Capitolo 5

47 6 2
                                    

La lasciò sorridendo, lì davanti alla porta della stanza.
Appena entrò dovette strofinarsi gli occhi più volte: la stanza austera nella quale era stata ricoverata era stata sostituita da una splendida... o forse semplicemente aveva cambiato stanza poiché controllando fuori il corridoio si accorse di essere più lontana dalla sala dove aveva ricevuto delle risposte incomplete e parziali...
Le pareti erano dipinte in modo da simulare una foresta di un verde sfolgorante, il soffitto era di un azzurro-blu e vi era dipinta la luna... una luna strana dato che aveva striature violette al posto del grigio latteo a cui era abituata. Il pavimento era ricoperto da una sorta di moquette simil-erba che emanava un buon odore.
Una parete era quasi interamente occupata da un bovindo, poco profondo, dalle ampie finestre in vetro. La parete adiacente a destra era occupata da un piccolo armadio e da una scrivania in legno rosso intarsiato, sulla quale v'erano posati dei libri, fogli e stilii con calamai annessi, accanto una sedia, anch'essa rossa, dallo schienale basso e elaborato e il sedile in tessuto chiaro, imbottito. Il letto era al centro della stanza ed era spettacolare: era uno splendido baldacchino in legno nero, talmente pieno di particolari da disorientare gli occhi, le lenzuola di un chiaro giallo pastello, e i cuscini, due o tre, immensi e dall'aria di essere morbidi da morire....
Tutto bellissimo se non fosse che Cleo era totalmente esausta e confusa. Fu per questo motivo che si buttò sul letto senza nemmeno disfarlo o togliersi i vestiti.
-Ma cavoli, Cleo! Come puoi dormire vestita quando hai un armadio tutto per te con un paio di pigiami e abiti di ricambio!- protestò scherzosamente una voce femminile...
La ragazza alzò appena la testa e i capelli selvaggi le coprirono il volto, finendole negli occhi -Chi... chi è?- mugugnò stancamente.-Se ti tirassi su te lo direi.-
Quando si alzò, davanti a lei si presentò una ragazza alta, magra, dai capelli biondi, quasi bianchi, tra i quali ogni tanto spuntavano dei curiosi ciuffetti piumati. Gli occhi erano grandi a gialli, coronati da curiose sopracciglia nere, le labbra piccole e il volto leggermente paffuto, con una spruzzata di lentiggini, il che le donava un' aria vagamente infantile. Indossava una camicia candida piena di pizzi e merletti e i pantaloni erano strappati o lisi in più punti, mentre i piedi erano nudi. La ragazza si girò, dandole le spalle. Fu così che Cleo notò, quasi per sbaglio, due protuberanze sulle scapole, come fossero delle minuscole ali, e da sotto la camicia, poco sopra i pantaloni, spuntava una piccola coda pennuta.
-Tu saresti...?-
-Tylba! Piacere di conoscerti, in un modo appropriato-
-In che senso?-

-Sono io quella che ti ha salvata dalle Sentinelle.- Cleo rimase sbigottita: pensava fosse stato un uomo a salvarla da quei... cosi goffi e alti, intuendo parlasse, appunto, di quei robot. Ne rimase talmente stupita da non accorgersi di starla fissando a bocca aperta. -Cos'è? I cyborg ti hanno tagliato la lingua?-
-Non scherzare, Tylba! C'è a chi è successo sul serio...-
-Sempre il solito serioso! Non si può scherzare con te, Hurian!- disse con tono falsamente scocciato Tylba.
Fu proprio in quel frangente che Cleo si accorse della presenza di Segugio nella stanza, doveva essere appena entrato, ma... -'Spetta un secondo! -esclamò Cleo- Hur-che? Come ti ha chiamato! Pensavo ti chiamassi "Segugio"!-
-Tranquilla Cleo, Segugio è la traduzione dalla nostra lingua tribale alla tua di Hurian: noi nasciamo con un nome dato in famiglia, un nome provvisorio dato in modo casuale, poi quando mutiamo e acquistiamo i poteri della metamorfosi animale, cambiamo il nome in quello dell'animale nella nostra lingua tribale-
-Non pensavo foste così complessi... Ma perché se io sono una di voi non ho questi "poteri"?-
-Riceviamo i poteri dalla nascita, in parte, siccome il nostro spirito è fuso con quello di un animale. Poi raggiunto lo sviluppo la Sciamana ci sottopone ad una prova perché la componente animale venga liberata ed espressa fisicamente, come ad esempio la mia coda, e moralmente influenzando il carattere. In più riceviamo doni quali i sensi percepiti dall'animale e la facoltà di trasformarsi a piacere, come una metamorfosi. La chiamiamo Ceimonia di Passaggio- spiegò Hurian in tono molto comprensivo.
-E quindi tu saresti un cane?-
-Un husky, così come lo chiamate voi-
-Invece io sono una sorta di rapace, o come lo definite nel mondo degli umani- s' intromise Tylba -Non si vede?-
-Bene, presentazioni fatte, ora ti lasciamo vestire e lavare. Noi ti aspettiamo fuori per farti fare un giro turistico della base.-

Animal mindsWhere stories live. Discover now