SMILE

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Le giornate di novembre diventano sempre più fredde e la voglia di trascorrere del tempo fuori diminuisce giorno dopo giorno.
Giro tra le mani il ciondolo della mia collana che a tratti tocca il mio maglioncino chiaro mentre poggio la testa alla finestra della mia camera e guardo fuori. Poche macchine passano per strada. Il vetro si appanna lievemente con il mio respiro e con l'indice traccio delle linee immaginarie.
Dopo un ultimo sospiro decido di andare a fare un giro prima di essere del tutto sopraffatta dalla noia.

Cammino per le strade poco affollate con le mani nella giacca spostando di tanto in tanto le ciocche di capelli che finiscono davanti agli occhi a causa del vento.
La scuola è iniziata da poco più di un mese, e quasi nulla è cambiato dal primo giorno. A volte vorrei tanto non essere quella che sono. Vorrei essere una ragazza aperta, socievole. Invece sono sempre la ragazza che se ne sta per fatti suoi, in silenzio, che cammina a testa bassa.

Sono anni che non entro in un parco giochi. Da piccola ci andavo solo per le altalene. Non mi spingevo mai troppo in alto per paura di cadere. Non mi sono mai spinta troppo in alto nella vita, per evitare tutto quello che sarebbe stato un probabile pericolo.
Mi chiedo quanto mi pentirò di tutto questo, quanto rimpiangerò.

Mi siedo sulla altalena e chiudo gli occhi godendomi il vento che spinge indietro i capelli lasciando il viso scoperto.
"Chi sono?!" - due mani gelide mi coprono gli occhi che erano già chiusi e d'istinto li apro vedendo solo nero.
"Dai che indovini Mad!"
In effetti qualcosa era cambiato dal primo giorno di scuola. Il ragazzo dai capelli lilla si era ostinato a starmi attorno a scuola, facendomi sentire un pò meno sola.
Toglie le mani dai miei occhi e si siede sull'altalena accanto a me guardando davanti. Mi volto verso di lui e vedo che ora ha i capelli più scuri, quasi viola.
"Allora che ci fai da queste parti? A parte farti scompigliare i capelli"- mi chiede voltandosi verso di me sorridendo fermando lo sguardo sui miei capelli, che devono essere sicuramente messi non tanto bene.
"Niente di che....tu?"- dico a bassa voce mentre sfilo un elastico per capelli dal mio polso e lego i miei capelli in una coda.
"Bhe vedi quel nanetto che corre come uno squilibrato e cerca di salire sullo scivolo? - mi dice indicando un bambino con un cappotto rosso che si sta sedendo in cima allo scivolo- quello è mio cugino, e non la finiva più di dare fastidio, perciò ho pensato si sguinzagliarlo all'aperto!"
Sentendo le ultime parole non posso fare a meno di ridere guardando il bambino che corre urlando verso un'altra giostra.
Poi i miei occhi ritornano su Michael che mi guarda con gli occhi socchiusi come se stesse cercando di vedere qualcosa in me.
"Hai mai pensato di fare qualcosa di diverso? Qualcosa di diverso dagli schemi, che non faresti mai?"- mi chiede avvicinando un braccio alla mia spalla. I miei occhi seguono la sua mano,che toglie una foglia che mi era caduta addosso forse caduta dagli alberi attorno a noi. Quando la sua mano si allontana distolgo lo sguardo guardando davanti arrossendo.
"No, non ci ho mai pensato"-ammetto permettendo al vento di far tornare le mie guance al loro colore naturale.
"Qualcosa mi dice che sapevo già la risposta" - lo sento spostarsi leggermente sul sediolino- "ma c'è sempre la prima volta. Perciò ora, mia cara Mad, faremo qualcosa che secondo me vorresti fare, ma non hai mai avuto il coraggio di fare"
Giro il viso verso di lui che ha piantato i piedi per terra per poi spingersi indietro e cominciare a dondolarsi. Prende sempre più velocità fino a quando per guardarlo devo alzare la testa.
"Forza Mad! So che vuoi farlo, rompi gli schemi!"- urla andando sempre più in alto.
Forza Mad, fallo.
Comincio a dondolarmi piano sull'altalena per poi spingermi sempre più in alto. Mi ritrovo a guardare il cielo con la testa rivolta verso l'alto urlando insieme a Michael.

Quando rimettiamo i piedi a terra ho ancora il sorriso sulle labbra e penso di aver fatto bene ad uscire di casa oggi.
Michael si alza e guarda un attimo verso il bambino per poi voltarsi verso di me - "È stato un piacere farla sorridere signorina Kingsley"- mi dice facendo un piccolo inchino per poi indietreggiare e voltarsi del tutto per raggiungere il cuginetto e andare via.

Seduta su quell'altalena guardando Michael capì che forse non mi sarei più sentita tanto sola, che non era troppo tardi per cominciare a vivere i miei 15 anni veramente.



SPAZIO AUTRICE:
Salve!
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Sara❤

Umbrella ~Michael Clifford~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora