Capitolo 91

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Harry's pov

Parcheggio distrattamente la macchina nello spiazzo destinato ai ragazzi frequentanti la scuola, chiudo con uno scatto fulmineo la portiera per poi precipitarmi all'ingresso dell'edificio tanto imponente quanto tetro e deprimente.

Incappa nel mio cammino la segretaria scolastica, che, dopo un leggero indugio, mi riconosce accogliendomi con un grande sorriso smagliante.

"Signorino Edward, a cosa si deve la sua visita?" Civettuola ammiccando.

"Nulla di che, per caso può dirmi se ci sia qualcun altro all'interno della scuola?" Chiedo gentilmente seppur utilizzando un tono frettoloso e impaziente.

"E' rimasto dentro soltanto il nuovo Professore di Fisica, davvero molto carino, devo ammetterlo. Sai mi manca non trovarti gironzolare per i corridoi provocando piccole grane al preside. Mi divertivo quando mettevi in scena i tuoi scherzetti, bei tempi" Afferma pensierosa rivolgendo lo sguardo alle mie spalle.

"Grazie per l'informazione. Anche tu mi manchi, devo essere sincero. Penso che il thè che mi offrivi, di nascosto, mentre ero in punizione sia il migliore" Ridacchio ricordandomi tutte le cazzate e disagi che provocavo a scuola.

Una volta avevo nascosto, durante educazione fisica, le mutande al secchione della classe all'interno del bagno delle donne. Mi stavo scompisciando dalle risate mentre lo guardavo disperato, con le mani sul pene, che cercava la biancheria, alla fine aveva indossato i pantaloni senza boxer, procurandosi un eritema per due settimane, camminava come se avesse un palo in culo, esilarante.

"Passa a trovarmi qualche volta, sempre solito ufficio, possiamo fare qualche scherzetto" Sghignazza. Ho sempre amato questa donna, la consideravo come una mamma e in più era mia complice in tutto quello che facevo, mi parava sempre il culo, qualsiasi cosa decidessi di fare, era sempre con me, nel bene e nel male, e questo mi ha portato a stimarla più di quanto abbia stimato qualsiasi altra persona, includendo i miei genitori.

Seppure l'età, è una donna arzilla e piena di vitalità; piccole rughe le segnano il viso marcando ormai le espressioni che le ricoprono il volto, gli occhi azzurri brillano ancora della stessa luce di un tempo, benché siano velati da un sottile strato spento, sottolineando la sua stanchezza.

I capelli, tinti di un color dorato, sono raccolti in una crocchia ordinata e fissata con lacca e forcine, evidenziando quanto prenda seriamente il suo lavoro, escludendo le piccole marachelle che faceva con me.

L'immagine di come possa diventare Ruth a quell'età mi risveglia dai miei pensieri riportandomi bruscamente alla realtà, ovvero il motivo per cui sono giunto fino alla scuola della ragazza.

"Molto volentieri, ora devo proprio andare a presto Amelie" La saluto con la mano per poi raggiungere di corsa i corridoi ora vuoti e desolati.

Cerco di affinare l'udito, così da poter percepire anche un piccolo suono che possa indicarmi la posizione esatta di Ruth.

Degli urli agonizzanti e dei rumori incessanti giungono alla mie orecchie conducendomi all'ala Ovest dell'edificio, precisamente verso il bagno.

"Qualcuno mi aiuti, vi prego, aiutatemi" Aumento il passo riconoscendo perfettamente la voce della ragazza. Una rabbia improvvisa, quasi omicida, mi esplode nel corpo, mentre un ringhio risuona nel corridoio isolato.

Con una spallata decisa sfondo i cardini della porta trovandomi davanti agli occhi uno scenario drammatico e terrificante.

Daemon ghigna contro ad una porta del bagno, probabilmente luogo dov'è nascosta Ruth, facendomi montare la rabbia ad un livello mai successo, lui rendendosi conto di cosa è appena successo sgrana gli occhi indietreggiando contro la porta.

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora