Capitolo 18

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Clary camminava velocemente verso l'Istituto. Tutti i sensi erano all'erta. Per non dare nell'occhio aveva scelto di non correre ma poi decise di tracciarsi la runa dell'invisibilitá per essere tranquilla e libera.
Quando arrivò prese dall'armeria più armi possibile. Si spogliò per mettere l'uniforme da battaglia. Si ricordava le prime volte che l'aveva indossata: la pelle delicata, finiva sempre per irritarsi, stando a contatto con il rigido tessuto scuro. Con il tempo ci aveva fatto l'abitudine: aveva camminato, dormito, combattutto con quei vestiti addosso e ormai erano quasi una seconda pelle. Non aveva acceso luci nella fretta ma di fronte allo specchio nel buio corridoio vide qualcosa lucciccare debolmente. Prese Eosforos e cautamente. Pochi passi più avanti, si sentì tirare per la cintura di pelle scura. Due mani la prendono mentre un'altra appoggia una fredda lama sulla gola. - Morgestern... che bello rivederti.. - disse una voce profonda provenire dal profondo corridoio - Gwyn... che vuoi? - digrignò lei stringendo i denti. - Oh lo sai benissimo cosa voglio... - esplose in una sadica risata. - Voglio quello che ti avevo chiesto. Voglio quello che non mi hai dato.
Voglio quello che mi appartiene. - la sua voce si faceva sempre più vicina fino a sfiorarle il collo, dove stava giá per uscire il sangue dalla forte pressione che un suo cavaliere le stava infliggendo con la spada, sopra le clavicole. La prima goccia cadde. - Una goccia di puro sangue Morgestern appartiene alla Caccia Selvaggia. Che onore. Ed ora passiamo alle cose serie: avanti dimmi dov'è. - - ti ho detto che non lo so. - gli rispose Clarissa. Non vi era un pizzico di timore nella sua voce. Il Capo dell'esercito di fate, espolse in una seconda risata. Nessuno dei suoi uomini si unì. Clary con un gesto felpato veloce e silenzioso,estrasse un pugnale che si conficcò nell'addome della fata dietro che mi accasciò lasciandole la gola libera. Menò un fendente a Gwyn che egli riuscì prontamente a parare. Egli ripartì subito alla carica tentando un affondo verso destra. Il combattimento corpo a corpo durò a lungo. Entrambi si equivalevano. Lui aveva la forza. Lei l'agilitá. L'uomo riuscì a bloccarla nell'angolo delle due mura. Sembrava averla in pugno. Clary sudava freddo. Doveva sostenere il suo sguardo. Fino alla fine. Ma nessuno dei due aveva calcolato un fattore importante che era entrato in gioco. Il Branco di New York. Avevano sfondato la vetrata dell'ala ovest, percorso tutto il corridoio, per arrivare dove si stava svoglendo il combattimento. In un secondo la situazione si fece più chiara: Il Branco guidato da Luke e Maya avevano messo fuori combattimento tre quarti dei membri della Caccia Selvaggia. Clary nel frattempo si era liberata tirando un pugno a Gwyn che barcollò all'indietro più per lo stupore che per il dolore, aprendole il passaggio. Prima che la fata riacquistasse l'equilibrio, prese la lampada vicina e gliela spaccò in testa, facendolo svenire non molto lontano nel punto dove Bat combatteva contro due uomini. Sembrava aver la meglio. Quando una luce invase la stanza, dopo qualche secondo, Clary riuscì a scorgere una serie di figure: La Regina della Corte Seelie, con i capelli rossi raccolti in una treccia, seguita da un piccolo gruppo di servitori armati; due dei quali sorreggevano un ragazzo malconcio, da sotto le braccia. - Clarissa che piacere vederti... - incominciò la Regina, - Non potrei dire lo stesso... Cosa vuoi? - - Oh come siamo sbargate, non c'è bisogno di preoccuparsi. Sono solo venuta a fare una piccola visita. - riprese la donna sorridendo maliziosamente. - che cosa hai fatto al ragazzo?! - le urlò a bruciapelo Clary, spostando lo sguardo verso il povero Mark Blackthorn che a stento riusciva a tenersi in piedi. - Oh beh sciocchina, che domande... Tu hai fatto del male al mio caro Sebastian, io l'ho fatto a lui. Non te l'ha mai insegnato il tuo bel biondo? Che con noi non bisogna scherzare? - - Mio fratello a fatto del male a ucciso centinaia di persone, lui no! - esclamò rabbiosa Clary, mentre correva verso il giovane Nephilim, che inziò a tossire sputando sangue. La Regina le intimò di fermarsi. La ragazza non lo fece.
Due delle sue guardie la attaccarono: una da davanti ed una da dietro. Due contro uno.

Jace quando finì addosso alla libreria e si sentì puntato addosso lo sguardo accusatore di Simon capì di aver fatto un enorme sbaglio. - Ma che diavolo ti è venuto in mente? - gli urlò contro Alec - Clary aveva ragione. Adesso dobbiamo andare ad aiutarla. - - Non credo, Alexander, credo proprio che debba cavarsela da sola sta volta. - rispose Magnus pensieroso. - Clary non è ancora pronta per affrontare un pericolo come l'intera Caccia Selvaggia... - dichiarò Isabelle disperata. Jace venne percorso da un brivido di puro terrore. Se le fosse successo qualcosa? - Cosa facciamo quindi? - disse Simon risollevandosi. Il neo-shadowhunter si chiese dove fosse Luke ma pochi istanti dopo vide l'intero branco andare verso l'Istituto. Stava per indicarlo agli altri amici quando tre persone entrarono.

Will era a Los Angeles, seduto in piccolo divanetto in tessuto grigio fumo che gli ricordava l'ingresso dell'Istituto di Londra. Qualche attimo più tardi, una serie di immagini gli balenarono in testa. Clary era all'Istituto mentre combatteva contro un uomo che non conosceva ma che sembrava aver la meglio. Un dolore atroce gli colpì le tempie tanto da farlo urlare. Le grida fecero accorrere Jem e Tessa. Ansimando gli spiegò cosa aveva visto e insieme decisero di andare all'Istituto di New York, aprendo un portale.
Una volta arrivati,ad un centinaio di metri dall'Istituto videro Jace, Simon, Alec e Magnus correre in fretta verso di loro.

Shadowhunters: La battaglia non è mai finitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora