capitolo 12

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"No, non sono la sua ragazza." Dissi.
"Aahh... ma perché ancora non c'ha privato." Disse Davide.
"Ma non può essere una amica?" Disse Mirko.
"Vabbè, io sono Andrea e lei e la mia ragazza Laura." Disse porgendo la mano.
"Piacere, Nicole la compagna di classe di Mirko."
Fecimo un giro in tutti i negozi e arrivammo da H&M e noi ragazze ci femammo lì.
"Ragazze che ne dite di questo? "Disse Sara.
"Bello... su di tee!" Dissi.
"Ma anche a te starebbe bene. Sei bellissima!" Disse Michela.
"Ragazze ma quanto ci mettete?" Dissero Davide e Andrea.
"Ragazzi ma Mirko dov'è?" Dissi, un po' preoccupata.
"Era entrato... ma non so dove sia." Disse Davide.
"Aah." Dissi guardandmi attorno. Andai verso uno scaffale e guardavo delle belle magliette. Ad un certo punto, inclinai la testa mentre avevo una maglietta tra le mani, e sentii un pizzico alla gola.
"O mio dio!" Era tipo un morso, sul collo. Mi girai e vidi Mirko con una dentiera da vampiro. "Ma che ci fai con quei cosi? Mi hai fatto prendere un colpo." Dissi.
"Sono più attraente!"
"Si certo, con uno di quei specchi in cui diventi così magro da non vederti."
"Sei molto gentile." Disse levandosi.
"Perché hai i denti da vampiro?" Chiesi sorridendo.
"Per farti una sorpresa. Non ti è piaciuta??" Disse avvicinandosi.
"Mica tanto." Dissi girandomi verso lo svaffale e dandogli le spalle.
"Eh dai! Di che ti a fatto piacere... almeno un po'!" Dissi abbracciandomi da dietro.
"C-cosa?" Balbettai. Stettimo così fin quando, non ci vide Davide.
"Ecco i piccioncini. Sono qui!" Disse. "Vi stavamo cercando. Andiamo a casa." Disse poi guardandoci.
Ci avviammo verso la cassa e pagai un pantalone e una maglietta.
"Vieni a casa mia?" Disse Mirko, dopo esser salito sulla macchinetta.
"Per me va bene, ma-" mo bloccò.
"Ma cosa?" Disse scocciato.
"Non so se posso."
"Non abitiamo molto lontano, non ci vuole nulla ad andare a casa tua."
"Va bene."
Andammo a casa sua e non c'era nessuno, apparte il rumore del vento.
"Vuoi una tazza di the?"
"Magari!" Dissi levandomi la giacca. "Classico... grazie!" Continuai.
Dopo pochi minuti suonarono alla porta.
Si affacciò alla finestra e rientrò.
"Cazzo." Disse.
"Chi è? "
"Le fan. Mi mamma mi ammazza! "
"Ma sono le fan che vengono sotto casa. Te che centri?"
"Scenderesti un secondo con me?" Disse mettendosi una mano tra i capelli.
"P-perché?" Chiesi portando la tazza alla bocca.
"Sono due fan, fai due foto e un autografo, ed è fatta."
"Okay." Dissi posando la tazza sul tavolino del salone e prendendo la giacca.
"Ciao belle!" Disse lui.
"Mirko!!!" Dissero loro.
"Ragazze solo foto, niente video e poi qualche autografo. Ho da fare!" Disse lui sorridendo.
Iniziò a fare foto e a autografare foto, poster, dvd, libri e braccialetti o anche cover del telefono.
"Andesso andiamo, ciao belle!!" Disse Mirko, e tornammo dentro.
"Beh, dire che ti amano è dir poco!"
"Amare, è una parola grossa. Cioè, devi vederla ogni giorno una persona per amarla, devi saperla far ridere." Disse lui bittandosi sul divano. "Approposito di amore, ho uncontrato una ragazza!"
Il cuore perse un colpo... o forse due.
'Perché fai così?' Disse la mia testolina.
"Ah si, e come si chiama?"
"Federica."
"E com'è? "
"Bella... alta, bionda, occhi blu, simpatica... molto simpatica! "Disse guardando il soffitto.
"Beh, ti sei innamorato?" Chiesi riprendendo fiato.
"Non so' come si sta veramente, quando si è innamorati."
"Pensi sempre a lei, quando la vedi ti batte il cuore a duemila, vorresti baciarla, balbetti quando gli parli... cose del genere."
Dopo le mie parole, il silenzio padroneggiò la stanza.
"E tu, sei innamorata?"
"Non lo sono mai stata." Dissi, tutto d'un fiato.
"E come sai cosa si prova?" Disse guardando
"I film aiutano."
Appoggiai la tazza sul tavolo.
"Grazie del the, e della bella giornata passata insieme." Dissi alzandomi.
"Dove vai?"
"A casa... che forse è meglio!"
"Perché?"
"Perché non voglio disturbare." Dissi avanzando verso la porta.
Lui mi prese per il braccio e mi fermò.
"Non è vero. Che c'è? Cosa c'è che non va?" Dissi lui.
Io mi girai, lo giardai negli occhi e in quel momento la mia voce ripeteva 'bugiarda!'.
"Va tutto bene." Dissi con voce quasi strozza.
"Io penso che mi stai prendendo in giro, se c'è qualcosa che non va lo devi dire."
'Sta calma, lo vede da un kilometro se non va bene qualcosa. Respira piano, senza andare in iperventilazione, che non è il caso.'
"È cosa pensi che ti devo dire? Che il the era buono."
"Sei gelosa." Disse sorridendo.
"Io dammi un motivo per esserlo?"
"Stai diventando rossa, ti ho parlato della ragazza che sto frequentando e te ne vuoi andare. Dimmi, se ti da fastidio non ne parlo."
"No no... ognuno ha l sua vita, e la sua casa." Dissi presi tutto ciò che era mio e me ne andai.
Entrai in casa vidi il computer acceso, nello schermo una email.
-Caro signor Fabio Leonetti,
Per complimentarci con lei dei lavori svolti negli ultimi anni, la trasferiamo in sede centrale... si può trasferireda domani... -
'Questa mi mancava! '
Chiamai mia mamma.
"Mamma, cose sta storia?"
"Quale?"
"Quella che ci trasferiamo!"
"Aah, già lo sai! Inizia a prendere le tue cose, abbiamo appena trovato una
casa."
"O MIO DIO! DIMMI CHE STAI SCERZANDO."
"Mi dispiace dirtelo, ma no, non sto scherzando."
"Cosa ti fa' pensare questo?"
"Pensavo che dopo Alessio, andare via da lì sarebbe d'aiuto." Disse. "Non sarà una tragedia... solo una muova avventura." Concluse e riattaccò.
La mia vita stava andando praticamente a rotoli, un disastro, una catastrofe, un disatro ambientale.
Inizia a prendere uno scatolone e a mettere i quadri e le cose fragili.
Presi il telefono e chiamai Mirko.
"Non volevo andarmene... ma
dovevo." Dissi con la voce strozzata.
"Come mai parli così?"
"Nulla... e che... nulla." Dissi piangendo.

'Nicole perché piangi... dopo tutto se è innamorato lascialo stare e tu ti farei un altra vita'

"Mi vuoi dire che c'è? "
"Lascai stare." Disse e riattaccai.
Dopo aver levato le cose dalla mia stanza, decisi di scrivere una lettera... a Mirko.
' Caro Mirko,
Mi diapiace di non averti detto nulla della mia partenza, ma non mi sembrava il casa di parlarne a quatro occhi.
Grazie di tutto l'affetto da te dimostra nei momenti più difficili a quelli più memorabili, che non dimenticherò mai.
Spero che in futuro ci incontreremo.
Ps. Scusa se non ho scritto molto, ma non sono brava con le parole.
Tua Nicole. '
La misi nello zaino e mi preparai per il mio ultimo giorno di scuola a Pomezia. Quando rientrarono i miei genitori cercai in tutti i modi di convincerli a rimanere a Pomezia, ma loro nulla... tosti come i mattoni dissero di no, e no era.
Non mangiai e non scesi più da quella risposta, non c'era bisogno si questo.
"Posso entrare? "Disse mio padre.
"Se proprio devi!"
Lui entrò e si mise con la sedia vicino al mio letto.
"Ci devi perdonare, ma la vita non è mai come la vuoi. Magaro tu la sognavi qui, e lei ti manda dall'altra parte del globo.
Vedi, divi accettare questo, e poi volevo vederri sorridere dopo la perdita di Ale... e pe savo che mandarti lontano ti avrebbe aiutato."
"No, non mi aiuta... qui papà io jo una vita, uan scuola, degli amici, il gruppo di danza, Mirko, i ragazzi... lì non si sa neanche se avrò amici, se mi farò una vita o potrò uscire fuori per una boccata d'aria pulita." "Facciamo una cosa, io sò che tu sei grande e voglio metterti alla prova: decidi tu, ma se tu starai qui, tuo fratello verra tutti i giorni per i tuoi bisogni. Ma scegli bene." Disse e uscì dalla stanza, quasi quasi incazzato.

Ti amo ma non lo sapevo|Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora