Capitolo 11

3.4K 177 4
                                    

Uscii dal locale con il cuore che batteva a mille. Non capivo più cosa stesse succedendo. Solo un suo sguardo, uno sguardo freddo, mi facevano venire i sensi di colpa. Poi ci si mette anche Loreddel, che fa tanto la carina. Quanto la odio. Non credo che continuare a vederla in giro, mi aiuti molto in questo periodo.

Mi diressi verso l'ospedale dove era ricoverata mia madre. Ormai erano otto mesi in coma e senza papà. Jessika non si faceva più vedere. Non avevo più sue notizie dopo l'incidente. Stare a casa era dura, infatti non vedevo l'ora di andare al college per farmi degli amici e per non stare più sola. Dopo tutti i casini di questi ultimi mesi, la mia vita è cambiata. Da capitana della squadra di pallavolo, la ragazza popolare, bella, simpatica, altruista, a semplice ragazza con madre in coma e senza padre, con sorella di cui avevo perso le tracce. Già. Vita cambiata proprio in meglio. Perfetta.

Varcai la soglia dell'entrata dell'ospedale, e l'odore lancinante di tutti i medicinali,sangue,disinfettanti mi trapassarono per le narici, senza farli nessun effetto. Ero abituata.

Le porte dell'ascensore si aprirono, e all'interno c'era lei. Colei che non mi aveva ancora lasciata sola. Sarah.

Entrai in ascensore e mi misi al suo fianco.

"Salve"le sorrisi cordialmente. Sarah era una persona ben impostata. Famiglia ricca. Genitori importanti. La solita etichetta da seguire. Fratello maggiore perfetto. Casa perfetta. Vita perfetta, se non fosse per il suo tumore. Ormai si è scoperto da poco che Sarah soffre di un tumore al cuore. Ma non si è scoperto ancora di che tipo. Da quello che so, è che in questi giorni sta facendo vari esami, e dato che i suoi genitori sono i fondatori di questo ospedale, è vantaggiata su tutto.

"Buon pomeriggio Grace" mi sorrise a sua volta.
"Come vanno gli esami?"
"Tutto bene, grazie. I miei genitori mi hanno appena informata che questa sera stessa mi mostreranno i risultati." abbassò lo sguardo.
"Andrà tutto bene" le misi una mano sulla spalla, come segno di incoraggiamento e di presenza, cose che in quel momento aveva proprio bisogno.
"Lo spero" mi rivolse un sorriso triste.
"Tua madre?"
"Ancora niente"
"Stai tranquilla, si sveglierà presto. Ne sono certa. Non vede l'ora di riabbracciare sua figlia. Vedere il tuo sorriso. I tuoi occhi pieni di vita. Sentire il tuo profumo. Accarezzare le tue morbide guance. Ascoltare la tua voce melodiosa. E assaporare tutti i dolci da te preparati." mi abbracciò, lasciandomi un calore al cuore e facendomi scendere una lacrima. È davvero importante la presenza di Sarah. Era come una sorella su cui contare sempre. Non saprei cosa fare senza di lei.

Ero arrivata al mio piano. Salutai Sarah e scesi dall'ascensore.

Mi diressi verso la stanza 618, dove si trovava mia madre. Esitai nel toccare la maniglia, ma dopo sospiri profondi mi diedi coraggio ed entrai. C'era qualcosa di diverso. Sul comodino di mia madre c'era il vaso piena di rose bianche, le sue preferite.

Mi avvicinai per vedere se qualcuno avesse lasciato un biglietto o cose  del genere. Infatti accanto al vaso, c'era un bigliettino.
Lo presi e lo lessi.

Cara mamma,
Come va? Io tutto bene. O almeno credo. Penso solo di stare bene, ma in realtà sto malissimo. Mi manchi. Mi manca papá. Mi manca Grace. Mi mancate tutti. Dopo l'incidente non sapevo più che fare. Dato che sono la sorella maggiore, dovrei essere io al tuo fianco e continuare a fare da colla per tenere la nostra famiglia unita, ma non ce l'ho fatta. Non ce la faccio. Non sopporto vederti distesa su un lettino bianco, con un vestito bianco, dentro una stanza bianca. Odio il bianco. Odio anche il bianco delle rose che ti ho comprato, ma dato che sono le tue preferite, le ho comprate, solo per te.
Mi sento una codarda, mi dispiace anche per Grace che deve sopportare tutto da sola, vivere da sola, giorno e notte, mangiare da sola, svegliarsi da sola, dormire da sola, e rimanere da sola finché non ti sveglierai. E la cosa più brutta, è che nessuno è sicuro se ti sveglierai. Mi odio. Mi odio per non essere con te, per non andare da papá e anche per non stare con Grace. Mamma, fammi questo favore, dille che le voglio tanto bene, che mi dispiace e so che mi odia. Deve. Deve pur sempre odiarmi in qualche modo. Ti voglio tanto bene. E quando troverò il coraggio di venirti a trovare, spero di venirci con Grace, come due sorelle legate. Svegliati presto dormigliona.

Dopo aver letto la lettera, mi scesero le lacrime e nascosi il volto sul materasso vicino al braccio di mia madre.

Ero contentissima del fatto che mia sorella avesse scritto, ma mi mancava troppo, fin troppo. In quei momenti non avevo nessuno al mio fianco, non c'era piú Cameron, nè Nash e neppure mia sorella, e  addirittura anche i miei stessi genitori. Era sola.

Mia sorella aveva ragione, la odiova, ma non perchè mi aveva lasciata sola, per lo piú, per il semplice fatto che avesse scritto come se la mamma potesse leggerlo. Ma so, sono certa che sapeva del fatto che l'avrei letto io, non voleva essere diretta, tutto qui. Lei non è mai stata una persona diretta, soprattutto con me. Non voleva ferirmi, ma facendo cosí, mi feriva ulteriormente. Odio la gente che non va subito al punto. Odio la gente che non ti dice subito le cose, solo perchè ti ritiene fragile. Odio mia sorella che mi ritiene fragile. Odio farmi vedere fragile. Odio essere fragile.

Mi allontanai dal braccio di mia madre di scatto, dopo aver sentito un suono non molto desiderato. Il 'bip' costante e la linea dritta che segnalava il battito di mia madre. Avevo giá le lacrime agli occhi.

"Mamma! No cazzo! Porca puttana ora no!" uscií dalla stanza a chiedere aiuto. Arrivò subito un'infermiera e il dottore.

" la prego signorina stia fuori"mi spingeva l'infermiera verso l'esterno della stanza.

Mi appoggiai al muro facendomi cadere a terra, portando le ginocchia vicino al mio volto, cingendoli con le braccia, cominciando a piangere a dirotto. Mi sentivo un vuoto. Non potevo perdere l'unica persona che avevo. Non lei. Non mia madre.

Perchè proprio io? Cosa avevo fatto? Non mi meritavo questo? Se avevo fatto qualcosa dovevano prendersela con me, non con la gente a cui tengo fermamente.

I always need him|| Cameron Dallas #watty2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora