capitolo 23

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Mi coricai, e sentii un braccio fasciarmi tutta la vita.
"Che hai?" Disse Mirko sottovoce nel mio orecchio.
"Nulla." Dissi quasi sospirando.
"Sicura?"
"Certo." Dissi e mi cinse di più.
Mi girai per guardarlo in faccia.
Mi guardò e andò poco più in dietro, per farmi spazio.
"Sicura al 100 per 100?" Disse.
"Si." Dissi con un leggero sorriso.
Misi la mia mano sui suoi capelli morbidi e ricci che gli incorniciavano il viso. Lui si avvicinò al mio collo, abbassando la testa, e mi fece sobbalzare.
Mi diede piccoli morsi e baci e dopo tornò al suo posto.
"Buona notte, amore." Disse e mi diede un bacio sulle labbra.
"Buona notte." Dissi e ci addormentammo.
LA MATTINA SEGUENTE.
Mi svegliai, presi il telefonino nel comodino e guardai l'orario.
'8:30'
Sgattagliolai fuori dal letto, e notai che Mirko non era accanto a me.
Andai sul tavolino, e vidi la colazionenel vassoio. C'erano: latte, succo di frutta, cornetti, nutella nella ciorolina, pane, caffè e zucchero.
Misi il dito nella nutella e lo portai nella bocca.
"Buon giorno!" Disse una voce abbastanza conosciuta.
Io lo guardai e non risposi.
"Che hai?" Chiese.
"Il buon giorno lo preferirei con un bacio." Dissi.
"Alla nutella?"
"Com'è il bacio alla nutella?" Domandai
"Bhe, non so come spiegarlo." Disse avvucinandosi. "Forse è meglio che te lo faccio assaggiare." Disse. Prese la nutella e me la mise come rossetto.
"Aspetta." Dissi ridendo. Presi la nutella, e gliela passai anche io sulle labbra.
"Bastarda!" Disse.
Poi si avvicinò e mi bacio e piano piano tutta il sapore della nutella invasava la mia bocca. Quando si staccò mi guardò per un attimo e si mise a ridere.
"Sei sporca di nutella!" Disse.
"Anche tu, cretino." Dissi.
Andai in bagno per lavarmi la faccia e prendere tutti i vestiti.
"Già vai via?" Disse appoggiandosi alla porta del bagno.
"No... mi stavo pulendo." Dissi.
"Aah... okay!" Disse e se ne tornò nel letto.
Uscii e andai a fare colazione, magari senza nutella.
Dopo mi vestii e uscii. Andai nella mia camera e mi aggiustai tutta la roba.
Dopo bussarono.
"Nicole?"
"Si, chi è?"
"Sono Giacomo Campiotti."
"Entra." Dissi e lui si capovoltò nella mia camera.
"Tutto bene?" Disse.
Pensandoci, nulla andava bene, ed è da tanto che non mi facevano questa domanda.
"Tutto bene." Mi limitai.
"Senti io nom voglio mettermi tra te e e Mirko, ma un uccellino mi ha detto che avete passato una notte nell'altra
camera." Disse e si mise accanto a me.
"Non abbiamo fatto nulla." Dissi.
"Ma lo sai che siamo esigenti nelle regole: i maschi con i maschi, le femmine con le femmine." Disse.
"Lo so, ma Mirko voleva passare del tempo da soli."
"Lo so, ma andate a fare una passeggiata, o magari andate al mare."
"Va bene. Ma non assicuro che lui ascolterà! "Dissi poi mi alzai e aprii la porta,incitando Giacomo a uscire.
Uscimmo e vidimo Mirko.
"Ahh, ecco dov'eri!" Disse Mirko guardandomi. "C'è qualcosa che non va'?" Continuò.
"No... ho scambiato solo due parole con Giacomo." Dissi e Giacomo guardò Mirko.
"Bene. Adesso vieni che ti devo far vedere una cosa." Disse e mi trascinò con lui.
Poi guardai in dietro da Giacomo.
Andammo a fare una passeggiata al mare.
Lui parlava e parlava, ma il pensiero era più rumoroso di qualunque altra cosa che faceva rumore.
"Ehi, mi stai ascoltando?" Si voltò verso di me.
"Sisi, certo!" Dissi, non del tutto decisa.
"E cosa stavo dicendo?" Disse fermandosi. Ci pensai ma avevo solo in testa quel pensiero.
"Okay, non sto sentendo nulla. Perdonami." Dissi.
"Che c'è?" Disse avvicinandosi a me e prendendo la mia mamma.
"Nulla."
"Non è vero!" Disse e ci fu un attimo di silenzio.
"Non ti arrabbiare. Prima Giacomo era venuto per dirmi che non gli piace che tu abbia preso una stanza per stare assieme a me. Ha detto che siamo ancora troppo piccoli e non vuole che noi combiniamo guai, anche perché dopo ce ne andrebbe lui di mezzo."
Lui mi guardò per un po'.
"Che tipo di guai?" Disse e io lo guardai stano.
"Ti devo fare il disegnino!" Dissi mettendomi seduta nel muretto.
"Ma non ti ha detto chi ha fatto la spia?"
"Un uccellino."
"Ma chi ci ha visti?" Disse ci guardammo negli occhi.
"L'hai detto a qualcuno?" Chiesi.
"No, e tu?" Mi chiese e io scossi la testa per fare segno di 'no'.
Ci pensammo un altro po', poi ci guardammo.
"Francesco!" Dissimo all'unisono.
"Quel deficente!" Dissi.
"Quando torno in ho-" Lo bloccai.
"Vado io." Dissi. "Cosa mi dovevi fare vedere?" Continuai. "Aah." Si alzò e sfilò un nasto nero. Si mise dietro di me e me lo mise megli occhi.
"Vedi qualcosa?" Mi chiese.
"Mi è difficile, visto che mi hai bendata."
"Dammi la mano e segui le mie indicazioni." Disse prendendomi la mano.
"Andiamo dritti." Disse.
Dopo qualche passo, inciampai in qualcosa e caddi.
"Ti sei fatta male?" Disse lui, raccogliendomi come un fiore.
"No." Dissi e mi rialzai. Lui si avvicinò alle mie labbra. Poi proseguimmo..
Quando arrivammo mi fece vedere una grande scritta fatta con i sassi.
'Ti amo... più di ogni altra cosa!'
"Che carino!" Dissi e lo baciai.
-QUALCHE ORA DOPO.
Andai nella stanza di Francesco, dove gli avevo detto che avrei dovuto parlare.
Antrai.
"Ciao." Disse lui.
"MI STAI ROVINANDO LA VITA!" Dissi sottolineando ogni minima parola.
"Cosa?"
"Hai pure il coraggio di chiederti 'cosa'? Cosa vuoi?" Dissi.
"Non so di cosa stai parlando." Disse mettendosi seduto.
"Francesco, sei stato tu a dire a Giacomo che io e Mirko avremmo passato la notte in sieme?"
Lui mi guardò e la sua espressione diventò da perfetto innocente a colpevole. "Si, sono stato io. L'idea mi faceva impazzire, allora ho deciso di fare impazzire anceh voi!" Disse avvicinandosi.
"Stai lontano da me!" Dissi facendo marcia indietro.
"Che cosa ha lui che io non ho? Io sono anni che vengo appresso a te, e tu non mi calcoli. Sono venuto fino a qui per riprenderti!" Disse avvicinandosi a me di scatto e bloccando i miei polsi.
"Tu non mi hai mai amata! Se mi volevi veramente la sera dei matrimonio non te ne andavi così e non menavi Mirko. Sei solo un mostro! Un cretino." Urlai.
Lui mi trascinò con forza con la schiena rivolta ad una scrivania. Lui allungò il braccio destro e prese un oggetto di metallo.
"Sei non potrò averti io, neanche lui ti avrà!" Mi sussurrò. Sentii una lama attraversarmi la schiena e metà stomaco.
Lui si levò da davanti a me e io caddi a terra in un lago di sangue.
Con le mie ultime forze, presi il telefono dalla tasca dei jeans e chiamai Mirko.
PARLA MIRKO.
Stavo parlando con Pio quando mi squillò il cellulare. Lo presi e guardai. 'Amore.'
Risposi subito.
"Tesoro." Dissi.
"Amore mio." Disse lei con voce roca.
"Che succede? "
"Francesco mi ha pugnalato." Disse senza voce.
"Sono nella canera 376." Disse piano. "Sappi, che se non ce la farò, tu sei nel mio..." riprese fiato "nel mio cuore." Disse poi non si sentì più nulla.
Mi alzai dal letto e Pio venne assieme a me.
Stavamo correndo per i corridoi.

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⏰ Недавно обновлено: Sep 13, 2015 ⏰

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Ti amo ma non lo sapevo|Mirko TrovatoМесто, где живут истории. Откройте их для себя