Capitolo I

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Giovedì 15 Gennaio 2009

            Irene

L'appartamento della mia amica Giada non è male, mi è sempre piaciuto, soprattutto da quando mi ha concesso di vivere insieme a lei per gli studi universitari. È una piccola casina nella periferia di Firenze e odora di pulito e di limone. Io e Giada ci conosciamo dalle superiori, da quando eravamo in classe insieme. È quel tipo di ragazza determinata che non ha peli sulla lingua. Viene dalla Germania e ogni tanto, quando è arrabbiata, borbotta qualcosa in tedesco senza che io capisca niente.
Il mio sguardo si perde per un attimo fuori dalla finestra per osservare le prime gocce di pioggia cadere sull'asfalto mentre la mia mente sfiora per un attimo l'idea malsana di uscire fuori a sentire l'arrivo della stagione autunnale. Tutto si riassume in un imperativo no nel momento in cui l'occhio ricade nelle mie mani occupate dai palloncini colorati ancora da gonfiare e un enorme festone con scritto "Tanti Auguri Azzurra", che cerco invano di attaccare nella parte più alta della libreria del salotto.
Per fortuna Giada corre in mio aiuto. Ha i capelli legati in una coda di cavallo alta, con qualche ricciolo che le ricade sul viso. Si sistema gli occhiali retrò neri sul naso prima di salire sullo scaleo. È più alta di me ed è più agile e veloce nei movimenti. Nel frattempo, il campanello di casa suona e vado ad aprire reggendo con difficoltà i palloncini sgonfi.
I grandi occhi marroni costantemente incorniciati da una linea sottile di eyeliner di Lisa mi colpiscono subito
"Ciao Ire!" esclama visibilmente felice di vedermi
"Lili" l'abbraccio "Come stai?"
"Benone, ho portato i biscotti" dà due colpetti alla borsa sorridendomi calorosamente e saluta Giada con due baci sulle guance. Insieme a lei c'è anche Leonardo, il suo fidanzato da ormai quattro anni, che mi da' un rapido abbraccio.
"Se vuoi ci penso io a questi" dice indicando i palloncini che ho in mano
"Mi faresti un enorme favore" affermo sollevata
Finalmente libera da quei palloncini, sistemo le posate sul tavolo e spazzolo la tovaglia con le mani anche se non ce n'è bisogno. Nel frattempo, il faccino ovale di Giada fa capolino dalla cucina per avvertire che il pranzo è quasi pronto.
Lisa si affaccia alla finestra del salotto che da' lungo la strada, sgrana gli occhi un attimo "Ci sono Ilaria e Yara" dice continuando a guardare fuori, visibilmente turbata da Leonardo intento a gonfiare un palloncino verde.
Anche Ilaria e Yara sono coinquiline, a differenza di tutte noi che ci conosciamo solo da qualche anno, loro hanno legato fin da piccole appena giunte in Italia.
Di lì a poco il campanello suona e vado ad aprire.
Le due coinquiline mi salutano con un abbraccio e si dirigono in cucina ad aiutare Giada dopo un breve saluto a Leonardo e Lisa. Nel giro di cinque minuti la casa si riempie di persone. Arrivano anche dei vecchi compagni del liceo: Tiberio ed Andrea che si avvia immediatamente verso il tavolo per prendere un sorso di vino, accompagnato dal movimento dei numerosissimi riccioli biondi che ha in testa. È un tipo basso e non molto sveglio.
Tiberio è il suo opposto: alto e ben piazzato, la mascella squadrata, le labbra carnose e delineate. Ho una cotta per lui dalla prima superiore ma per mia fortuna non sembra essersene mai accorto.
"Matteo non è ancora arrivato?" chiede Tiberio mentre sistema il giubbotto sull'attaccapanni all'ingresso.
Cerco il suo sguardo: "Ehm... no, non ha nemmeno avvertito" continuo a spazzolare la tovaglia perché sono nervosa. Finalmente il marrone delle sue iridi incontra le mia azzurre, rimango per qualche secondo bloccata e mi sento le guance avvampare.
"Ma Azzurra non sa che siamo qui, giusto?" chiede Andrea rompendo la spiacevole atmosfera che si era creata.
"Certo che no, è una festa a sorpresa, dumm(1)" urla Giada dalla cucina mentre a farle eco sono le risate di Yara e Ilaria.
Sistemo una forchetta un po' più storta. In quel momento il rumore del campanello riecheggia per tutta la casa e corro verso la porta per spiare dall'occhiello.
"E' Azzurra, è Azzurra" confabulo mentre saltello e muovo le braccia freneticamente. In un attimo si sono già spostati tutti in salotto.
Apro la porta decisa ed emozionata, per la strada rimbombano le nostre esclamazioni "Sorpresa! Tanti auguri!"
Mi blocco subito e mi basta una frazione di secondo per capire che siamo noi i più sorpresi nel vedere le condizioni in cui è messa la festeggiata.

1 Dumm: (tedesco), stupido

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