18° Capitolo

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Jack
La sala da pranzo era enorme, c'erano tavoli affollati di gente in sfarzosi abiti, decorazioni in ogni spazio libero, sedie di velluto, posate in argento.

Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua in mezzo a tutto quel lusso, ma tutti mi guardavano con riguardo, come se fossi davvero un riccone, fino a che la madre di Rose non ci mise lo zampino.

"Ci parli degli alloggi di terza classe signor Dawson, ho sentito dire che sono piuttosto accoglienti."-disse.

Cercai di non dargliela vinta e risposi con un sorriso:
"I migliori che abbia mai visto signora, solo qualche topo qui e là."

Lei restò stupita e gli altri risero di gusto.

"Il signor Dawson si è unito a noi dalla terza classe, ha prestato soccorso alla mia fidanzata ieri sera."- riferì Cal ai commensali.

"Ho scoperto che il signor Dawson è un ottimo artista, oggi è stato così gentile da mostrarmi alcuni suoi disegni."-intervenne Rose.

"Rose e io abbiamo idee divergenti riguardo alla definizione di belle arti, con questo non voglio certo criticare i suoi disegni."- mi disse Cal.

Io feci segno che non faceva nulla con una mano.

Guardai sul tavolo e vidi un sacco di posate attorno al mio piatto e chiesi a Molly che era accanto a me: "Queste posate sono tutte per me?"

"Comincia sempre dall' esterno"-mi suggerì lei.
Un cameriere si presentò al mio fianco con un piatto pieno di una sostanza nera e puzzolente: "Come preferisce il caviale, signore?"

"No, niente caviale per me, grazie. Non mi è mai piaciuto molto."-risposi guardando Rose che sorrise alle mie parole.

"Dov'è che vive esattamente, signor Dawson?"-mi chiese Ruth all' improvviso.

"Beh, al momento il mio indirizzo è la terza classe del Titanic, dopodiché sarò nelle mani di Dio."

"E dove trova i mezzi per viaggiare?"

"Mi sposto di luogo in luogo, lavorando. Prediligo le navi da carico o carretti simili. Ma il biglietto per il Titanic l'ho vinto con una mano fortunata a poker"-guardai Rose di fronte a me ed aggiunsi-"una mano molto fortunata."

"La vita non è che una partita giocata con la dea fortuna."-commentò uno dei commensali.

"Un vero uomo la fortuna se la crea da solo, giusto Dawson?"-esordì Cal.

Io acconsentii con il capo.

"E a lei piace quest' esistenza priva di radici?"-mi chiese Ruth.

Mi sentii offeso, ma non glielo diedi a vedere e a denti stretti le risposi.

"Beh, sì signora, mi piace. Insomma, ho tutto quello che occorre proprio qui, con me. Ho aria nei polmoni e qualche foglio immacolato. Mi piace svegliarmi la mattina e non sapere cosa mi capiterà o chi incontrerò, dove mi ritroverò. Proprio l'altra notte ho dormito sotto un ponte e ora mi trovo qui, sulla più imponente nave del mondo a bere champagne con delle persone raffinate come voi. Secondo me la vita è un dono e non ho intenzione di sprecarla, non sai mai quali carte ti capiteranno nella prossima mano, impari ad accettare la vita come viene, così ogni singolo giorno ha il suo valore."

"Ben detto, Jack."- disse Molly.

"Udite, udite."-annunciò uno dei commensali.

Rose mi sorrise e alzando il suo bicchiere di champagne propose un brindisi: "Al valore di ogni singolo giorno."

"Al valore di ogni singolo giorno."- brindammo tutti insieme.(tranne Ruth e Cal)

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