Messages with Harry Styles.

63.

CARLOTTE POV'S.

Fu un problema rivelare i miei sentimenti ad Harry, sapevo benissimo non riuscisse a prendere la questione seriamente, ma non pensavo di doverglielo dire per messaggio poiché troppo impegnato a sgattaiolare da qualche parte mentre dormivo.

Mi accorgevo di essere completamente fottuta quando lui mi sorrideva ed io mi sentivo come una ragazzina in preda agli ormoni adolescenziali, cioè come qualsiasi sua fan quando si tocca il pacco durante i concerti.

Mi ero addormentata dopo aver parlato con Harry su whatsapp di qualcosa, ovviamente le nostre conversazioni insensate comprendevano vari argomenti, ma senza nessun nesso logico.

Quando mi svegliai, a causa di un fastidioso bisbiglio provenire dal corridoio, mi catapultai al bagno per sistemarmi un po' ricordandomi della presenza di altri due ragazzi oltre ad Harry.

Scesi al piano inferiore quando, secondo i miei standard, ero presentabile e, silenziosamente, mi sedetti sul divano ed accessi la televisione per guardare qualche stupido programma televisivo a cui non avrei dato realmente importanza.

≪Devi smetterla di girare per casa con i miei pantaloni della tuta e quella maglietta troppo stretta.≫ si lamentò Harry il quale stava passando, casualmente, davanti al salotto.

≪Perché?≫ strillai, non aveva nessun motivo per lamentarsi dei miei vestiti.

≪Quella maglietta è troppo stretta, si notano troppo le tue tette. Per un ragazzo in astinenza non è il massimo.≫ spiegò e Louis apparve dalla cucina per poi sedersi accanto a me, il tutto compiuto abbastanza rumorosamente.

≪Harry smettila di assillare Carlotte con le tue frustrazioni sessuali.≫ scherzò Louis spostandosi sempre più vicino a me e guardandomi attentamente come se non mi avesse mai vista, sapevo che era un ragazzo strano, ma non fino a quel punto.

Harry se ne andò in cucina imbronciato avvisandoci che si sarebbe messo a cucinare per noi due scansafatiche e che avremmo apparecchiato la tavola quando sarebbe stato il momento.

≪Alloraaaaa,≫ Louis allungò la parola, cosa che odiavo terribilmente, ma cercavo di rimanere calma continuando a cambiare canale alla televisione.

≪Ti sei innamorata eh?≫ mi colpì con il gomito cercando di far piano ed io sbuffai, perché mi chiedeva cose che già sapeva?

≪Perché non mi rispondi? Bambina cattiva.≫ fece finta di imbronciarsi per poi strizzarmi le guance.

Senza dare a Louis una risposta che qualsiasi essere umano meritasse nonostante la domanda, mi alzai e raggiunsi Harry in cucina per potergli parlare tranquillamente e seriamente.

≪Sei una troia.≫ urlò Louis sdraiandosi sul divano e guardando la televisione.

Quando entrai in cucina Harry si stava dando da fare con la cena, in realtà stava solamente tagliando delle patate per poi infornarle assieme al pollo che aveva comprato al supermercato.

≪Enrica.≫ ridacchiai sedendomi sul bancone della cucina, lui alzò gli occhi al cielo e sbuffò per poi continuare a tagliare le patate e notai avesse tolto gli anelli che portava ogni giorno è tutto il giorno.

≪Possiamo parlare seriamente?≫ gli chiesi, nonostante non avessi il coraggio di ammettere i miei sentimenti, ma dovevo comunque fargli capire che non stavo scherzando.

≪Di cosa?≫ mi chiese confuso continuando a darmi le spalle e, così, una fantastica visione delle sue gambe e del suo fondoschiena.

≪Del fatto che mi sto innamorando di te, ne parliamo?≫

Harry fece cadere il coltello a terra e si girò verso di me con la bocca aperta, sicuramente non si aspettava che parlassi sul serio via messaggio e questo confermava la mia teoria, ma esserne così shoccato?

Si avvicinò pericolosamente a me e poi mi baciò con foga, ma il bacio cessò quando le nostre lingue si sfiorarono e lui cominciò a ghignare soddisfatto delle sue azioni.

≪E questo che cazzo significa?≫ sbraitai insoddisfatta.

≪Devi scoprirlo da sola.≫ e detto ciò tornò a tagliare le patate rivolgendomi le spalle, il che mi fece imbestialire e me ne andai sbattendo i piedi a terra facendomi sentire.

≪Stronzo.≫ borbottai mentre mi dirigevo in qualche stanza della sua enorme casa, ma poi capii lo facesse poiché mi sentissi insoddisfatta e frustrata come lo era lui, piccolo stronzo intelligente.