capitolo 1

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Buon giorno, amore." Disse mia mamma, per svegliarmi. "No, ti prego." dissi mettendomi il cuscino sopra al viso.
"Dai che oggi ricomincia la scuola. Dobbiamo iniziare un nuovo anno." Disse aprendo le ante dell'armadio.
"Ma io voglio rimanere a casa! Ti prego."
"Poche storie, signorina. Devi andarci... questi sono i vestiti." Disse e uscì dalla stanza. Mi alzai e guardai la sveglia. "Merda! Le 7:45" presi i vestiti, che mi aveva dato mia madre, e mi vestii velocemente. Misi una maglietta marroncina con su scritto 01, poi misi le calze e i leggins neri e in fine le scarpe di prima classe. Poi andai in begno, mi lavai la faccia e i denti, poi misi la crema detergente, fondo tinta, mascara e lucida labbra. Uascii dal bagno, staccai il telefono e presi la cartella scolastica. "Mamma riscalda la macchina!" Gridai. "No, vai a piedi." Disse a sua volta gridando. Scesi, correndo, in salone, sbruffando. Presi le chiavi e salitai mamma e papà, e uscii. Suonai al mio vicino, Alessio, il mio migliore amico. Alessio è uno di quelli che ti consiglia cosa fare, ma ti dice le cose come stanno. Scese subito. "Pronta per questo meraviglioso giorno?" Disse. "E che nun me vedi! So felice come una pasqua."
"E sì positiva!"
"Che palle." Dissi e camminammo per venti minuti. Quando arrivammo a scuola radunammo tutti i ragazzi della classe, tranne il gruppo dei Tamarri. "Daje per un altro anno." Disse Martina. Al suono della campanella entrammo, facendo un sospiro e abbandonando i tre mesi di mare e sole. "Buon giorno ragazzi. Faccimo l'appello." Disse la professoressa De Angelis, a prof di italiano e grammatica.
"Leonetti?" Disse la prof.
"Presente."Dissi.
"Mancini, Pepesi e Stocchi?" Chiese."Assenti." Disse Valeria.
"Trovato?" Disse di nuovo lei."Presente." Disse Mirko.La lezione non finiva mai, anche perché le prime tre ora c'era solo la de Angelis. A ricreazione andai in bagno, e sentii dei rumori strani. Io bussai alla porta del bagno occupato. "Tutto bene?" Dissi. "Si si..." disse la voce dietro la porta, singhiozzando. Quella voce sembravo conoscerla troppo bene. "Michela?" Dissi sperando non fosse lei."Si, dimmi." Disse lei ancora singhiozzando. "Che hai fatto?"dissi preoccupata. "Nulla... solo che..."
"È successo qualcosa con il tuo ragazzo?" Dissi.
"Si..." e pianse più forte.
"Vuoi sfogarti?" Dissi lei aprì la porta e mi abbracciò. Entrammo in bagno, e lei si mise ad un angolo. "Ci siamo messi in sieme alla fine della scuola, poi è partito con un suo amico per andare in Puglia, e adesso mi ha lasciata."
"Dai, che lì fuori ne trovi un milione come..." Dissi.
"Davide."
"Davide." Ripetei. "Ma io sono sicura che mi ha lasciata per un'altra." Disse
"E chi te l'ha detto?" Dissi incuriosita. "Mirko... quello della 2a." Disse.
'Mirko?'
"Capito." Dissi.
'Ma un po' di cazzi propri no?'
"Vabbè, tu adesso non starci male. Sei una ragazza meravigliosa, intelligente e simpatica, vedrai che questa fetita
passa."
"Grazie, Niky." Disse lei asciugandosi il viso. "Di nulla." Dissi e uscii dal bagno. Tornai in classe, e il prof di matematica, Berdini, era già in classe.Alessio mi guardò da lontano e mi fece cenno di andare da lui, e lo feci. "Dov'eri?" Disse giocando con il cellulare. "In bagno, c'era Michela." Dissi guardandolo, quando ad un tratto entrò in classe Mirko e un suo amico. Li fucilai con gli occhi. "Che hai?" Disse Ale. "Ti vedo strana... tutto bene?"
"Dopo ti racconto." Dissi girandomi verso di lui. All'uscita, spiegai tutto ad Ale, e lui ne rimase un po' sbalordito. "Sicura che è un amico di Mirko... perché lui e molto gentit e cordiale con tutti dopo braccialetti, anche se quando vuole è stronzo." Disse prendendo le cuffie. "Stavo pemasando a ques-" la voce di qualcuno mi bloccò. "Ragazzii!" Disse, ci voltammo e vidimo Mirko."Parli del diavolo, e spuntano le corna." Disse Ale sotto voce. "Ciao Mirko." Dissi. "Ho chiesto a tutti in classe... ma voi avete capito la spiegazione di matematica?" Disse, con un po' di fiatone. "Si... perché?" Dissimo in coro. "Me la potete spiegare."
