8. Eva (rev)

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Demetrio si è scoraggiato alla prima difficoltà. Strano, mi pareva una persona controllata, forse è un po' timido ma ha l'aria del cervellone. Il ragazzino qui invece cerca di darsi un tono, ma è solo un adolescente arrabbiato con il mondo. E adesso cosa faccio? Forse devo prendere il controllo della situazione. Frugo nello zaino.

"Qualcuno vuole uno un po' d'acqua?" chiedo.

Demetrio non reagisce, rimane con la fronte appoggiata al volante, apparentemente disperato e privo di idee. Rudy lo fissa preoccupato e mi fa cenno di no con la mano. Passano un paio di minuti in cui noi due cerchiamo di rispettare il momento di Demetrio, ma non possiamo rimanere qui a piangerci addosso all'infinito.

"Demetrio, che dici se torniamo indietro? Proviamo dall'altra parte?"

Finalmente solleva la fronte dal cruscotto.

"Sì, scusa, è che questa cosa del muro proprio non me l'aspettavo. Pensavo.. che ne so? Credevo di trovare una colonna di veicoli o un centro di accoglienza per profughi, un 'check point', qualcosa."

"Possiamo tornare indietro e cercare una strada che corra parallelamente al muro. Possiamo trovare un fuoristrada. Direi che non è il caso di abbattersi così."

"Hai ragione, scusami. Non so, forse voi che siete svegli da ieri avete avuto più tempo per abituarvi a questa follia. Credevo che fosse più semplice, che si sarebbe risolto tutto trovando gli altri. Improvvisamente mi sono sentito crollare il mondo addosso. Credo che sia stata la classica goccia che fa traboccare il vaso."

"Vuoi che guidi io?"

"No, tranquilla, sto già meglio. Andiamo."

Demetrio ingrana la retro e torna fino alla strada facendo urlare il motore, poi riparte. Il silenzio pesa nell'abitacolo. Io mi sto lambiccando il cervello. Da quando ho incontrato questi due ho ritrovato la speranza. Va bene, ci sarà il muro, ma ogni muro ha una fine o un varco, basta trovarlo. Non abbiamo corrente elettrica. Non abbiamo gas. Però possiamo usare le auto. Le auto producono energia elettrica. Con la corrente possiamo... la radio!

"Avete provato a sentire la radio? Dicono qualcosa?"

"Non ci abbiamo proprio pensato" risponde Rudy e preme il pulsante sulla plancia.

Dagli altoparlanti esce della musica. 'Cause you're sky... 'cause you'e a sky... full of stars...'

Cambia stazione. Due presentatori che parlano di cose futili con ascoltatori collegati al telefono. Altra stazione, musica. Ancora una, finalmente la voce di un giornalista, ma sta parlando di calciomercato. Cambia ancora, e ancora, e ancora. Un giornale radio, finalmente.

'Gli scozzesi hanno deciso il loro futuro, schierandosi per il cinquantacinque per cento con il no. Da record l'affluenza: 85%. Gli indipendentisti hanno vinto a Glasgow e Dundee, gli unionisti a Edimburgo. Il premier scozzese Salmond ammette la sconfitta'

Continuiamo ad ascoltare mentre Demetrio arriva all'incrocio e svolta su una laterale che dovrebbe permetterci di vedere il muro in lontananza.

"E ora la rassegna stampa: sulle prime pagine dei quotidiani resta protagonista il tema dei migranti accanto alle polemiche politiche che sono riprese fra il Presidente del Senato..."

"Cambia!" dico "Oggi non sono dell'umore di interessarmi alle futili beghe dei nostri amati governanti. A quanto sembra continuano a disquisire della rava e della fava anziché occuparsi dei nostri problemi."

"Sai che novità..."

Rudy preme più volte pulsante il pulsante della radio in cerca di altre notizie. Troviamo anche alcune radio locali, ma dagli altoparlanti non esce una singola parola su quello che sta succedendo qui. Sembra che non sia degnodell'attenzione della stampa. O viene ignorato volutamente. Si deve sapere! La mano parte automaticamente verso la tasca dei jeans, solo per ricordarmi che non ho il telefono con me. Era scarico e l'ho lasciato sul mobile in entrata.

"Rudy, tu hai un cellulare?"

"No, non me lo lasciano, però ho un iPod."

"Tu, Demetrio?"

"Ce l'ho, ma è scarico."

"Hai il cavetto?"

"No, è a casa."

"Io ce l'ho" dice Rudy tirando fuori dalla tasca il suo.

Demetrio arresta il veicolo e esamina le spine del cavo: "Dovrebbe essere compatibile, ma dove lo attacco?"

"La Golf ha una presa USB, qui nel cassettino."

Rudy preme un pannello in plastica davanti alla leva del cambio e apre un piccolo vano. Demetrio ci infila le dita e collega la presa.

"Tu come fai a sapere tutte queste cose delle macchine?"

"Passione, zio, solo passione"

I due si scambiano un ghigno di intesa che io non comprendo. Ci mettiamo tutti e tre a fissare lo schermo nero del suo cellulare come fosse un sacro totem.

Un minuto... due minuti... Demetrio trattiene il respiro. Finalmente il telefonino si accende, compare la mela, compare lo sfondo, 27 settembre 2015, ore 18:08.

Nessun segnale.

Nessun segnale.

Rudy prende il cellulare dalle mani di Demetrio e prova a muoverlo in giro per l'abitacolo, fuori dal finestrino fino a dove arriva il cavetto.

"Questa merda non funziona" dice gettando il cellulare sul cruscotto "Lo sapevo: siamo fregati, tagliati fuori dal mondo."

La cruda verità della sua affermazione lascia un silenzio scoraggiato fra di noi. È finita, non abbiamo speranza. Possiamo solo arrangiarci con quello che troviamo in giro fino a che non finirà tutto. Poi... sta arrivando l'inverno, non credo che lo supereremo. Forse è la stanchezza che mi fa vedere tutto nero. Magari riposando, forse domattina ci verrà qualche idea.

"Ragazzi, tra poco il sole tramonta, meglio se ci troviamo una sistemazione per la notte. Torniamo a Borgo?"

"Com'era la villetta in cui hai dormito ieri notte?" chiede Demetrio.

"Comoda e pulita, c'era anche parecchio cibo in dispensa."

"Potremmo andare lì."

"E' un po' più distante, ma è un luogo sicuro. Credo che ne valga la pena."

"Okay, è deciso."

Demetrio riparte in retromarcia verso la strada da cui siamo arrivati.


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Il serraglioTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon