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Cercai Trevor tra la folla di gente che si scambiava gli auguri e beveva champagne e vino.

"Scusa hai visto Trevor?" chiesi ad una mia collega nonché invitata della festa.

Dopo la risposta negativa provai a chiedere ancora ad un paio di coppie di nostri amici ma senza ottenere risposta.

"Grace eccoti!"

Mi girai giusto in tempo per vedere Trevor raggiungermi e trascinarmi in un angolo appartato della stanza.

"Senti io non volevo che tu lo scoprissi così"

"Tu non volevi che lo scoprissi affatto, sei un porco Trevor! Sparisci dalla mia vita"

"Grace è stato un errore"

"Un errore? Un errore è dimenticarsi del nostro anniversario, non finire a letto con una delle mie più care amiche! E chissà da quanto va avanti questa storia!" urlai.

"Grace devi capire che sono un uomo, ho bisogno di certe cose e ecco tu ultimamente non mi davi ciò che mi serviva e poi dai ammettiamolo, Katherine è una bomba, non ho resistito"

Gli diedi un ceffone e me ne andai indignata.
Stavo per uscire dal palazzo quando qualcuno mi mise una mano sulla spalla.

"Grace tra me e Trevor non è successo nulla te lo giuro, eravamo solo stanchi e siamo andati a sdraiarci"

"E perché dovrei crederti? Prima di tutto Trevor mi ha detto il contrario e secondo perché mai dovresti andare a sdraiarti con il mio ragazzo, in una stanza d'hotel, alla sua festa di fidanzamento per di più"

"Secondo te sarei mai capace di fare una cosa del genere?"

Lo era? Sì data la lunga lista di uomini sposati, padri di famiglia con cui era stata.
Poi notai un particolare e la rabbia mi ribollí nel sangue.

"Sappi che per me sei morta. Ah e riallacciati la camicetta, sai si vede che non hai sotto il reggiseno"

Corsi fuori allacciando il cappotto, l'aria gelida mi colpì le guance facendomi sussultare.

La mattina dopo i ricordi erano sfocati e non appena mi alzai dal letto un conato di vomito mi arrivò dritto in gola.
Andai velocemente in bagno ma senza risultati.
Che diavolo avevo combinato?
Presi una pastiglia per il mal di testa cercai di fare mente locale su ciò che avevo fatto la sera prima.
Pian piano iniziai ad avere dei piccoli flash, io che uscivo dal Royal Palace, le lacrime fredde che mi rigavano il volto e poi tutt'ad un tratto mi ricordai.
Dopo aver abbandonato la festa andai in un vecchio pub e mi ubriacai. Ricordo di aver bevuto talmente tanto da avere le due ore successive piegata in due a vomitare.
La barista mi aveva chiamato un taxi e poi l'autista dopo avermi portato a casa mi aveva lasciato il suo numero.
Era un sogno o era successo davvero?
Controllai il palmo della mano e ci trovai un numero scritto a penna tutto sbavato.
Avevo superato veramente ogni limite.
Mi sciacquai la faccia e senza nemmeno accorgermene mi riaddormentai sognando un ragazzo dai capelli ricci e gli occhi azzurri.

Una volta sveglia afferrai il telefono e composi il numero di quello che, fino alla sera prima, sarebbe dovuto essere il mio futuro marito.

"Pronto?"

"Ciao stronzo" dissi ridacchiando come un'oca, forse ancora per l'effetto dell'alcol.

"Grace! Oddio Grace ero così preoccupato per te, sei arrivata a casa vero?"

"Certo che sono arrivata a casa, i tuoi scatoloni sono già per strada, quando vuoi passare a prenderli sai dove trovarli"

"Grace ti prego, parliamone. Io ti amo"

"Tu mi ami?" chiesi ironica.

"Trevor, tesoro, se è Grace al telefono dille che rivoglio indietro il vestito che le ho prestato a Natale"

"Sai cosa ti dico Trevor? Sei una persona piccola e vigliacca, ti meriti di restare da solo. Vedi cosa succede a dare fiducia alle persone sbagliate? Tieniti Katherine, avevi affianco una persona meravigliosa che avrebbe dato l'anima per te e invece hai preferito lei, una persona a cui interessano solamente i tuoi soldi. Sai una cosa? Pensandoci sono contenta che sia accaduto tutto questo, almeno mi sono accorta prima di sposarti di che persona sei e la verità è che mi merito di meglio perché io so di valere di più"

Chiusi la chiamata e iniziai a strappare tutti i preparativi per il matrimonio: i segnaposto, i libretti per la chiesa e tutto ciò che potesse ricordare il grande errore che avrei fatto di lì a poco.
Senza accorgermene mi ritrovai a piangere.
Come avevo fatto a non capire? Ero davvero così stupida?
Presi una confezione di patatine, mi rannicchiai sul divano e guardai le vecchie puntate di Friends tutto il pomeriggio.
Dove era finita la vecchia Grace? Quella forte che riusciva a superare tutto e a fregarsene degli altri?
Quella Grace era sparita nel momento in cui Trevor era entrato nella mia vita, lui mi aveva trasformato nella Grace raffinata, dai modi gentili, con vestitini eleganti e costosissime scarpe col tacco.
Io non ero quella e forse era ora di smettere di fingere di essere un'altra.
Io ero molto di più, non ero una snob superficiale.
Andai a farmi una doccia e dopo essermi infilata dei comodi leggins neri con una felpa enorme, uscii di casa e tornai al palazzo.

Salii fino al tetto e come mi aspettavo trovai Oliver seduto a terra che guardava verso il cielo.

"Buon primo dell'anno Grace" mi salutò.

"Pensavo non mi avessi vista. Grazie, anche a te Oliver"

"Ti preferisco così" disse facendo un cenno verso il mio abbigliamento "Sembri più semplice e a tuo agio" osservò in fine.

"Bhe non sono mai andata pazza per i vestiti firmati o le grandi cene di lusso, Trevor era così, non io"

"Quindi è finita?"

"Sì, penso che non diventerò più la signora Thompson e non ho più intenzione di buttarmi, dopotutto non posso mettere fine alla mia vita per uno stronzo come lui no? Ora devo rimboccarmi le maniche e ricostruire tutto ciò di cui lui mi ha privato"

"Sono felice per te. Penso che questo sia un addio allora"

"O-Oliver ma cosa? No, ti stai sbagliando" il ragazzo era già vicino al bordo.

"Hai idee migliori? In un modo o nell'altro morirò, non ho soldi per andare avanti Grace!"

"Tieni" dissi porgendogli un mazzetto di soldi.

"Non posso accettare, ti conosco a malapena!"

"Bene, conosciamoci allora"

Lo afferrai per un braccio e lo feci rientrare.

"Tutte le sere ci ritroviamo qui sul tetto e raccontiamo qualcosa di noi ci stai?" proposi.

"V-Va bene"

"Hai cenato?" chiesi ad Oliver.

Lui arrossì e balbettò un silenzioso "no".
Probabilmente non aveva i soldi nemmeno per quello.

"Ti va di mangiare qualcosa insieme? Ad un isolato da qua c'è un McDonald's"

All'inizio lo vidi titubante, ma poi accettò.
Ci incamminammo a piedi e l'imbarazzo tra noi era più che evidente. Mangiammo in silenzio.

"Sono già le 23?!"

"Eh già" annuì Oliver guardando l'orologio appeso alla parete.

"Direi che possiamo iniziare domani a conoscerci meglio, ora ti saluto, c'è una Porsche nuova fiammante da rigare" dissi facendo una faccia da angioletto.

"Vendicativa la ragazza..."

"Mai mettersi contro a Grace Harper, mai"

Lo salutai e mi diressi a casa di Katherine, dove ero sicura avrei trovato l'auto di Trevor. E così fu.

Skyscraper IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora