Capitolo 30

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Apro gli occhi. Nevica. I fiocchi di neve cadono dolcemente sul mio viso, sui miei capelli e sul mio corpo. Fa freddo. Mi alzo, pulendomi dai fiocchi neri attaccati al vestito. Indosso un vestito bianco, quasi invisibile. Alzo gli occhi verso il cielo di un azzurro-grigio, da cui cadono i fiocchi di neve. Il paesaggio intorno a me è completamente bianco. La distesa che probabilmente era stata verde, ora è tutta bianca, proprio come i pini all'orizzonte. Giro su me stessa, cercando di capire dove sono. Il cuore inizia a battermi forte. Dove mi trovo? Cos'è questo posto?

Faccio qualche passo in avanti, inciampando nell'orlo del vestito e mi guardo attorno spaventata. Cos'è successo?

Continuo a camminare fino a quando la neve inizia a macchiarsi di rosso. L'orlo del vestito si sporca, mentre i miei piedi nudi si macchiano di sangue. Sangue. Sangue ovunque.

Anche le mie mani sono intrise di sangue.

Le guardo mentre comincio a tremare, per il freddo, per la paura. Davanti a me compare una sagoma familiare. Giace sulla neve rossa, mentre dei rivoli di sangue sgorgano dalla sua bocca. Ha lunghi capelli rossi e una pelle bianca come il latte. La mia gola diventa secca e la terra comincia a mancarmi sotto i piedi. Il respiro diventa corto e le lacrime cominciano a sgorgare mentre reprimo un urlo. Vi è un'altra figura chinata vicino alla ragazza morta. È un ragazzo. Si volta verso di me, appena in tempo per capire chi sia. Le zanne appuntite, gli occhi affilati come lame e un sorriso malizioso che spunta dalle sue labbra mentre si avvicina a me. Mi bastò un attimo per capire cosa era successo. Un attimo per capire perché la ragazza era morta e un attimo per vedere chi fosse colei. Ero io.

Mi sveglio ansimando e stringendo le lenzuola. Mi siedo improvvisamente, stringendomi il viso tra le mie mani gelide. La camera di Noah risplende della luce che entra dalla finestra. è già pomeriggio. Ho dormito tutta mattina.

Ricordo vagamente l'incubo da cui ero scappata. Solo Mark chino su di me mentre beveva il mio sangue mentre la morte mi portava via. Avevo sempre creduto che la morte fosse fredda. Un freddo che ti ghiaccia il corpo e che ti impedisce di muoverti. Invece no. Non sentivo né caldo né freddo. La paura più grande era stato capire quando per l'esattezza fossi morta. I pensieri mi abbandonarono e ad un tratto...il nulla. Né bianco né nero, nulla. Non vidi niente. Non sentii niente. Niente.

-Evy-

La voce mi fa sussultare e mi volto verso Noah. È chiaramente preoccupato e il tono che ha usato nel chiamare il mio nome, mi ha fatto capire che non era stata la prima volta che lo pronunciava.

-Hai sentito quello che ho detto?- mi chiede

-C..Cosa?- la voce si spezza e ne venne fuori un acuto sussurro

Sento due braccia calde che mi stringono e ci vollero un paio di minuti per accorgermi che Noah mi stava abbracciando.

-Hai avuto un incubo?-

-si- sussurro

Come sempre, il calore del suo corpo mi tranquillizza subito e dopo pochi istanti mi calmo completamente.

-raccontamelo- dice baciandomi sui capelli

Non volevo raccontargli di Mark, ormai c'era sempre lui nei miei incubi.

-ero morta- sussurro dopo attimi di esitazione

Lo sento irrigidirsi.

Lo stringo di più a me, sprofondando tra le sue braccia

-sei al sicuro con me, non devi temere-

-lo so. Grazie ora va meglio-

Restiamo in quella posizione per qualche minuto.

Dark Angel [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora