"Il mio inizio sei tu"

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*ANGOLO AUTRICE*
Volevo precisare che la storia è ambientata a Los Angeles, alla fine del Bad Tour. Rileggendo il capitolo precedente mi sono resa conto di aver scritto per sbaglio Las Vegas... l'errore è stato corretto! Buona lettura!

Michael rimase per tutto il tempo seduto accanto a Meg che lo riempiva di domande,desiderosa di saperne un po' di piú sulla sua vita. La ragazza aveva tanto sentito parlare di lui e apprezzava la sua musica, in particolare la canzone "Man in the mirror". Quella fu senz'altro la mattina più gradevole della vita di Meg: Michael la affascinava tanto da non riuscire a staccargli gli occhi di dosso. Le piaceva come parlava, come rideva, come la guardava... Nonostante sapesse che Michael era una persona importante, non si sentì mai a disagio o inferiore a lui. Le sembrava di parlare con un amico. Solo quando in pomeriggio Michael le fece visitare Neverland, la sua enorme villa adibita a parco giochi per i bambini malati, capì quanto in effetti fosse famoso nel mondo... una delle stanze era dedicata soltanto ai suoi premi, sistemati su lunghe mensole di legno. Sparse per la casa invece, si potevano trovare numerose foto di Michael in compagnia di personaggi come Elizabeth Taylor, Lady Diana, Fred Astaire... Sembrava di essere capitati nella reggia di un re.
Lo sguardo di Meg si perse tra il verde dei prati, le piscine e le giostre che punteggiavano l'intera tenuta.
"Questo posto sembra uscito da una favola"
"Neverland è la mia favola. Io stesso sono Neverland. Quando sono lontano per lavoro mi capita di chiudere gli occhi e immaginare di essere qui, sotto quegli alberi. Non vorrei mai perdere questo posto, ne morirei". Meg rimase colpita dalla malinconia che emanavano i suoi occhi. Lo conosceva da poche ore e le sembrava di conoscerlo da una vita, di aver condiviso tutto con lui.
"Vieni! Ti faccio conoscere i miei dipendenti" disse Michael, sorridendo come un bimbo e prendendola per mano. Anche in questa parte del suo carattere Meg rivedeva se stessa: nascondere la propria sofferenza dentro un sorriso per paura di farsi aiutare. Ci vuole coraggio a mostrarsi deboli e senza difese, è più facile far finta che vada tutto bene.
Michael le fece conoscere il suo autista, la sua cuoca e tutti coloro che si occupavano di Neverland e di lui, compresa Karen, la sua truccatrice.
"Karen, lei è Meg...è... una mia amica"
Meg le strinse la mano e le sorrise affabilmente per ricevere in cambio un sorriso glaciale.
"Michael, tesoro, allora ci vediamo domattina per il solito trucco. A presto caro" e gli stampó un sonoro bacio sulla guancia. "Grazie Karen, a domani".
"Devi andare da qualche parte domani?". La domanda di Meg fu spontanea e non meditata: il pensiero di averlo lontano anche per poco tempo non poteva sopportarlo.
"Niente di importante. Devo solo ricevere delle persone che sono interessate a un mio nuovo progetto, ma si vedrá più in lá come fare... ho appena terminato il Bad Tour, ho bisogno di una tregua". La stanchezza non aveva sciupato il suo viso. Guardandolo così attentamente Meg si accorse di quanto fosse bello e di come i suoi lineamenti fossero dolci. Improvvisamente, tutto di lui le sembrò perfetto.
"Michael io non ho dei vestiti con me... avrei anche bisogno di farmi una doccia" disse. Sentì il desiderio di semrare bella ai suoi occhi, voleva piacergli. Infondo lui era il re del pop, abituato ad avere donne splendide al suo fianco e lei non pensava di essere niente di speciale, specialmente quando aveva la febbre e i capelli spettinati.
"Ti accompagno al bagno, c'è una grande doccia. Per quanto riguarda i vestiti non preoccuparti,  ci penso io. Nel mentre puoi usare una delle mie camicie, ti staranno come se fossero dei vestitini..."
Quella doccia era enorme, coi suoi vetri pulitissimi e le maniglie d'oro. L'acqua che le scorreva sul corpo sembrava che facesse scivolare via tutti i suoi problemi. Craig. Craig era il suo problema fisso. Chissá dov'era adesso... chissá cosa tramava. Meg era sicura che stesse studiando un modo per riprendersela. E di nuovo ebbe paura, paura di perdere Michael: sapeva che se Craig fosse venuto a conoscenza del suo nascondiglio sarebbe entrato davvero nella parte del perfetto killer perverso e la sua prima mossa sarebbe stata quella di uccidere colui che gli aveva portato via sua moglie. Questo non poteva permetterlo. Uscì di corsa dalla doccia, si legò i capelli di fretta, scelse una delle camicie rosse di Michael che le arrivava fino a metá coscia e corse giù.
Vide Michael in giardino, seduto ai piedi di un albero intento a giocare con un bambino dalla testa pelata, uno degli ospiti di Neverland. Quella scena le strinse il cuore: il bimbo rideva come un matto mentre Michael se lo metteva sulle spalle. Anche Meg si sentiva come una bimba bisognosa di aiuto. Come la vide arrivare, Michael mise a terra il bimbo dandogli un buffetto sul naso e le andò in contro. Meg gli si gettò tra le braccia e scoppiò in un pianto disperarto.
"Meggie... che succede?"
"Michael, voglio andarmene di qui."
"Cosa?! Perchè, non ti trovi bene?"
Come poteva pensare che non si trovasse bene? Fin troppo bene. Sapeva che quella felicitá non sarebbe potuta durare. Meg lo accarezzò piano sulla guancia:
"Mi trovo qui da nemmeno un giorno e sento che Neverland è la mia casa. Sto bene qui, Michael. Sei stato così buono con me... non posso rischiare che ti accada qualcosa per colpa mia. Craig verrá a cercarmi, saprá che sono qui e ti fara del male e..." ma non riuscì a finire la frase. Michael l'aveva stretta in un abbraccio talmente forte e dolce da farla ammutolire. "Non pensarci nemmeno. Nessuno saprá che sei qui. Spiegherò a tutti la tua situazione e chiederò la massima riservatezza. Mi fido di tutte le persone che ci sono in questa casa e vorrei che lo facessi anche tu". Le asciugò il viso con la mano: "Stanotte ti guardavo dormire. Sapevo soltanto il tuo nome, ma ho pensato che averti trovata sul bordo della strada non fosse stato soltanto un caso, ma un dono venuto dal cielo. Non voglio perdere il mio dono... io... mi riconosco in te. Parlare tutta la mattina con te mi ha fatto star bene. Siamo molto lontani da casa tua e dal punto in cui ti ho trovata. Non ti succederá niente di male"
"Ma ci andrai di mezzo anche tu se scoprirá che sono qui! Morirò se ti accadrá qualcosa!". Non riusciva a trattenere i singhiozzi, ma il tono deciso di Michael l'aveva tranquillizzata.
"Io morirò se deciderai di andare via da qui. So che è strano, ci conosciamo da qualche ora, ma non posso rinunciare ad averti. Ieri notte mi hai chiesto di restarti accanto, ora sono io che te lo sto chiedendo".
Meg lasciò parlare il suo cuore: "Resterò". Era la risposta giusta, e lei lo sapeva. Avrebbe ricominciato la sua vita dall'inizio. Con lui.
                                         

Afraid|| A Michael Jackson story.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora