Capitolo 5

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Non mi volto nemmeno. Non ne ho il coraggio. Mi starà seguendo? Inizia a mancarmi il fiato. Non mi fermo, continuo, cercando di accelerare ma non ci riesco. Non riesco ad andare più veloce di così.

Sono quasi arrivata alla fine e non ce la faccio a non voltarmi. Ho paura che da un momento o l'altro possa afferrarmi e prendermi. Non voglio tornare là. Voglio andarmene di qui.

Mi volto. Non vedo nessuno. Giro il volto davanti a me e sbatto contro qualcosa.

Cado a terra, tenendomi su la schiena facendo leva sui gomiti.

Apro gli occhi e lo riconosco. Mark.

È serio. Arrabbiato. Furioso.

-Beh dove pensi di andare?- dice serio, con le mani nelle tasche.

Non rispondo e mi alzo in piedi velocemente, cominciando a correre dalla parte opposta. Mi afferra per un braccio e mi lancia contro il muro. Sono colta alla sprovvista e cado in ginocchio. Mi afferra di nuovo e mi alza, ponendo il mio viso davanti al suo.

-Pensi che io sia stupido eh? Pensi che non abbia pensato che avresti provato a fuggire? Sei cosi prevedibile..- dice con disprezzo

I suoi occhi sono scuri, ma posso quasi vedere la rabbia al loro interno. Adesso si che mi fa paura.

Cerco di dimenarmi, ma è troppo forte.

-Lasciami!- urlo, ma continua a tenermi ferma

Gli tiro un calcio alla tibia, ma inutilmente: non fa un minimo accenno di dolore, ma questo lo fa infuriare ancora di più.

Mi molla uno schiaffo in pieno viso, talmente forte che giro la testa a sinistra, sbattendo più volte gli occhi. Mi lascia andare e cado a terra, non riuscendo a reggermi con le gambe. Cado su un fianco, con le gambe piegate e la mano destra distesa, su cui fortunatamente, durante la caduta, ho appoggiato la testa.

Lui si volta, chiudendo gli occhi e cercando di calmarsi. Poi si gira, tenendo lo sguardo fisso su di me.

-non provare a farlo mai più- ringhia a denti stretti

Non voglio arrendermi. Io voglio scappare. Alzo la testa e striscio con la pancia dalla parte opposta a lui. Lanciando dei gemiti a ogni piccolo sforzo. Sento che si avvicina a me, mi stringe con forza la maglietta dietro la schiena e mi solleva, come se fossi una piuma. Mi lancia ancora contro il muro. Questa volta sbatto la testa e mi preparo all'impatto con il suolo. Lui mi sorregge, portandomi i polsi in alto, sopra alla testa e schiacciandomi al muro.

Trovo la forza di usare le gambe e cerco di stare in piedi. Lui si stacca un po', continuando a fissarmi minacciosamente. Riesco a stento a tenere gli occhi aperti. Mi gira la testa.

-allora non hai capito. Proverò a spiegartelo di nuovo- sussurra al mio orecchio, sfiorandolo con le sue calde labbra

La sua voce è sempre più debole. Mi si offusca la vista e socchiudo gli occhi.

-Tu prova ancora una volta a scappare e io, piccolo angioletto, ti uccido-

L'unica cosa che riesco a fare è piangere. Piango per il dolore, piango per la paura. Piango per la disperazione. Piango per ciò che ho subito.

Lancio di nuovo un gemito quando mi schiaccia alla parete. Solo pochi centimetri separano il mio viso dal suo. Continua a osservarmi, mentre piango, mentre lo ascolto tenendo lo sguardo basso, sulla terra. Incapace di guardarlo.

Un altro gemito. Mi sta facendo male.

-Hai perso molto sangue- dice accarezzandomi la guancia. Sento il labbro pulsare. Probabilmente me lo ha tagliato. Sento il mio corpo in fiamme.

Dark Angel [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora