La verità era, quella mattina di maggio, che la scuola era quasi finita.
E, forse, con lei, sarebbero finite quelle lunghe e, a volte noiose, a volte interessanti lezioni che Luke era costretto a sopportare.
Luke era un ragazzo qualsiasi sui sedici anni che frequentava un liceo classico qualsiasi nella città di Sidney.
Fissandosi allo specchio, quella mattina, Luke rise di se, considerandosi alquanto bizzarro.
Rideva di se, non delle sue maglie troppo larghe e dei pantaloni strappati che era solito indossare, non della zazzera bionda che aveva intesta, no. Rideva, perchè lo divertiva il fatto che la sua vita fosse così strana e contraddittoria.
Odiava ammetterlo a se stesso, Luke, ma lui, oltre ad essere uno dei ragazzi più intelligenti della scuola, era anche uno dei più popolari.
Forse i suoi pensieri erano stati influenzati dai film tipicamente americani e libri sulla vita al liceo, dove i popolari sono sempre i bulli e quelli più studiosi gli sfigati di turno.
Come era solito fare ogni mattina, dinnanzi allo specchio Luke fece gli occhi storti, incrociandoli. La cosa che più lo divertiva, era il fatto che alla sua ragazza, Allison, faceva una grande impressione.
A lui divertiva e basta.
Afferrò un cornetto dalla cucina e si affrettò ad uscire di casa, si stava facendo tardi.
Sperava di incrociare Allison lungo il tragitto, ma, leggendo tra i messaggi, ne notò uno da parte della ragazza, che diceva espressamente che non sarebbe andata a scuola perchè aveva la febbre.
Luke digitò un
Okay, allora magari dopo faccio un salto da te, per vedere come stai... xx
E proseguì la strada, da solo.
Era strano passare davanti casa della ragazza bionda che tanto amava e non potere suonare al campanello, aspettare che scendesse saltando i gradini in un modo che solo lei sapeva fare ed arrivare giù col fiatone.
Luke scrollò le spalle, come per allontanare quei pensieri.
Allison non era una di quelle ragazze popolari che amavano mettersi in mostra, era invece timida e riservata. Era diventata popolare solo per il fatto di essere diventata la sua ragazza, ma Luke lo sapeva che a lei importava quanto le importava il prezzo di un chilo di carote nel Guatemala: niente.
Luke sorrise, pensando che lei no era come Dana, la sua prima ragazza al liceo, che faceva la cheerleader per la squadra di basket. Quella si, era abbastanza una poco di buono. A Luke non interessava più di Dana e di quello che gli aveva fatto passare, compreso di notti insonni e di pianti isterici.
Per quanto non volesse crederci, Luke era fortemente atelofobico.
Odiava soffrire di quella stramba fobia che lo faceva sempre sentire sbagliato e mai abbastanza, sempre fuori tiro in confronto agli altri. Aveva la costante paura di deludere le persone.
Però, con Allison era tutto diverso.
***
Sicuramente sarebbe potuta andare peggio.
In bus nessuno lo aveva sfrattato dal suo posto, e a scuola nessuno gli aveva sparlato dietro, quando era entrato.
Varcare quella soglia, per Michael, equivaleva a sopportare un inferno per sei ore.
Sei maledette, fottute ore.
Ma Michael era indifferente.
Nulla lo rendeva felice oppure triste, nulla gli piaceva di più o di meno.
Era semplicemente indifferente.
Riusciva solo a distinguere alcune cose, ma ciò accadeva di rado, perchè tutto gli era indifferente.
Michael odiava se stesso e il cioccolato.
E amava la musica.
Il resto, indifferente.
Ricordava quando alle elementari, una bambina aveva offerto alla classe dei cioccolatini. Lui lo aveva preso ma non lo aveva mangiato. Lui odiava il cioccolato.
Non lo sapeva di preciso, Michael, quando aveva iniziato ad odiarsi, forse quando si era tinto i capelli di fucsia in prima superiore, o quando aveva detto davanti a tutta la classe, in terza elementere, che i suoi animali preferiti erano i conigli. E avevano riso di lui.
Scrollò le spalle, sedendosi al suo posto in fondo alla classe.
Gli piaceva, perchè nessuno poteva notarlo. Gli andava più che bene. O meglio, gli era indifferente.
Iniziò così un altra indifferente lezione. L'unica cosa positiva era che era maggio, e che la scuola fosse quasi finita. Poi, Michael lo sapeva, si sarebbero trasferiti.
Ma a Michael non importava.
Michael, era indifferente.
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Si sto pubblicando millemila storie alla volta ma in questo caso è diverso.
Ci tengodavvero troppo a questa, anche per il significato e gli argomenti trattati (autolesionismo, depressione, ma soprattutto l'omofobia), per questo sarà un po' delicata...
Comunque sia, vi chiedo gentilmente di pubblicizzare la storia, affinchè la voce, il messaggio che voglio dare venga amplificato...
Spero possiate capire♡
Grazie per l'attenzione, votate, commentate e al prossimo capitolo :)
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F A L L I N G S T A R S 》muke
RomanceFalling stars, stelle cadenti. * "Mia madre mi aveva detto che l'amore è come le stelle cadenti. Tu sei il cielo. L'amore arriva, ti attraversa, lascia il segno e poi scompare."