"Io oggi ho danza... tu Ale?" Dissi guardando Alessio. "Non puedo." Disse Ale. "Vi pregoo!" Disse. "A che ora hai danza?" Poi, mi chiese. "Alle 5:30." Dissi prendendo il telefonino. "E allora dai... facciamo i compiti in sieme. Ti va?" Continuò.
"Io ci verrei pure, ma dopo mia mamaam non mi accompagna con la macchina. Devo farmi la strada a piedi." Dissi mandano un messaggio a mamma, per avvisarla che stavo tornando a casa."Ma tu posso accompagnare io." Disse. "E come?" Disse Ale ridendo. "Ho la moto." Disse facendoci vedere le chiavi. "Hai il patentino?" Dissi, incuriosita.
"Si." Disse e rimise le chiavi in tasca.
"E vabbene." Dissi. Arrivammo a casa, e salutai Alessio con un bacio sulla guancia. Poi vidi che Mirko stava entrando nella casa davanti alla mia.
"Da qunado abiti qui?" Dissi.
"Da quando i miei hanno preso casa più grande. Quella alla fine della via è la mia vecchia casa." Infatti ricordavo che lui viveva un po' più in là. "Vieni alle 14:30." Disse ed entrò in casa.Entrai dentro e vidi papà e Daniel, mio fratello.
"Papà questo è fallo!" Disse gridando. "Mado... pe na spinta!" Ribattrè l'altro. "Ma ciao anche a voi famiglia. Posso giacare?" Dissi. In realtà io sono diventata cintura nera di fifa under 14 femminile. "No." Dissero all'unisono."Okay!" Dissi ridendo e andando in cucina, dove vidi un post-it. 'Tesoro di mamma, nel frigo c'è della pasta
fredda.' Dopo aver mangiato, andai in camera mia e preparai il borsone. Presi i libri di matematica e andai da Mirko. Suonai al citofono e mi rispose una voce femminile. "Chi è? "
"Sono una amica di Mirko." Dissi. "Entra pure." Disse aprì il cancello.
"Oih Niky." Disse.
'Niky?'
"Dove ci mettiamo?" Dissi. "In camera mia." Disse e entrammo in casa.
"Che bella casa." Dissi.
"Grazie." Disse una donna. "Io sono la mamma di Mirko." Continuò.
"Piacere Nicole." Dissi allungandogli una mano, come saluto.
"Dai andiamo." Disse Mirko, e mi portò nella sua camera. Era molto carina e amche abbastanza colorata.
"Bello vero?" Disse gurdando il murales della sua camera. "Si."dissi e presi immediatamente matematica. "Allora cosa non hai capito?""Quei cosi con x e le percentuali." Disse. "Allora è facile, ti faccio un esempio: un maglione costa x e viene scontato per 15% su x, il costo finale e 20. Allora devi fare x=-15/100*x=100. Hai capito?" "Mica tanto." Disse. Fummo tutto il pomeriggio a fare esercizi di matematica. "Ragazzi volete la merenda?" Disse sua madre.
"No grazie." Dissi. "Un altra volta, ma oggi devo andare a danza." Dissi in conclusione.
"Io si grazie." Disse Mirko, e sua madre uscì. "Adesso hai capito." Dissi e lui annuì. Misimo i libri a posto e lui fece merenda.
"Muoviti che sono le 5:00." Dissi. "Senti i libri lo lascio qui, poi domani li porti tu?"
"Okay." Disse e andammo fuori. Il borsone pesava un po'. "Vuoi che lo porti io?" Disse guardandomi. "Non voglio darti dei pesi." Dissi e arrivammo alla suo moto. Prese il casco e me lo mise. "Grazie." Dissi. Poi se lo mise anche lui. Salì sulla moto e poi salii io."Tieniti forte." Disse e partimmo. Era bella quella sensazione... i capelli al vento, la velocità. Arrivammo e scesi dalla moto. "Grazie." Dissi levandomi il casco.
"Grazie a te, per matematica." Disse mettendosi le mani in tasca. "Di nulla. Ci vediamo domani." Dissi e me ne andai in sala.

Ti amo ma non lo sapevo|Mirko TrovatoWhere stories live. Discover now