thirty-eight

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LAUREN

Dopo aver preso un borsone e averci infilato un cambio con un pigiama e dopo aver salutato i miei, io e Harry partimmo per Holmes Chapel.
Ero nervosa e non vedevo l'ora di conoscere la famiglia di Harry.
Per tutto il viaggio non fece altro che tranquillizzarmi e dirmi che sua mamma era una donna gentile, che non metteva pressione, accogliente e molte altri aggettivi positivi su di lei che momentaneamente non ricordo.
Harry parcheggiò davanti a una villetta molto all'inglese color marroncino con un tetto a spiovente e un camino.
La porta era bianca e c'era un piccolo vialetto davanti ad essa da attraversare.
Harry mi prese per mano, rivolgendomi uno di quei suoi sorrisi stupendi che solo lui sapeva regalarmi, e arrivammo davanti alla porta.
Bussò e subito la porta si aprì, come se una persona fosse stata lì dietro ad aspettarci per tutto il tempo.
Infatti, sbucò la testolina di Rose, la sorella di Harry. Gli stessi occhi verdi ma i capelli lisci e castano chiaro. Sorrise e le apparvero delle fossette.
Mi accovacciai e la salutai con la mano.
«Ciao Rose. Io sono Lauren.» le dissi.
«Ciao Lauren.» sorrise lei.
Il suo fratello la prese in collo facendola volteggiare e facendola ridere. Sorrisi a quella scena perché mi sembrava di vedere la nostra bambina al posto di Rose. Erano tenerissimi insieme e io mi sentivo un po' fuori luogo. Poi apparve sua mamma. Era una donna alta, con i capelli lunghi e neri e un sorriso che mi ricordava molto quello di Harry.
«Ciao, vieni, entra! Io sono Anne. Tu devi essere Lauren, Harry parla sempre di te» disse guardando suo figlio che nel frattempo aveva poggiato Rose per terra.
«Si, sono io» le rivolsi un sorriso.
«Entrate, la cena è pronta su.» disse Anne, facendoci entrare.
Mi tolsi il cappotto ed Harry me lo prese sparendo nel corridoio.
Entrai in cucina. Era abbastanza piccola ma non mi aspettavo tutta la lussuosità di questo mondo. Sapevo che Harry e la sua famiglia erano persone per bene e che non amavano strafare.
Mi sedetti con il permesso di Anne e dopo poco entrò Harry che si sedette accanto a me.
La donna di casa ci portò in tavola le lasagne al ragù; per secondo, pollo con patate al forno; infine, una mousse al cioccolato veramente deliziosa fatta da lei.

HARRY

Dopo cena, ci sedemmo tutti in salotto e iniziammo a chiacchierare del più e del meno. Rose parlava poco ma guardava Lauren con due grossi occhioni. Era veramente tenerissima.
Lauren era sulle mie cosce, le mie mani erano sui suoi fianchi. Non riuscivo a smettere di ammirare la sua bellezza. I capelli arricciati le ricadevano sulla spalla sinistra, lasciandomi il profilo perfetto in bella vista.
«Allora, Rose, come va a scuola?» le chiese.
«Bene, abbiamo fatto la descrizione su un nostro parente e ho fatto Harry e ho fatto pure te.»
«Davvero?» le chiese sorridendo.
«Sì, ho detto che sei la ragazza di Harry e che sei bellissima.»
«Ahw.» sorrise.
«Certo che é bellissima.» dissi lasciandole un bacio sul collo.
«Però ho detto che mi hai rubato il fratello.» mise un finto broncio.
Lauren rise di cuore, si alzò e prese in collo Rose e le fece fare una giravolta che la fece ridere.
Lauren era la persona più dolce che mi potesse capitare. Ero l'uomo più felice del mondo. Averla accanto, per me, significava molto.
«Allora, scartiamo i regali?» chiese mia madre. Tutti annuimmo.
Lauren regalò a mia mamma un vestito da sera molto bello mentre a Rose regalò il camper rosa delle Barbie.
A me, vennero fatti un maglione da mia mamma, i soldi dai nonni e dagli zii e un disegno da Rose che rappresentava me, lei, la mamma e Lauren.
Rose ricevette moltissimi giochi mentre mamma soldi o vestiti.
«Tieni, tesoro, questo è per te - disse porgendo un pacchetto a Lauren - So che non è il massimo ma quando gli ho visti ho pensato a te.»
Lauren prese il pacchetto e lo scartò. Aprì la scatola di cartone e dentro c'erano Orgoglio e Pregiudio e Cime Tempestose, che io sapevo che a lei piacevano molto quei libri e poi anche un paio di braccialetti con dei ciondoli portafortuna argento.
«Oh, Anne, non importava. Grazie mille.» le sorrise dolcemente.
«Ora il mio.» sorrisi.
Presi i due pacchetti, erano molto piccoli. Glieli porsi insieme al bigliettino.
«Allora, - iniziò a leggere - non sono bravo a esprimere bene i miei sentimenti ma ti sono grato per tutto quello che hai fatto per me e per essere stata presente, per non avermi mai abbandonato, per amarmi. Non ci sono numeri che possano esprimente quanto io ti ami. Buon Natale.»
Mi sorrise dolcemente e scartò entrambe le scatoline. Il sorriso le morì sulle labbra quando lesse che erano entrambi gioielli di Swarosky.
Il primo, era una collana con un aereoplanino di carta, ce l'avevo identica anche io. Il secondo, era un anello molto costoso con un rubino rosso sopra. Ci avevo fatto incidere dentro queste parole:"Sempre tuo. All the love. H"
«Oh, Harry.» sussurrò con le lacrime agli occhi.
«Non ti piace?» le chiesi preoccupato.
«Scherzi? È il regalo più bello della mia vita. Non dovevi spendere tutti questi soldi per me.»
«Per te, farei di tutto.»
E la baciai, lì, davanti a mia mamma e a mia sorella. E lei ricambiò e sentii anche le sue lacrime bagnare anche le mie guance. E lì sorrisi. E poi sentii un clic e quando ci girammo mia mamma ci aveva scattato una foto.
Lei nascose timidamente la sua testa nell'incavo del mio collo e sentivo il suo sorriso a fior di pelle. Io semplicemente l'abbracciai stringendola a me.
Mia mamma ci scattò un'altra foto.
«Poi te le farò avere.» le sussurrai.
«Le attaccherò in camera.» mi sussurrò lei all'orecchio.

***

Dopo aver chiacchierato dell'altro, io e Lauren salutammo mia mamma e mia sorella e uscimmo di casa.
«Avevo invitato anche tuo padre.» ci disse mia madre.
M'irrigidii a sentire quel nome. Lui ci aveva abbandonati. Non era mai stato presente nella vita di mia mamma, figuriamoci in quella mia e di Rose.
«Ma lui ha detto che era con la sua ragazza.» disse mamma.
«Bene, almeno Lauren non avrebbe dovuto conoscere quel bastardo.»
«Harry...» mormorò Lauren.
«È pur sempre tuo padre.» disse Anne.
«No! - alzai la voce facendo sobbalzare entrambe - Non è "padre" uno che non sta mai a casa, che va a ubriacarsi e scoparsi puttane mentre una donna si fa un culo enorme come una casa!»
«Harry!» urlò mia madre scioccata.
«È la verità. Ciao e passa una buona nottata.» dissi e me ne tornai in macchina.
Vidi dal finestrino Lauren abbracciare mia mamma e chiacchierare un po' con lei mentre quest'ultima si asciugava qualche lacrima.
Lauren entrò in macchina silenziosamente e si allacciò la cintura.
«Laur...»
«No, Harry, non è stato bello da parte tua. Ne parliamo dopo.» disse lei.
Feci partire la macchina e pregai di arrivare presto a casa perché non sopportavo più questo silenzio.
Quando arrivammo, lei fece tutto con calma: scese di macchina con calma e prese il suo borsone. Mi aspettò con tranquillità al portone di casa. Aprii la porta di casa e la feci entrare prima di me. Poi chiusi la porta.
Quando mi voltai, lei aveva poggiato il borsone accanto al mobile della tv.
«Possiamo parlare? Non sopporto più questo silenzio.» dissi finalmente.
Lei mi guardò. «Perché?» chiese.
«Cosa?»
«Perché l'hai aggredita così? Non ti ha fatto niente.» disse lei incrociando le braccia al petto e corrugando le sopracciglia.
Io mi avvicinai a lei e abbassai la testa appoggiando la mia fronte sulla sua. Presi le sue mani nelle mie e chiusi gli occhi. Sospirai.
«Lo so, non è colpa sua. Ma non mi piace parlare di mio padre, se così si può definire. Lo odio. Scusami se ti ho rovinato la serata.» dissi.
«Non l'hai rovinata e poi c'è ancora tempo per migliorarla. - disse - Però mi piacerebbe sapere di più sul conto di tuo papà...»
«Te lo racconterò quando me la sentirò. Stasera non mi va.» dissi aprendo gli occhi.
Lei annuì comprensiva e mi volse un sorriso dolce. Con l'indice mi accarezzo dolcemente la guancia.
«Ho bisogno di te.» mormorai.
«Sono qua.» disse.
Iniziai a baciarla dolcemente accarezzandole con il pollice la sua guancia destra mentre la sinistra si trovava sul suo fianco.
Lei schiuse le labbra e lasciò che esplorassi la sua bocca con la mia lingua.
«Harry.» mugolò sulle mie labbra.
Mi staccai lentamente da lei. Presi l'orlo della maglia e glielo alzai e poi lo buttai per terra. Guardai il suo corpo perfetto come se non lo avessi mai viso.
Tracciai con l'indice tutte le sue curve.
Ricominciai a baciarla, stavolta con più foga, e le sganciai il reggiseno buttandolo per terra insieme alla maglia. Lei mise le sue gambe intorno al mio bacino.
Si spinse in avanti, aumentando l'eccitazione che c'era dentro di me.
La poggiai delicatamente sul divano e mi adagiai sopra di lei continuando a baciarla. Mi staccai dopo poco per lasciarle una scia lunga di baci dal collo fino al seno che racchiusi in una delle mie mani. Continuai a baciarla fino al pube. Inarcò la schiena, impaziente.
«Harry...» gemette.
Le tolsi le scarpe e i pantaloni. Passai un dito sulle sue mutandine ed era già bagnata e pronta per me.
Mi tolsi il maglione, le scarpe e i pantaloni. I boxer me li tolse lei velocemente. Le tolsi le mutandine. «Ho preso la pillola stamattina.» annunciò.
«Perfetto.» mormorai.
Entrai in lei lentamente facendo uscire da entrambi un leggero gemito.
Una volta dentro di lei, iniziai a spingere sempre più a fondo. Poi iniziai a entrare e uscire da lei. Gemeva e ansimava.
Le mie labbra erano sul suo collo e iniziai a marchiarla mentre continuavo a dondolare su di lei.
Poi, aumentai la velocità portando entrambi all'apice del piacere per poi esplodere al suo interno mentre urlavamo i nostri nomi reciprocamente.
Uscii da lei lentamente.
«Harry, voglio rimanere sempre con te.» disse lei triste.
«Appena avrò abbastanza soldi, verrò da te.» le promisi.
«Mi porti a letto?» mi chiese.
Sembrava una bambina piccola. Mi alzai e mi rimisi i boxer e le rimisi le mutandine. Poi la presi in collo a mo' di sposa e la portai in camera.
L'adagiai sotto le coperte e mi misi accanto a lei.
L'abbracciai da dietro e le augurai la buona notte ma lei già dormiva.
Le lasciai un bacio sulla spalla, la strinsi a me e dopo poco mi addormentai anche io.

SCUSATE SE AGGIORNERÒ POCO MA MI STO PREPARANDO PER L'ESAME E QUINDI AVRÒ POCO TEMPO PER SCRIVERE E TUTTO

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