AMNESIA

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Non mi è mai piaciuto particolarmente prendere l'autobus, specialmente nei momenti in cui è pieno di gente. Ho sempre l'impressione di avere gli occhi di qualcuno puntati addosso, anche se so che nessuno in realtà mi sta prestando attenzione. Questo fortunatamente non è uno di quei momenti, l'autobus è quasi vuoto se non fosse per me e qualche altra persona intenta a parlare al telefono o a mandare messaggi a qualcuno.
Poggio la testa allo schienale voltandomi leggermente con il corpo verso il finestrino. Tra qualche minuto sarà buio, il sole è quasi del tutto tramontato lasciando raggi rossi sulle macchine per strada.
Il tempo passa, case, negozi, alberi, persone, uomini, donne, ragazzi.

Il cuore comincia a battere un pò più in fretta, il mio corpo si avvicina piano al finestrino, la mia mano si poggia sul vetro, l'autobus si ferma, sono arrivata.
Cammino a passo svelto, comincio a correre. Non importa che mi si è appena slacciata la scarpa, che la borsa sta per scivolare del tutto dalla mia spalla destra, che a stento riesco a respirare.
Rosso
I miei occhi vedono solo rosso.

Finalmente mi fermo.
Posso sentire di star tornando indietro a quattro anni fa, alla Mad che aveva 15 anni e tanta voglia di vivere.
Aspetto di vedere quel verde che non vedo da un pò, e che mi manca tanto, troppo.

Ma io non ho più 15 anni, io non sono più Mad, sono Eveline.
Il ragazzo mi guarda aggrottando le fronte chiedendosi cosa mai una ragazza affannata che non conosce possa volere da lui.

Ancora. È successo ancora.
Faccio un passo indietro mentre la gente continua a camminare attorno a me. Mi volto e vado via a testa bassa.

Giro a vuoto per le strade, non posso tornare a casa, non ora. Non posso stare chiusa nel silenzio, rischierei di impazzire.
Pensavo fosse vero questa volta, ma non è così. E non mi rimane altro che il battito accelerato, il respiro corto, e la consapevolezza che quel verde non lo rivedrò più.

"Amnesia"
Il bar dove andavamo i pomeriggi in cui non ci andava di stare in giro.
Entro ed è tutto come lo ricordavo.
I tavolini in legno scuro, le poltroncine bianche, il bancone nero.
Cammino tra i tavoli e raggiungo l'ultimo a sinistra, il nostro tavolo. Mi siedo esausta dopo la corsa e poggio i gomiti sul legno posando il mento sulle mie mani.
La cameriera si avvicina per prendere la mia ordinazione e appena è davanti a me mi sorride. Mi avrà riconosciuta.
Sposta lo sguardo accanto a me, e non c'è nessuno.
Vorrei dirle che niente è come una volta, ma lei mi precede chiedendomi cosa voglio.
Vago con lo sguardo lungo il locale, quando vedo entrare un ragazzo e una ragazza. Si siedono a pochi tavoli lontani a me. Lui ride con una mano davanti la bocca mentre lei lo guarda contrariata senza riuscire a trattenere il sorriso che le illumina il viso.
Anche noi eravamo così.

"E dai Michael! Smettila di ridere!" - mi lamento togliendomi la giacca e poggiandola accanto a me sulla poltrona.
"Come faccio a smetterla, è stato troppo divertente!"- esclama coprendosi la faccia con entrambe le mani e continuando a ridere.
"Io stavo per cadere a terra e rompermi come minimo una gamba e tu ridi?!"
"Non rido solo per quello, ma anche per il povero vecchio che hai preso in pieno! Sei proprio maldestra Mad"- mi dice facendo finta di asciugare qualche lacrima dagli occhi.
"Io non sono maldestra! Ti odio Gordon!" - dico puntandogli un dito contro.
"Piccola Mad, non c'è ombra di dubbio che tu sia maldestra"- asserisce mentre vedo avvicinare la cameriera.
"Due cappuccini" - dice alla signora per poi ritornare con lo sguardo verso di me.
"E tu non mi odi"
Non ho mai bevuto un cappuccino più dolce e orribile di quello. Michael mi ha versato almeno cinque bustine di zucchero mentre ero in bagno.
"Ah! E non chiamarmi più Gordon"- mi dice mentre usciamo dal bar.

Lo chiamavo Gordon ogni volta che mi faceva qualche dispetto.
Il mio cappuccino arriva e i due ragazzi vanno via.
Berrei ancora quel cappucino orrendo pur di voltare la testa verso destra e vedere il sorriso di Michael.
Mi manchi Mikey.



SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutte!!
Volevo dirvi che nel mio paese c'è davvero un bar che si chiama Amnesia!
Ok mi dileguo ahahahah
Sara❤

Umbrella ~Michael Clifford~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora