Capitolo 1

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C'era il silenzio, solo una voce parlava e annunciava il suo arrivo, si, era lì a pochi metri da me...
Un urlo da rompere i timpani si alzò e...

Bip bip bip

Il suono della sveglia mi riporta alla realtà, ho fatto uno strano sogno, ero ad un raduno, ma non capivo di chi.. Lascio stare e mi alzo dal letto.
Afferro il mio telefono sulla mensola e digito il codice.
Nessun messaggio su Whatsapp, strano.
Decido di andare in salotto a vedere se mia madre è ancora in casa e la vedo seduta sul divano mentre guarda la tv.
Si gira sentendo che stavo scendendo dalle scale.
"Soraia la colazione è pronta è in cucina"
"Okay grazie mamma"
La ringrazio e mi dirigo nell'altra stanza, dove trovo una tazza di cappuccino caldo e un cornetto alla Nutella.
Mangio poi decido di andarmi a fare una doccia veloce; entro in bagno e vedo riflessa nello specchio una ragazza con gli occhi nocciola, i capelli lunghi, lisci e biondi, sono io.
Esco dalla doccia e indosso un paio di pantaloncini jeans e una canottiera bianca con una scritta in fucsia <<Kiss me>>.
Metto le mie amate converse nere e un po' di mascara con del lucida labbra.
È il 1 Ottobre , ho abbandonato la scuola, mi mancava solo il quinto superiore ma decisi che la mia strada non era quella dello studio.
Ormai ho 19 anni, potrei benissimo andare a vivere da sola, ma rimango a casa mia, insieme ai miei.

Esco di casa in silenzio e mi dirigo verso un parco che conosco fin troppo bene: avevo una sola amica, che mi ha lasciata da sola per trasferirsi a Torino dal suo fidanzato, da allora vengo sempre qui, seduta sempre sulla stessa panchina con le ginocchia al petto e le cuffiette nelle orecchie.

Mi piace stare da sola, infatti vengo sempre qui perché non c'è mai nessuno.
Mentre ascolto "Gli Ostacoli Del Cuore" di Elisa, sento un ragazzo sedersi sulla mia stessa panchina ma nella parte opposta.
Ha anche lui un paio di cuffie, ha gli occhi lucidi, evidentemente aveva pianto.
Avrà avuto massimo un anno più di me, dei capelli marrone scuro disordinati e gli occhi nocciola.
Inizia a scendergli una lacrima
"Ehi! Vuoi qualcuno con cui parlarne?"
Gli chiedo d'istinto senza pensarci.
Lui si asciuga le lacrime con la mano e mi guarda, fa una specie di mezzo sorriso...
"Piacere, Lorenzo"
"Soraia"
Gli stringo la mano poi lui si alza dalla panchina e, come se lo stesse aspettando anche lui, mi alzo e lo seguo.

Dopo esserci allontanati da quel parco Lorenzo inizia a parlare.
"Scusami ma non volevo stare su quella panchina"
Intanto vedo gli occhi tornargli lucidi.
"Vuoi parlarne?"
Gli scende una lacrima.
"Vabbè se non te la senti non importa"
"No no , ora ti racconto,..."
Prende un respiro e continua.
"Ho.. avevo una ragazza di nome Vania, aveva gli occhi neri e luminosi, i capelli ancora più neri, mossi, poi aveva un sorriso che non si spegneva mai, era la cosa più bella che avevo..."
Gli scendono le lacrime.
Io d'istinto gli prendo la mano, non so il motivo per cui l'ho fatto ma lui invece di mollare la presa mi stinge ancora più forte poi continua.
"Gli angeli poi hanno deciso che il suo posto era tra le nuvole e l'hanno portata via..."
Sta volta singhiozzava e le lacrime scendevano sempre più velocemente.
"Quella panchina è il luogo dove ci siamo conosciuti..."
Di istinto mi fermo, mi giro e lo abbraccio, l'abbraccio più forte che io abbia mai dato in tutta la mia vita.
Inizio a piangere anche io, ma cerco di smettere, guardo il pavimento per non farglielo notare poi però si stacca dall'abbraccio e alza il mio sguardo verso il suo.
"Fa male trattenere le lacrime, me lo diceva sempre mia madre, quando devi piangere, piangi, non puoi farci nulla, non lo puoi controllare."
Gli sorrido e lui fa lo stesso, sento una scossa di brividi che mi riempie da capo a piedi ma cerco di non farci molto caso.
Riprendiamo a camminare, stavolta più lentamente.
Tutto questo è assurdo. Sto passeggiando insieme ad un estraneo come se lo conoscessi da anni.
"Mi dispiace ma ora devo andare, mi dai il tuo numero? Così magari, se vuoi.. emh.. potremmo rivederci, che dici?"
"Okay dammi il telefono che mi registro"
Mi salvo : •Soraia <3•
Gli restituisco il telefono e lo saluto con un abbraccio per poi dirigermi verso casa mentre ho ancora chiara in mente l'immagine dei suoi occhi e del suo sorriso.

Ho deciso di rivedere la storia per correggere degli errori e un po' per modificarla. Spero che piaccia comunque anche così ma tanto non ha molta importanza perché io scrivo specialmente per me stessa.
Se trovate errori, senza problemi, scrivetelo nei commenti... phellaa!

~Soraia❤️

My Smile - Lorenzo Ostuni & Stefano Lepri [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora