla scatolina blu. Rimossi a malincuore il nastro rosa con il quale era stata chiusa e la aprii. Quando scostai del cellophane vidi una collana d'argento con un ciondolo a forma di piuma.

«È molto bella» sussurrai.

Quando Niall si alzò dal letto per venire verso me cominciai a sentire le mie mani tramare. Con un gesto quasi automatico gli porsi la collana. Il biondino scostò i miei capelli ancora umidi da un lato. Riuscii a percepire il suo fiato sul mio collo. Le sue dita sottili mi accarezzarono. Chiuse il gancio della collana. Il freddo metallo toccò la mia pelle bollente. Le sue dita mi accarezzarono ancora e sembrò che fuoco e ghiaccio si stessero incontrando.

«Niall?» chiesi con voce tremolante. Il respiro accelerato. Il petto che faceva su e giù per pompare abbastanza aria, «sono innamorata di te» dissi tutto d'un fiato.

«Sì Mel, dunque?» chiese la dottoressa, tentando probabilmente di capire per quale motivo per tre notti di fila l'avessi chiamata in preda ad attacchi di panico.

«Io non provo lo stesso per te» dissi, «ha detto che non prova niente per me» continuai cercando di essere più convinta delle mie parole. Tentai di convincere me stessa.

Room 69Where stories live. Discover now