T H R E E

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I wanna hold you, hold you tonight,
I wanna tell you that you are mine.
-5 Seconds of Summer (Never Be)


Osservava l'asfalto nero del marciapiede, mentre si recava al parco. Era li che Thomas, il suo migliore amico, aspettava Luke.
Osservava l'asfalto nero del marciapiede, si era perso, dentro.
Si chiedeva se davvero non fosse colpa sua. Se magari lei non si fidasse abbastanza di lui da non volerlo accanto durante la malattia.
Fu un colpo basso, perchè solo allora Luke comprese la realtà. Allison era malata.
Il parco era li, una macchia verde nella grigia città di Londra.
Seduto ad una panchina, tra gli alberi, Luke individuò la chioma corvina dell'amico. Accanto a lui, ci stava una ragazza. La ragazza di Thomas? Luke pensò che non ci assomigliasse, dall'ultima volta che la aveva vista.
Ma poteva anche essere un altra, magari si erano lasciati.
A Luke non poaceva farsi i fatti degli altri.
Li raggiunse.
Si piazzò così, impiedi davanti a loro, impassibile, con le braccia lungo i fianchi. "Ciao" disse.
"Luke! Siediti, siediti!" Lo accolse Thomas. Un velo di eccitazione era palesemente udibile nella voce del ragazzo moro dai tratti asiatici.
Luke scosse la testa, squadrando da capo a piedi prima il suo amico, poi la ragazza li accanto, che, decisamente non aveva mai visto.
"Nuova ragazza,Thomas?" Chiese. E Thomas rise di gusto.
"No, caro Hemmings. Lei, - accennò con la testa alla ragazzina li accanto, che alzò la tetsa dal telefono, sentendosi tirata in causa - la ho portata qui per te."
Luke alzò un sopracciglio.
La ragazza senza nome sorrise, lisciandosi i capelli con le dita con fare provocatorio. Luke la guardò schifato. "Mi hai portato una troia?" Chiese all'amico, non curandosi minimamente del aftto che la presunta troia fosse proprio li accanto. Thomas alzò le spalle. "Per dimenticare" annunciò poi il moro, assumendo un'espressione ovvia.
Luke scosse la testa. "Preferirei essere gay, piuttosto che andare in giro con questa", e se ne andò, sentendosi gridare "Non è che sei gay davvero, Luke?" da parte di Thomas.
Aveva chiuso con Thomas. Con Thomas e l'amica sua.
E così si allontanò a passo svelto.
Osservava le sue vans impolverate strusciare sull'asfalto, con la musica nelle orecchie e gli occhi di Allison nel cuore.
Era diventata un pensiero fisso, non riusciva a togliersela dalla testa, voleva dirle che era sua, ma non poteva, perchè non lo era affatto.
E poi vedeva in se tutti difetti, e si diceva: ecco un altro buon motivo per il quale Allison ti ha scaricato.
Era così preso dai suoi pensieri che non si accorse di essere andato contro qualcosa, o qualcuno, fino quando, appunto, non si scontrò con costui.
Era abbastanza alto, ma non più di lui, ed era strano.
Strano, perchè indossava una maglia di almeno due o tre taglie in più della sua, e dei pantaloni neri e lunghi. Aveva i capelli colorati di nero e di blu, e due grandi e trasparenti occhi verdi. Brillavano di una luce quasi maligna, e Luke si aspettò una sfuriata,quando quel ragazzo aprì la bocca per parlare.
Ma "Scusa" disse solo quello, con tono piatto. Piatto ed indifferente.
E "Scusami tu... ti ho fatto male?" Fece Luke di rimando, sorridendo.
Il ragazzo scosse la testa. Sembrava molto teso.
"Tutto bene?" Fece ancora Luke. E "Si" ricevette di risposta, sempre con quel tono piatto ed apatico, prima di vedere quello strano ragazzo allontanarsi.
E Luke rimase solo, nel mezzo di quel marciapiede che era stato calpestato da così tanta gente.
Solo, di nuovo.
***
Ormai il treno era partito ed anche arrivato.
Si era lasciato alle spalle il passato: sua madre, suo padre e sua sorella, i vecchi compagni di classe del college e tutto il resto.
Le prese in giro, i cazzotti ed i calci.
Tutto passato.
Ora camminava per una delle strade della oeriferia di Londra, giusto per esplorare un poco la zona, vedere la zona, imparare la strada per andare a scuola. Okay, era solo luglio, ma non aveva una buona memoria, Michael.
Ma alla fine si era ritrovato a fare su e giù per la medesima strada da più o meno un ora, guadagnandosi occhiataccie dalla gente.
Perforza, lo vedevano strano.
Coi capelli colorati di nero e di blu, la maglia molto larga - una o due taglie più del normale - , i pantaloni lunghi in piena estate e un sacco di bracciali, oltre al suo piercing al sopracciglio.
Michael era strano, probabile.
Ma mai nessuno lo sarebbe stato quanto lui.
E poi, tutto per lui aveva un senso. Non stavano li a caso, i bracciali.
Non è che gli facesse piacere indossare delle magliette stralarghe e i pantaloni lunghi.
Solo che le persone le cose così non le vedono, o meglio, non vogliono vederle.
Per loro era strano e basta.
Era strano perchè sapeva che avrebbe sempre odiato se stesso ed il cioccolato, come avrebbe sempre amato la musica.
Però c'erano momenti in cui solo non sopportava qualcosa.
Adesso non sopportava vedere la gente felice.
Quel ragazzo, quello li, il biondino che gli era appena andato addosso, oppure il contrario.
Quel tizio sembrava così perfetto e felice. Con quello smagliante sorriso e quegli occhi così azzurri...
Si fermò, e, lentamente, si voltò indietro.
Lo vide, quel ragazzo che sembrava così felice, fermo, nel mezzo del marciapiede. Il suo sguardo era posato su qualcosa di indefinibile.
Senza nemmeno volerlo, Michael tornò indietro, dirigendosi verso di lui. Voleva dire qualcosa tipo ciao oppure sono Michael, tu?
Ma dalla sua bocca non uscì nessun suono. "Ciao" gli disse allora il biondino di cui non sapeva il nome, dandogli la possibilità di bramare di nuovo la sua voce roca ed ipnotica.
"Ciao... emh.. io..." merda, si disse, perchè non riesco a parlare?
Forza Michael, piatto ed apatico, come sempre.
"Io sono Michael. Mi chiedevo se potevi indicarmi un bar, sono nuovo qui, quindi..." ridacchiò, sentendosi la persona più idiota della terra.
"Certo, se vuoi ti accompagno, non ho nulla da fare." Michael annuì. Seguì un attimo di silenzio. Poi "comunque io sono Luke" aggiunse il biondo, che Michael scoprì chiamarsi Luke.
E camminarono.
Luke parlava di se, come se fossero amici di una vita "... e tu?"
Michael si stupì di ciò, perchè nessuno si era mai interessato a lui. Non in quel modo, almeno. "Emh.. mi piace il nero e i Nirvana" Michael aveva esaurito gli argomenti.
Luke lo guardò con un cipiglio e poi rise. "Non hai la ragazza? Voglio dire, un bel ragazzo come te single?" Domandò il biondo ridendo. "E tu?" Fece di rimando Michael, per sviare l'argomento.
Alla fine entrarono nel bar e ordinarono due bicchieri di coca cola.
Allora si disse Michael, buttandosi sul suo nuovo letto, quella sera, allora è così che ci si sente, ad 'uscire con gli amici.' Poi si addormentò, pensando a quei maledetti occhi azzurri che lo fottevano ogni volta che li guardava. E che, nonostante li conoscesse da solo sei ore, sarebbe riuscito a riconoscere tra milioni.

F A L L I N G  S T A R S 》mukeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora