22. Eva (rev)

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Arriviamo alla villetta che non è ancora buio. Bene, questo ci darà modo di organizzarci. Non mi dispiacerebbe mettere insieme un pasto decente, anche se senza gas non sarà facile.

Per cominciare vado nella dispensa attigua alla cucina. Crauti, fagioli, piselli, mais... Carne in scatola, würstel, sardine. Che bello, ci sono conserve fatte in casa! Passata di pomodoro, marmellate varie. Cosa abbiamo qui? Albicocche e pesche sotto spirito. Pasta, riso. Dovrei far bollire dell'acqua.

"Ragazzi, che dite? Possiamo fare un fuoco in giardino per cucinarci qualcosa?"

"Per me sì, cosa abbiamo da perdere? Solo che..." Demetrio indugia guardandosi attorno.

"Ci penso io, sono boy scout per forza, non per passione, ma un falò lo so fare."

"Bravo Rudy! E tu, Dem, hai trovato qualcosa?"

E questo 'Dem' da dove mi è venuto fuori? Be', vediamo che faccia fa...

"Alcolici! Grappa, cognac. Le marche non sono male. Vino, un Cabernet Sauvignon del 2012. I bianchi li lascerei perdere dato che non possiamo raffreddarli. Di là ci sono delle candele, possono servire?"

"Cos'è? Facciamo festa?" chiedo stupita da questo suo nuovo cambiamento d'umore.

"Io sarei più per bere per dimenticare. Apro il vino, intanto."

"Ottimo."

Porgo due bicchieri a Demetrio. Nel frattempo ritorna Rudy.

"Tira fuori un bicchiere anche per il povero Rudy, sorella."

La sua faccia da uomo navigato mi fa morire dal ridere, ma devo fare l'impossibile per non offenderlo.

"Perché? Bevi anche tu?" chiedo facendo l'indifferente.

"Tu che ne dici?"

"Ma sei piccolo..."

"Guarda che intendevo: certo che bevo! Cosa credi? Che stavamo in quell'istituto a farci maltrattare, senza neanche prenderci una bella sbronza ogni tanto?"

È la prima volta che tira fuori l'argomento spontaneamente. Non riesco neppure a immaginare la vita che deve aver vissuto. Forse è il momento buono per saperne un po' di più.

"Dato che lo dici tu, posso chiederti perché stavi lì?"

"Niente genitori, morti, niente parenti, idem. Solo al mondo, però ti vieto di fare facce compassionevoli. È sempre stato così e basta."

"Ah, va bene... Come va con il fuoco?"

"Benissimo, ho trovato un barbecue, carbonella e tutto in un capanno. Tra dieci minuti il fuoco è pronto."

"Avere tre belle bistecche..." gongola Demetrio.

"Dem, dovrai accontentarti di pasta al pomodoro, würstel e crauti. Sempre meglio di quello che abbiamo mangiato fino a ora."

"Questo è fuor di dubbio."

"Bene, vado a cucinare, fate i bravi voi due."

Fuori regna la quiete assoluta. Il sole si sta avvicinando all'orizzonte e la sua luce calda sulla campagna mi infonde una strana serenità. Per un attimo riesco a dimenticare che stiamo vivendo un incubo, che non è affatto scontato che sopravviveremo alla nottata, o a domani. La tensione non si può reggere indefinitamente, è necessario questo momento di quiete conviviale. Domani dovremo affrontare delle sfide, ma adesso no, adesso abbiamo bisogno di mangiare e di sentirci di nuovo dei normali esseri umani.

Quando torno con la pentola piena di pasta e la padella con i crauti rimango piacevolmente stupita.

"Vi siete messi d'impegno, vedo."

La sala da pranzo, nella luce calda e incerta del tramonto, è illuminata da almeno trenta candele appoggiate sui mobili. La tavola è apparecchiata con le stoviglie buone che erano nella credenza. I miei due compagni di sventura sono seduti a due lati, Rudy con la forchetta già in mano, Demetrio che sorseggia il vino. Nessuno dice una parola mentre mangiamo. La pasta è decente e finisce presto divorata, würstel e crauti sono venuti decisamente buoni. La bottiglia di vino è svanita in un lampo, seguita dalla seconda. Inizio a sentirmi piacevolmente rilassata, quasi brilla. Ci spostiamo sui divani con i bicchieri in mano.

"Allora, che si fa domani? Tu hai qualche idea, Dem?"

"Qualcuna, ma decisamente confusa da quest'ottimo vino. Penso che dovremmo cercare di parlare con i militari dell'ONU."

"Già, lo penso anche io."

"Secondo me invece è una cavolata" dice Rudy "Se volevano parlarci potevano farlo stamattina. Quelli vogliono ucciderci perché pensano che siamo malati e che ce li vogliamo mangiare a colazione."

"Rudy, parlare non costa nulla. Domani mi metto fuori da un cancello con un grosso cartello e sto lì finche qualcuno non mi dà udienza."

"Io potrei mostrare le tette come quelle attiviste russe!"

La risata che ho provocato interrompe il momento di tensione. Demetrio però ora fa di tutto per non far vedere che me le sta fissando.

"Vabbè, vecchi, io sto andando in paranoia. Esco un po' a fumare."

"Da quando fumi?"

"Forse non intendiamo la stessa cosa, io e te..."

"Vuoi dire che hai fumo?"

"Mm-mm, maria."

"E per noi niente?"

"Io veramente non ho mai provato..."

"Demetrio, non importa, questo il momento giusto per fare cose pazze!"

Rudy arrotola una sigaretta, l'accende e me la passa. Due tiri e passo a Demetrio, che quasi si soffoca tossendo dopo il primo tiro e subito la ripassa a Rudy. Un po' il vino, un po' il fumo, fra di noi scende una silenziosa rilassatezza. Rudy si alza.

"Vado a vedere le stelle, quello era il mio piano."

Io guardo Demetrio negli occhi, lui distoglie lo sguardo. È carino, così timido e indeciso, ma in fondo così intelligente e buono. Poi oggi ha tirato fuori gli attributi. Chissà cosa altro nasconde? Ci ha presi con lui nella sua ricerca della verità, e questa è una cosa davvero importante per me.

Allungo una mano ad accarezzargli la guancia. Stranamente lui non si ritrae, mette la sua mano sulla mia e mi fissa. Mi avvicino, ancora un po'... lui sorride... poso le mie labbra sulle sue.

 poso le mie labbra sulle sue

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Il serraglioWhere stories live. Discover now