32° Capitolo

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Jack
"La nave dei sogni" si stava pian piano trasformando in una trappola della morte: dovevamo uscirne o almeno provarci. 

Usciti dall'ufficio del commissario, percorremmo il lungo corridoio: c'erano scintille ovunque.
"Ho paura, Jack."- Rose si strinse a me.
"Ce la faremo, fidati. Andiamo!"-accellerai il passo.
Lei mi stringeva la mano con tutte le sue forze, quasi avesse paura di perdermi, io la strinsi ancora più forte e la rassicurai: "Tu sei forte, Rose. Ce la farai." Abbozzò un lieve sorriso tremando.

Più andavamo avanti, più l'acqua si faceva profonda.
"Dove stiamo andando, Jack?"-chiese Rose spaventata.
"Non lo so, non lo so. Fuori da qui."-risposi con un filo di voce.
"Oh no, merda!"-urlò all'improvviso. Era rimasta qualche metro indietro.
"Veloce, Rose!"-la richiamai.
"Non posso muovermi, il vestito! Si è incastrato!"
"Cazzo!"-la raggiunsi velocemente-"Non muoverti, d'accordo?"
"Va bene."-annuí lei.
Inspirai più aria che potevo ed andai sott'acqua: il buio era totale.
Andai alla cieca aiutandomi con le mani. Trovai l'intoppo: il lungo strascico era andato a finire sotto un tubo.
Con tutta la forza che avevo in corpo cercai di spostarlo, Rose si agitò all'improvviso e allora il vestito scivolò leggermente da sotto il tubo. Ne approfittai spostandolo ancora un po': finalmente Rose era libera.
Velocemente ritornai a galla e ripresi fiato, ero stremato, avevo passato circa un minuto in apnea.
Rose mi guardò preoccupata: "Tutto bene?"
"Sì, sì sto bene. Adesso muoviamoci!"

Finalmente trovammo delle scale, le salimmo in fretta. "Fantastico, un altro corridoio!"-disse ironica Rose. "Almeno siamo all'asciutto."-comnentai.

Continuammo a percorrere quel labirinto, quasi al buio. Eravamo nel corridoio di terza classe, le porte spalancate lasciavano vedere le camere completamente vuote: letti disfatti, vestiti a terra, mobili spezzati in due.
"Jack!"-strilló poi Rose stritolando la mia mano.
"Che c'è?"
"Guarda, una porta!"
Stavolta era tutt'altro che spalancata, era diversa da quelle delle camere.
Ci avvicinammo e sentimmo delle voci. Proprio in quel momento l'acqua aveva raggiunto anche quel corridoio.
"Andiamo!"-corsi verso la porta e afferrai la maniglia. Ma nulla, non voleva saperne di aprirsi.
"Merda!"- cercai di forzarla.
"Oh no!"- Rose vide l'acqua infiltrarsi dalle scale.
"Stai indietro."-allontanai Rose.
"No, non farlo. Ti farai male!"-protestò lei.
"Meglio farsi male che morire. Non abbiamo altra scelta."-indietreggiai e presi la rincorsa.
Corsi a tutta velocità verso la porta e la colpii lanciandomi verso di essa.

Finalmente si aprii: ovviamente ci ritrovammo in un altro corridoio. Uno steward alto quanto una banana e tre mele cominciò ad urlarmi contro: "Ehi! Ma che ti salta in mente? Dovrai pagare i danni, lo sai questo? Quella è proprietà della White Star!"
"Sta' zitto!"-urlammo in coro io e Rose andando via.
Lui ci fissò spaventato,quasi si fosse pisciato sotto.

La gente andava e veniva: la maggioranza indossava le giacche di salvataggio, c'era anche gente che aveva fatto i bagagli.
Percorremmo velocemente il corridoio, i cancelli che portavano in seconda classe erano stati sbarrati.
Circa dieci minuti dopo arrivammo ad un altro cancello, c'erano più di cinquanta persone che si affollavano sulle scale. Gli steward dall'altra parte lo tenevano chiuso.
Cercai di avvicinarmi, andando verso la folla. Rose stava tremando, era pallida. Io cercai di riscaldarla stringendola a me.
"Tieni questa, signorina."-una donna dai capelli biondi le porse una coperta.
"Grazie mille."-sorrise Rose avvolgendosela attorno alle spalle.
Il marito della donna ci offrii anche del brandy, almeno ci riscaldammo un po'.
"Jack!"-una voce urlò il mio nome alle mie spalle.
"Tommy!"-lo abbracciai-"Possiamo uscire?"-chiesi indicando i cancelli.
"Non c'è speranza da quella parte."-rispose sconfitto.
"Qualunque cosa facciamo dobbiamo farla alla svelta."- dissi io.
"Jack!"-qualcuno urlò ancora.
"Fabrizio!"-sorrisi abbracciandolo.
"Non ci sono più scialuppe."-mi disse.
"Si sta allagando tutto. Dobbiamo andarcene di qui."
"Non c'è niente da questa parte."-rispose lui.
"Va bene."-mi guardai attorno-"Andiamo da quest'altra, allora. Andiamo!"- corsi verso delle scale.

TitanicWhere stories live. Discover now